Libera, contro la mafia in 150 mila a Napoli



Mafia: Libera, in 150mila a Napoli per la giornata della memoria delle
vittime

Napoli, 21 mar. - (Adnkronos) - Circa 150mila persone, secondo le stime
degli organizzatori, hanno partecipato oggi a Napoli alla quattordicesima
edizione della 'Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle
vittime delle mafie", promossa da 'Libera. Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie', per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e
rinnovare in nome di quelle vittime l'impegno di contrasto alla
criminalita' organizzata. Al corteo hanno preso parte oltre 500 familiari
delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre
3mila familiari, rappresentanti di ong provenienti da circa 30 paesi
europei. Un saluto a tutti i partecipanti al lungo corteo, che ha
attraversato il lungomare di via Caracciolo per giungere a piazza
Plebiscito, e' arrivato dal presidente nazionale di Libera Don Luigi
Ciotti che ha parlato di "un abbraccio alla citta', un segno di attenzione
a chi si impegna tutti i giorni per combattere la criminalita'
organizzata". Per consentire all'affollato corteo di sfilare per le vie
della citta' sono stati disposti divieti e chiusure al traffico. Durante
la marcia sono stati letti a ripetizione i nomi delle oltre 900 vittime
delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti
alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti
politici e amministratori locali, morti per mano delle mafie. 'Libera' ha
voluto sul palco allestito per l'evento anche lo scrittore Roberto
Saviano, autore del best-seller 'Gomorra', che ha letto i nomi di alcune
vittime della criminalita' organizzata.

MAFIE: IN MIGLIAIA SFILANO A NAPOLI PER RICORDARE 900 VITTIME
(ASCA) - Napoli, 21 mar - Un 'abbraccio' ad una citta' 'piena di
attenzione per quanti si impegnano tutti i giorni nel combattere la
corruzione, la criminalita' e le mafie'.
Questo il saluto rivolto dal presidente di 'Libera', Don Luigi Ciotti,
alle migliaia e migliaia di partecipanti alla XIV Giornata nazionale che
ricordano oggi le 900 vittime di tutte le mafie. I nomi di magistrati,
imprenditori, sacerdoti, appartenenti alle forz dell'ordine, giornalisti,
esponenti politici, sindacalisti giovani e donne caduti per mano delle
organizzazioni criminali sono stati scanditi nel corso di tutto il corteo
che e' sfilato lungo via Caracciolo arrivando in piazza del Plebiscito
dove e' stato allestito un grande palco. In testa al corteo molti
familiari delle vittime di mafie, al collo le foto dei loro cari di cui,
in molti casi, ancora non e' stato individuato l'omicida materiale. Sono
in cinquecento, in rappresentanza di tremila famiglie. Al loro fianco
rappresentanti di organizzazioni sindacali, di scuole ed associazioni, il
presidente della Regione Antonio Bassolino, il sindaco di Napoli
Iervolino.
Quando il corteo si e' sciolto in piazza del Plebiscito a sorpresa,
inatteso, lo scrittore Roberto Saviano e' salito sul palco. Neanche una
parola, nessuna dichiarazione, solo la sua presenza a ricordare l'impegno
delle giovani generazioni contro la camorra, la mafia, la 'ndrangheta.
Forte e chiaro il messaggio di Don Luigi che alla classe politica chiede
'di agire in maniera seria, credibile, attenta, soprattutto di farlo i
maniera veloce'. Per Bassolino la manifestazione di oggi rappresenta 'un
grande segnale di speranza e di fiducia', la dimostrazione che si puo'
'andare avanti nella battaglia contro la camorra e la criminalita'
organizzata'.
Promossa dalla Regione Campaia, dal Comune e dalla Provincia di Napoli, la
XIV edizione della Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle
vittime delle mafie gode dell'Alto Patronato della Presidenza della
Repubblica. Nel pomeriggio il programma della manifestazione prevede sette
diversi seminari e, alle 17,30 un concerto con l'esibizione di numerosi
gruppi ed artisti.

ANTIMAFIA: LIBERA, 150 MILA PERSONE IN MARCIA A NAPOLI
(ANSA) - NAPOLI, 21 MAR - Oggi a Napoli oltre 150mila persone hanno
marciato per la quattordicesima giornata della Memoria delle vittime della
mafie: e' questo il bilancio di Libera, l'associazione promotrice di una
tre giorni dedicata all'impegno antimafia.
Oltre due chilometri e mezzo di percorso, sul lungomare di Napoli, fra
Piazza della Repubblica e Piazza del Plebiscito: il corteo si e' poi
radunato davanti al palco. I manifestanti, provenienti da trenta Paesi del
mondo e da tutte le regioni italiane, hanno camminato insieme in silenzio,
mentre si leggevano a ripetizione al megafono i nomi di oltre 900 vittime
delle mafie.
Un elenco che e' stato riproposto alla fine, ben due volte, dal palco sul
quale sono saliti i parenti delle vittime delle mafie.

