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Alghe a Taranto: 1.400.000 euro per rimuovere una barriera antierosione
- Subject: Alghe a Taranto: 1.400.000 euro per rimuovere una barriera antierosione
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Wed, 8 Apr 2009 18:46:20 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
COMUNICATO STAMPA - LETTERA APERTA All’attenzione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e del Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido Gentili Presidenti, un milione e quattrocentomila euro della Regione rischiano di essere “sprecati” per un intervento inutile se non dannoso sulle coste del Golfo di Taranto. Stiamo parlando di quasi due miliardi e settecento milioni delle vecchie lire della Regione che sono state assegnate alla Provincia di Taranto per pagare le spese della rimozione delle alghe che si sono depositate sulle spiagge durante le mareggiate di alcuni mesi fa. La rimozione sta per partire ma occorre stopparla per fare chiarezza alla luce delle migliori conoscenze scientifiche per la tutela degli ecosistemi. A nostro parere, e sulla base delle informazioni che abbiamo raccolto, siamo di fronte ad un uso dei soldi pubblici che nulla ha a che fare con l’ecologia. Scriviamo alla Regione Puglia e alla Provincia di Taranto perché sottopongano questo intervento al vaglio della Direzione scientifica dell’Arpa Puglia e dell’Istituto Talassografico di Taranto. Ma quali sono le nostre perplessità? Le esponiamo andando per ordine. Nel novembre 2008 alcune robuste mareggiate hanno depositato sulle spiagge del litorale jonico un grande quantitativo di piante marine (che per semplicità definiremo “alghe”). Gli stabilimenti balneari le hanno rimosse ma sul litorale pubblico si è formato uno strato di una trentina di centimetri di alghe morte. I sindaci del versante che va da Ginosa Marina a Lido Azzurro hanno parlato di “calamità naturale”. E chiesto denaro per un intervento di “ripulitura”. La Regione ha assegnato alla Provincia di Taranto una somma ingente: 1.400.000 euro. Si vorrebbero raccogliere le 1600 tonnellate di alghe morte e una parte consistente verrebbe portata in discarica come “rifiuto” da smaltire. Ma cosa è successo in questi mesi? Il mare ha coperto con la sabbia le alghe depositatesi sulle spiagge. E così la natura ha trasformato una “calamità” in una “positiva” barriera antierosione. Infatti è aumentato lo spessore dell’arenile. Le alghe sedimentate sotto la sabbia hanno fatto, come si suol dire, “ripascere” le spiagge rialzandole e avvantaggiandole rispetto ai processi erosivi che in questi anni stanno “mangiando” le spiagge portando via la sabbia. Che avverrebbe se si spendessero quei soldi della Regione? Verrebbe smossa la sabbia superficiale depositata e asportate le alghe. Ci sembra un’operazione non opportuna per diversi motivi. In primo luogo i filamenti delle alghe si sono inestricabilmente legati alla sabbia: portando via le alghe si rischia di portare via una parte della sabbia che vi aderisce. Che senso ha poi alterare una naturale barriera antierosione che si è formata spontaneamente in questi mesi? E che senso ha inviare in discarica le alghe intasando le già intasate discariche? Si potrebbero portare le alghe (quelle non coperte dalla sabbia) nelle dune per rinforzarle così come è stato fatto altrove in Puglia. Ma considerare le alghe che “dormono” ora sotto la sabbia come un “rifiuto” da smaltire ci sembra veramente sbagliato. Vi è poi un altro rischio collegato al “clima elettorale”. Sulla Regione e sulla Provincia di Taranto stanno convergendo anche le sollecitazioni dei comuni del litorale orientale (Mandria, Avetrana, ecc.) che chiedono anch’essi una somma equivalente per rimuovere le “loro” alghe. Se le sollecitazioni andassero a buon fine allora lo “spreco” di denaro verrebbe raddoppiato. Gentili Presidenti non dovete consentire questo spreco. Sappiamo bene di quanto denaro occorra per fronteggiare le reali emergenze ambientali. Ne sa qualcosa il Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto che è sempre alle prese con i notevoli costi delle analisi sulla diossina. Ne sanno qualcosa gli allevatori a cui sono state abbattute le pecore e che ora sono sul lastrico. Sono aperte emergenze e ferite ambientali in tutto il territorio regionale. Occorre perciò spendere il denaro con criterio. Chiediamo pertanto alla Regione Puglia e alla Provincia di Taranto di stoppare tutto e di convocare l’Arpa, il l’Istituto Talassografico e le associazioni ambientaliste. Ci rivolgiamo al professor Giorgio Assennato perché mandi gli esperti dell’Arpa a fare un sopralluogo per valutare se l’intervento previsto sia utile o inopportuno. E’ venuto il momento che le migliori competenze disponibili sul territorio, come quelle dell’Istituto Talassografico di Taranto, vengano consultate prima di redigere piani di intervento sulle nostre coste. Sappiamo che nei mesi scorsi al Dipartimento dell’Arpa di Taranto è stata commissionata un’analisi sulle alghe e che il rapporto di prova le abbia definite un “rifiuto”. Facciamo osservare che anche le foglie cadute da un albero sarebbero da questo punto di vista un “rifiuto” ma non per questo si portano in discarica. Il rapporto di prova del Dipartimento dell’Arpa di Taranto su un campione di alghe, totalmente decontestualizzato dall’imponente operazione di rimozione programmata, non è a nostro parere sufficiente per autorizzare un intervento complessivo che modificherà l’assetto di una barriera antierosione. Occorre coinvolgere pertanto la Direzione Scientifica dell’Arpa in una più globale valutazione anziché in una singola analisi che è assolutamente riduttiva rispetto alla complessità del problema che va studiato partendo dall’esame dello stato dei luoghi. Dobbiamo farci carico della tutela globale dell’ecosistema mentre a noi sembra che alcuni amministratori guardino solo alla “questione estetica” delle alghe spiaggiate. Essi considerano il “breve termine” solo sotto il profilo “turistico” senza farsi carico della salute della costa nel “lungo termine”. Occorre invece che gli amministratori mettano nel conto che un intervento sbagliato sulla costa oggi potrebbe un domani far sparire per l’erosione interi pezzi di spiaggia. Vogliamo che tutta la documentazione del procedimento sia messa su Internet a disposizione del pubblico, compresa la “valutazione di incidenza” fatta dalla Provincia di Taranto e che ci risulta essere “positiva”. Facciamo appello alla comunità scientifica e alle associazioni ambientaliste perché dibattano una questione che PeaceLink fin da oggi porrà all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. Chiederemo a tutti: è opportuno in Puglia spendere una marea di soldi in prossimità della campagna elettorale per rimuovere una barriera antierosione? Alessandro Marescotti Biagio De Marzo PeaceLink
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