Mafia: lo Stato abbandona la famiglia di Rita Atria



> http://www.peacelink.it/sociale/a/29451.html
> 
> E' una storia da basso impero, canterebbe Dé Andre. E
> veramente viene da
> impressionarsi allo squallore di una vicenda che, mese dopo
> mese, appare
> sempre più assurda.
> Quasi un accanimento sulla memoria e gli ideali di Rita.
> Assassinata una
> seconda volta, 18 anni dopo la sua morte fisica. Ed
> esattamente come allora,
> abbandonata dallo Stato Italiano.
> 
> La vicenda storica di Rita Atria, e della cognata Piera
> Aiello, è nota. O
> almeno dovrebbe esserla, in quest'Italia che sventola
> proclami di sicurezza
> e leggi contro gli indifesi, e abbandona chi la legalità
> la costruisce ogni
> giorno nelle strade e nelle città. Qualcuno in questi
> giorni ha parlato di
> 'Robin Hood' al contrario, debole con i ricchi e forte con
> i poveri. A
> questo scopritore dell'acqua calda verrebbe voglia di
> chiedere perché non
> sta difendendo Piera o se si ricorda chi è Carlo Ruta ...
> 
> E quindi, a beneficio di chi soffre di amnesia ricordiamo
> che Rita Atria e
> Piera Aiello facevano parte di una delle più importanti e
> potenti famiglie
> mafiose di Partanna. A undici anni viene ucciso il padre
> Vito. Nel 1991 il
> fratello Nicola. Dopo questo secondo efferato omicidio
> Piera, e subito dopo,
> Rita (che ha solo 17 anni!) decidono di collaborare con la
> giustizia. Le
> loro rivelazioni, che si rivelano decisive per arrestare
> diversi mafiosi e
> avviare un'indagine su Vincenzino Culicchia (per trent'anni
> sindaco di
> Partanna), vengono raccolte da Paolo Borsellino, che
> diventerà quasi un
> secondo padre per Rita. E, dopo la strage di Via D'Amelio,
> sentitasi sola ed
> abbandonata Rita si toglierà la vita.
> 
> Il 2009 è cominciato malissimo per la memoria di Rita,
> strumentalizzata e
> manipolata nel film 'La siciliana ribelle' di Marco Amenta.
> Vita Maria,
> figlia di Piera, in una lettera aperta diffusa
> dall'associazione 'Rita
> Atria', parla apertamente di tradimento della memoria
> scrivendo che è
> 'stanca di leggere sui giornali e sui siti web che "è
> rimasto toccato dalla
> vicenda", stanca di veder speculare sulla memoria di mia
> zia' aggiungendo
> accuse precise e circostanziate ad Amenta. Sul principale
> quotidiano
> nazionale, di cui preferisco non fare il nome per non
> rischiare di fare
> pubblicità al quotidiano o al loro sito web, è arrivata
> soltanto
> un'intervista ad Amenta. Dare la parola alla famiglia di
> Rita
> categoricamente escluso. Ma non stupisce. Siamo nelle
> settimane dello
> sciopero della fame e della sete di Pino Masciari. Nessun
> telegiornale,
> nessuna trasmissione televisiva ne ha parlato. Erano troppo
> impegnati a dare
> i titoli principali ad un divorzio stucchevolte e
> sinceramente nauseante.
> Neanche quando Pino è stato ricevuto da Napolitano gli
> hanno dedicato pochi
> minuti.
> 
> L'ultimo mese ha visto ancora una volta Piera, e la sua
> famiglia,
> abbandonati dallo Stato e dagli italiani. Il 14 aprile, una
> settimana dopo
> che è accaduto, l'associazione 'Rita Atria' informa che è
> saltata la
> protezione di Piera Aiello, 'per la sprovvedutezza (e
> vogliamo sperare non
> sia per collusione con gli interessi dei suoi potenziali
> attentatori, sta
> allo Stato accertare questa eventualità scellerata) di due
> uomini dell’Arma
> dei Carabinieri'. Nel durissimo comunicato ci si rivolge
> direttamente alle
> Istituzioni e agli organi di stampa. Alle prime si chiede
> di 'intervenire
> esemplarmente e severamente per difendere la propria
> dignità istituzionale
> contro i responsabili di un simile scempio'. Ai secondi di
> informare e
> portare i riflettori su Piera, e su quanto accaduto,
> perché 'possono
> costituire l’unica vera forma di garanzia per la
> Sicurezza di Piera'.
> 
> Il 16 aprile Antonella Serafini scrive su Censurati.it che
> 'il servizio
> centrale di protezione continua a tacere. Pilato si
> pronunciò prima di
> lavarsi le mani, Giuda si impiccò dopo aver tradito. I
> carabinieri e il
> servizio centrale di protezione non arrivano neanche ad
> avvicinarsi al loro
> esempio. Sono molte tacche sotto, ma molte'.
> 
> Appaiono parole durissime. Ma, come spesso accade, la
> realtà è peggio. Il 12
> maggio l'associazione pubblica la risposta del
> Sottosegretario agli Interni
> Alfredo Mantovano, già protagonista in passato della
> vicenda di Pino
> Masciari (al quale disse che la scorta andava revocata per
> la sua attività
> nelle scuole e in pubblico ...). Nella lettera si scopre
> che Piera non è più
> seguita dal Servizio Centrale di Protezione e che sono
> stati incaricati 'gli
> organi del posto di decidere sulle misure di sicurezza
> ordinarie che più
> ritiene opportune'. Nella lettera indirizzata da Piera a
> Mantovano si legge
> tutta la sua rabbia, la sua amarezza. Sono sentimenti che
> non si possono che
> condividere. Una frase condensa tutta la vicenda. Poche
> parole, ma
> significative. 'Queste sono le ultime parole che le
> rivolgo, non voglio
> nessuna risposta ( può procedere nelle sedi opportune), e
> le assicuro che
> tutto ciò che ho detto sono disposta a dirlo davanti a
> qualsiasi tribunale,
> mi avete reso la vita un’inferno , ma non siete riusciti
> a togliermi la cosa
> più importante la DIGNITÀ'.
> 
> Dé Andre, tornando all'inizio, si domandava 'lo Stato che
> fa'. La risposta
> era 'si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna
> con gran
> dignità'.
> Se lo è mai stato, non è più così. Perché qua
> costernati e indignati sono i
> cittadini onesti, le persone vere come Piera. E di dignità
> c'è solo la sua.
> 
>