ANTIMAFIA: NAPOLI; FOTO VITTIME APRONO CORTEO,SI CANTA MAMELI
(ANSA) - NAPOLI, 21 MAR - La marcia del 21 marzo a Napoli, per la
quattordicesima giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle
vittime delle mafie inizia con l'inno d'Italia. Lo cantano i familiari
delle vittime della criminalita' organizzata, in testa ad un corteo che
raggiungera' piazza del Plebiscito.
Migliaia di persone hanno gia' affollato il lungomare napoletano:
provengono da trenta Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane.
'Migliaia e migliaia di persone sono qui oggi per un abbraccio alla citta'
- dice don Luigi Ciotti, presidente nazionale dell'associazione Libera che
ha promosso la tre giorni dedicata all'antimafia - e' un segno di
attenzione a chi si impegna tutti i giorni contro la criminalita'
organizzata. Oggi siamo qui per ripetere che occorrono meno parole e piu'
fatti'.
A Napoli sono arrivate 1500 persone dal Piemonte, mille dalla Sicilia, a
bordo di due navi, 300 dalla Toscana, 800 autobus di studenti delle scuole
di tutto il Paese, negli alberghi partenopei sono stati ospitati la notte
scorsa 480 familiari delle vittime, gli stessi che aprono il corteo di
Libera, esponendo le fotografie dei loro cari scomparsi. (ANSA).

ANTIMAFIA: DON CIOTTI, VIA IPOTECHE SU BENI CONFISCATI
(ANSA) - NAPOLI, 21 MAR - La banche devono cancellare le ipoteche dai beni
confiscati alla criminalita' organizzata: lo ha sostenuto Don Ciotti,
parlando dal palco di piazza del Plebiscito, a Napoli, a conclusione della
marcia per la quattordicesima giornata della memoria delle vittime delle
mafie organizzata da Libera. Don Ciotti ha ribadito l'importanza del ruolo
di una agenzia per la confisca dei beni, idea tramontata 'che avrebbe reso
invece piu' efficace la confisca, e meno burocratiche e piu' agibili le
procedure'.
'Abbiamo il 36% dei beni confiscati sotto ipoteca bancaria - ha continuato
- i Comuni non sono in grado di riscuotere, le associazioni tanto meno, e
questi beni rischiano di andare all'asta. Chi se li riprende poi?' Il
rischio, ha spiegato, e' che ricadano nelle mani della criminalita'
organizzata.
'Su 1091 aziende confiscate ai mafiosi solo 64 sono sopravvissute - ha
concluso - dobbiamo chiederci perche', evidentemente c'e' qualcosa che non
funziona''.(ANSA).

ANTIMAFIA: DON CIOTTI A MAFIE, CONDANNATI A VITA FERMATEVI
(ANSA) - NAPOLI, 21 MAR - 'Alle mafia, alla camorra, al crimine dico:
fermatevi, ma che vita e' la vostra? Ne vale la pena?'. Don Luigi Ciotti
grida questo appello dal palco di Napoli, in occasione dalla
quattordicesima giornata della Memoria e dell'Impegno di Libera.
'Vi aspettano carcere, clandestinita', tanti morti - ha continuato - se
avete beni ve li confischeremo tutti, e vi porteremo tutto via quello che
avete'. 'Fermatevi, alla fine cosa vi resta? Come giustificate il male che
fate agli altri? La vostra e' una condanna a vita - ha concluso - non puo'
essere questa la vita. Non basta pentirsi ogni tanto, bisogna
convertirsi'.(ANSA).

