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Vediamo cosa frulla nella mente del ministro Brunetta
- Subject: Vediamo cosa frulla nella mente del ministro Brunetta
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Fri, 29 May 2009 00:40:53 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Articolo di Giovanni Matichecchia --- Brunetta insiste. Questa volta vuole rivedere le regole del gioco di tutta la macchina amministrativa, di tutto il pubblico impiego. Le “uscite” di Brunetta sono ormai famose. Questa volta intende infilare il coltello nella piaga dell’apparato burocratico italiano. Il ritornello è noto: premiare i meritevoli. Ma vediamo che cosa frulla nella mente del nostro ministro. Secondo Brunetta gli uffici pubblici italiani costituiscono una palla al piede per lo sviluppo del Paese. In effetti non è mai stata messa in piedi una vera macchina amministrativa degna di tal nome. Il pubblico impiego è sempre stato “territorio” esclusivo della classe politica che vi ha sistemato i suoi uomini fidati. Quindi poco spazio per i meritevoli e nessuno spazio per l’efficienza. Oggi un simile apparato rischia di strozzare il paese con le sue lungaggini, le sue incongruenze. Una responsabilità forte viene assegnata ai sindacati colpevoli di involutive politiche egualitarie. Brunetta non ha dubbi bisogna cominciare a togliere potere ai sindacati. Due le strade individuate. Innanzitutto fine della frammentazione contrattuale. Non ci sarà più un contratto per la sanità, uno per la scuola, uno per gli enti locali ecc., ecc.. Due contratti per tutto il pubblico impiego d’ora innanzi. Un contratto per i dipendenti dell’amministrazione centrale dello stato (ministeri e enti nazionali), e un contratto per tutti gli altri, vale a dire le amministrazioni decentrate, sanità inclusa. Togliere al sindacato la contrattazione settore per settore è una vera mina alle fondamenta del potere sindacale. Se poi i contratti saranno disposti per legge, come Brunetta pensa di fare, si comprende bene come al sindacato rimanga un ruolo di comparsa. Obbiettivo finale, dicevamo, il riconoscimento dei meriti professionali. Giustissimo. Trovatemi uno che non vuole il riconoscimento delle capacità professionali. Ve lo trovo io: la classe politica tutta intera senza esclusioni e quindi, pensa un po’, lo stesso Brunetta. La prova su cui si regge l’accusa? Lo spoil system. Ma non sono infatti i politici che quando si insediano chiamano accanto a loro i loro uomini fidati? Attenzione fidati non meritevoli. Se il principale obbiettivo fosse realmente quello di riconoscere capacità e meriti, i politici vaglierebbero le abilità dei collaboratori. Invece no. Sono arrivato io. Via tutti i collaboratori della precedente amministrazione. Lo ha fatto anche Brunetta che non viene propriamente dalla luna. Ma il problema dei problemi è il riconoscimento dei meriti e delle abilità. Dice Brunetta, i dirigenti valuteranno le capacità e i meriti e assegneranno ad un 25% di tutti i lavoratori, quelli più meritevoli, le risorse incentivanti. Gli altri a bocca asciutta. Giusto criterio. Ma chi dovrà giudicare la capacità dei dirigenti di giudicare, considerato che essi stessi spesso sono incapaci di dirigere e quasi certamente di giudicare? Il sistema più diffuso è quello di premiare quelli che dicono sempre si magari con la schiena deferenzialmente curva. Si preoccupi il ministro di assicurare una spina dorsale al sistema mettendo in piedi un sistema meritocratico nella nomina dei dirigenti. Questo basterebbe a dare il via a un ammodernamento della macchina amministrativa. Ma le cose sono sempre andate così. Si è chiesto mai il ministro Brunetta perché i giovani del sud vanno a cercar fortuna al nord quando va bene o all’estero per vedersi riconoscere meriti e capacità? Nel 2007, 300.000 persone hanno lasciato il sud. Le migliori intelligenze. Quanti figli di umili impiegati dopo aver studiato sono costretti a emigrare mentre i figli dei politici, dei baroni, dei grandi dirigenti possono proseguire le tradizioni familiari in assoluta tranquillità. Ministro, serietà per piacere. Giovanni Matichecchia
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