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Mafia: lo Stato abbandona la famiglia di Rita Atria
- Subject: Mafia: lo Stato abbandona la famiglia di Rita Atria
- From: Alessio Di Florio <ahimsashalom at yahoo.it>
- Date: Fri, 15 May 2009 08:29:20 +0000 (GMT)
> http://www.peacelink.it/sociale/a/29451.html > > E' una storia da basso impero, canterebbe Dé Andre. E > veramente viene da > impressionarsi allo squallore di una vicenda che, mese dopo > mese, appare > sempre più assurda. > Quasi un accanimento sulla memoria e gli ideali di Rita. > Assassinata una > seconda volta, 18 anni dopo la sua morte fisica. Ed > esattamente come allora, > abbandonata dallo Stato Italiano. > > La vicenda storica di Rita Atria, e della cognata Piera > Aiello, è nota. O > almeno dovrebbe esserla, in quest'Italia che sventola > proclami di sicurezza > e leggi contro gli indifesi, e abbandona chi la legalità > la costruisce ogni > giorno nelle strade e nelle città. Qualcuno in questi > giorni ha parlato di > 'Robin Hood' al contrario, debole con i ricchi e forte con > i poveri. A > questo scopritore dell'acqua calda verrebbe voglia di > chiedere perché non > sta difendendo Piera o se si ricorda chi è Carlo Ruta ... > > E quindi, a beneficio di chi soffre di amnesia ricordiamo > che Rita Atria e > Piera Aiello facevano parte di una delle più importanti e > potenti famiglie > mafiose di Partanna. A undici anni viene ucciso il padre > Vito. Nel 1991 il > fratello Nicola. Dopo questo secondo efferato omicidio > Piera, e subito dopo, > Rita (che ha solo 17 anni!) decidono di collaborare con la > giustizia. Le > loro rivelazioni, che si rivelano decisive per arrestare > diversi mafiosi e > avviare un'indagine su Vincenzino Culicchia (per trent'anni > sindaco di > Partanna), vengono raccolte da Paolo Borsellino, che > diventerà quasi un > secondo padre per Rita. E, dopo la strage di Via D'Amelio, > sentitasi sola ed > abbandonata Rita si toglierà la vita. > > Il 2009 è cominciato malissimo per la memoria di Rita, > strumentalizzata e > manipolata nel film 'La siciliana ribelle' di Marco Amenta. > Vita Maria, > figlia di Piera, in una lettera aperta diffusa > dall'associazione 'Rita > Atria', parla apertamente di tradimento della memoria > scrivendo che è > 'stanca di leggere sui giornali e sui siti web che "è > rimasto toccato dalla > vicenda", stanca di veder speculare sulla memoria di mia > zia' aggiungendo > accuse precise e circostanziate ad Amenta. Sul principale > quotidiano > nazionale, di cui preferisco non fare il nome per non > rischiare di fare > pubblicità al quotidiano o al loro sito web, è arrivata > soltanto > un'intervista ad Amenta. Dare la parola alla famiglia di > Rita > categoricamente escluso. Ma non stupisce. Siamo nelle > settimane dello > sciopero della fame e della sete di Pino Masciari. Nessun > telegiornale, > nessuna trasmissione televisiva ne ha parlato. Erano troppo > impegnati a dare > i titoli principali ad un divorzio stucchevolte e > sinceramente nauseante. > Neanche quando Pino è stato ricevuto da Napolitano gli > hanno dedicato pochi > minuti. > > L'ultimo mese ha visto ancora una volta Piera, e la sua > famiglia, > abbandonati dallo Stato e dagli italiani. Il 14 aprile, una > settimana dopo > che è accaduto, l'associazione 'Rita Atria' informa che è > saltata la > protezione di Piera Aiello, 'per la sprovvedutezza (e > vogliamo sperare non > sia per collusione con gli interessi dei suoi potenziali > attentatori, sta > allo Stato accertare questa eventualità scellerata) di due > uomini dell’Arma > dei Carabinieri'. Nel durissimo comunicato ci si rivolge > direttamente alle > Istituzioni e agli organi di stampa. Alle prime si chiede > di 'intervenire > esemplarmente e severamente per difendere la propria > dignità istituzionale > contro i responsabili di un simile scempio'. Ai secondi di > informare e > portare i riflettori su Piera, e su quanto accaduto, > perché 'possono > costituire l’unica vera forma di garanzia per la > Sicurezza di Piera'. > > Il 16 aprile Antonella Serafini scrive su Censurati.it che > 'il servizio > centrale di protezione continua a tacere. Pilato si > pronunciò prima di > lavarsi le mani, Giuda si impiccò dopo aver tradito. I > carabinieri e il > servizio centrale di protezione non arrivano neanche ad > avvicinarsi al loro > esempio. Sono molte tacche sotto, ma molte'. > > Appaiono parole durissime. Ma, come spesso accade, la > realtà è peggio. Il 12 > maggio l'associazione pubblica la risposta del > Sottosegretario agli Interni > Alfredo Mantovano, già protagonista in passato della > vicenda di Pino > Masciari (al quale disse che la scorta andava revocata per > la sua attività > nelle scuole e in pubblico ...). Nella lettera si scopre > che Piera non è più > seguita dal Servizio Centrale di Protezione e che sono > stati incaricati 'gli > organi del posto di decidere sulle misure di sicurezza > ordinarie che più > ritiene opportune'. Nella lettera indirizzata da Piera a > Mantovano si legge > tutta la sua rabbia, la sua amarezza. Sono sentimenti che > non si possono che > condividere. Una frase condensa tutta la vicenda. Poche > parole, ma > significative. 'Queste sono le ultime parole che le > rivolgo, non voglio > nessuna risposta ( può procedere nelle sedi opportune), e > le assicuro che > tutto ciò che ho detto sono disposta a dirlo davanti a > qualsiasi tribunale, > mi avete reso la vita un’inferno , ma non siete riusciti > a togliermi la cosa > più importante la DIGNITÀ'. > > Dé Andre, tornando all'inizio, si domandava 'lo Stato che > fa'. La risposta > era 'si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna > con gran > dignità'. > Se lo è mai stato, non è più così. Perché qua > costernati e indignati sono i > cittadini onesti, le persone vere come Piera. E di dignità > c'è solo la sua. > >
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