Napoli in corteo contro le mafie
Centomila. Quando la testa del corteo organizzato da Libera arriva a
Piazza Plebiscito, la coda è ancora alla Rotonda Diaz. Un serpentone di 2
chilometri e mezzo, allegro ma silenzioso. Sul palco si alternano i
familiari delle vittime e rappresentanti delle istituzioni cittadine a
leggere i nomi delle quasi 500 persone che hanno perso la vita a causa
della criminalità. A sorpresa, sul palco è salito anche Roberto Saviano:
tocca a lui chiudere il lungo elenco, tra cui anche i nomi dei sei
immigrati ghanesi uccisi nella strage di Castelvolturno lo scorso 18
settembre dai Giuseppe Setola e dai suoi sicari.  La marcia del 21 marzo a
Napoli, per la quattordicesima giornata della memoria e dell'impegno in
ricordo delle vittime delle mafie era iniziata con l'inno d'Italia. Lo
hanno cantano i familiari delle vittime, in testa al corteo con le
fotografie di questi innocenti scomparsi. «Migliaia e migliaia di persone
sono qui oggi per un abbraccio alla città - dice don Luigi Ciotti,
presidente nazionale dell'associazione Libera che ha promosso la tre
giorni dedicata all'antimafia - è un segno di attenzione a chi si impegna
tutti i giorni contro la criminalità organizzata. Oggi siamo qui per
ripetere che occorrono meno parole e più fatti». «Questa è soprattutto una
giornata di impegno e tutti i ragazzi che ci sono qui intorno sono il
segno di una fortissima speranza». Lo ha detto il sindaco di Napoli Rosa
Russo Iervolino. «La veglia di ieri in ricordo di don Peppino Diana - ha
detto il sindaco - ha trasmesso la sensazione viva di quanto Napoli abbia
sofferto. C'è voglia di pulizia, di civiltà, Napoli è sempre stata una
città civile». «Questa città - ha concluso il sindaco partenopeo - deve
poter sviluppare tutte le sue energie, libera da interessi malavitosi
perchè il governo della città deve essere nelle mani dei napoletani e non
sotto il controllo della camorra». In piazza anche il presidente della
Regione, Antonio Bassolino che dice: «La camorra e la mafia non sono
invincibili, non sono eterni . Da questa manifestazione arriva un
messaggio straordinario di speranza e di fiducia, e questo non era
scontato. La risposta di Napoli e della Campania sono straordinarie, come
l' energia messa in moto oggi da questa terra e da questo paese». Il
governatore sottolinea l'importanza della costanza nella guerra alla
criminalità organizzata: «La parola d'ordine è continuità. Contro la
camorra e la mafia bisogna combattere 365 giorni all' anno, perchè 365
giorni all'anno agisce la criminalità organizzata». Alla domanda se il
governo attuale faccia abbastanza per contrastare le mafie, Bassolino ha
risposto: «Il ministro dell'Interno si impegna con serietà su questo
fronte. Servono più risorse e mezzi per le forze dell' ordine e la
magistratura. In molte parti del Sud Italia quella contro le mafie è una
battaglia impari». Ci sono anche i lavoratori dello stabilimento Fiat di
Pomigliano d'Arco al corteo contro le mafie. Un gruppo di operai, da tempo
in lotta per mantenere il posto di lavoro contro la paventata chiusura
dello stabilimento, si è unito alla marcia in memoria delle vittime di
mafia e camorra. Urlano slogan in difesa dello stabilimento e hanno uno
striscione con su scritto «Pomigliano non si tocca». L'Unita.it

Vittime mafie, in migliaia a Napoli
In migliaia, forse in 150mila secondo gli organizzatori, hanno sfilato a
Napoli alla "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle
vittime delle mafie", promossa dall'associazione Libera. Al corteo hanno
partecipato oltre 500 familiari delle vittime della criminalità. "Vi
aspettano carcere, clandestinità, tanti morti - è l'appello di don Ciotti,
presidente di Libera, ai mafiosi -. Fermatevi, alla fine cosa vi resta?"
Oltre due chilometri e mezzo di percorso, sul lungomare di Napoli, fra
Piazza della Repubblica e Piazza del Plebiscito: il corteo si è poi
radunato davanti al palco. I manifestanti, provenienti da trenta Paesi del
mondo e da tutte le regioni italiane, hanno camminato insieme in silenzio,
mentre si leggevano a ripetizione al megafono i nomi di oltre 900 vittime
delle mafie. Un elenco che è stato riproposto alla fine, ben due volte,
dal palco sul quale sono saliti i parenti delle vittime delle mafie.

Una morte assurda
Un lungo applauso ha accompagnato il discorso di Alessandra Clemente,
figlia di Silvia Ruotolo, giovane mamma uccisa dalla camorra mentre
accompagnava i figli a scuola. "Aveva 39 anni - ha detto la ragazza tra la
commozione dei presenti sul palco - è stata uccisa senza alcuna logica e
spiegazione. Occorre trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. Quello
che abbiamo vissuto non deve capitare più a nessuno. Impegnarsi per la
memoria non è né stupido né inutile. Voglio ringraziare tutti e finalmente
lo posso dire grazie a Napoli".

L'appello di don Ciotti
"Alle mafia, alla camorra, al crimine dico: fermatevi, ma che vita è la
vostra? Ne vale la pena?". E' l'appello di don Luigi Ciotti ai boss. "Vi
aspettano carcere, clandestinità, tanti morti - ha continuato - se avete
beni ve li confischeremo tutti, e vi porteremo tutto via quello che avete.
Fermatevi, alla fine cosa vi resta? Come giustificate il male che fate
agli altri? La vostra è una condanna a vita - ha concluso - non può essere
questa la vita. Non basta pentirsi ogni tanto, bisogna convertirsi". TGCOM

A Napoli oltre 100mila contro le mafie, sul palco anche Saviano

NAPOLI (Reuters) - Più di centomila persone, secondo gli organizzatori,
hanno sfilato in corteo oggi a Napoli per ricordare le vittime delle mafie
e chiedere alle istituzioni di combattere la criminalità organizzata, che
opprime soprattutto il Sud Italia. E sul palco, insieme a familiari delle
vittime, magistrati e rappresentanti istituzionali è salito a sorpresa
anche il giovane scrittore Roberto Saviano, sotto scorta dopo il sucesso
del suo "Gomorra" e divenuto un simbolo vivente della lotta alla camorra.
Nella città partenopea, dove forte è la presenza della camorra, sono
arrivati in gran parte giovani da tutta Italia e da 30 paesi europei, per
celebrare la XIV giornata della memoria e dell'impegno per le vittime di
tutte le mafie, organizzata dall'associazione "Libera" di don Luigi Ciotti
che da anni lotta contro criminalità e narcotraffico. "Non girarsi
dall'altra parte", "No alla legalità sostenibile che accetta mediazioni",
erano alcuni dei messaggi lanciati dai manifestanti. Un monito era rivolto
anche alle banche: "Cancellino le ipoteche presenti sul 36% dei beni
confiscati alla camorra" ha detto don Ciotti, ricordando che i Comuni non
riescono a farsene carico, col rischio che una " una volta messe all'asta
tornano alle mafie". "Noi dobbiamo essere la spina propositiva dello
Stato. Questa è una Repubblica fondata sul lavoro e la lotta alle mafie
comincia dal lavoro. Ma non chiediamo solo allo Stato, dobbiamo noi
cittadini per primi a fre la nostra parte. Noi tutti non dobbiamo mai
girarci dall'altra parte" ha detto il religioso, noto per il suo impegno
sociale. Il corteo concluso in piazza del Plebiscito è stato scandito,
così come l'inizio della manifestazione in piazza, dai nomi delle 900
vittime delle mafie, alcuni letti anche da Saviano, acclamato dalla piazza
. Vittime che in molti casi non hanno ottenuto ancora giustizia e per le
quali gli oltre 500 familiari presenti a Napoli chiedono anche verità.
Pietro Polimeni e Anna Adavastro, di Reggio Calabria, genitori di Daniele
ucciso a 18 anni nel 2005, sono tra loro. "Era uno studente, è scomparso
il 30 marzo ed è stato ritrovato il 2 aprile del 2005 carbonizzato. Stiamo
ancora lottando per sapere. Allo Stato chiediamo di poter sapere la
verità" dicono padre e madre, che spiegano di di non aver sentito la
vicinanza dello Stato. "Quel che è certo è che deve fare qualcosa di
diverso da quello che (lo Stato) ha fatto fino a oggi, perché ci sono
ancora vittime delle mafie". Un'esperienza diversa è quella di Michele
Panunzo, figlio dell'imprenditore edile di Foggia Giovanni Panunzo, ucciso
da chi voleva estorcergli soldi. "Mio padre é stato ucciso a pochi metri
dal consiglio comunale di Foggia il 6 novembre del 1992", racconta
Panunzo, che regge un cartellone con la foto del padre. " E' stato
minacciato e ha denunciato chi voleva estorcergli soldi. Non ha girato la
testa dall'altra parte e lo hanno ucciso". "Ho sentito la presenza e la
vicinanza dello Stato - ha detto l'uomo - da noi qualcosa si sta muovendo.
E' stato firmato un protocollo interistituzionale, ma è importante anche
che la gente denunci e non si volti dall'altra parte. Bisogna avere
coraggio e denunciare anche in forma anonima, per permettere alle forze
dell'ordine di intervenire". Tra i magistrati, i rappresentanti dele
istituzione e delle politica, anche Giancarlo Caselli, procuratore capo a
Torino, secondo cui il disegno di legge del governo sulle intercettazioni,
in discussione al Parlamento, rappresenta "un forte rischio per la
sicurezza sociale". "E' come dire a un medico di nonu sare Tac o risonanza
magnetica perché sono invasive. Si sta dicendo alle forze dell'ordine di
non utilizzare le intercettazioni, che sono come radiografie giudiziarie,
perché sono troppo invasive. Chi chiede tolleranza zero e ronde sia
coerente e non consenta che si tolgano le intercettazioni, che sono il
baluardo per la tutela dei cittadini".