Brindisi unita nel "no" al rigassificatore



                    Il rigassificatore e la politica



Il Sindaco Mennitti ha nei giorni scorsi annunciato, dopo un incontro
col Ministro Fitto, la decisione di ricandidarsi alla guida della città
affermando di aver intravisto la disponibilità del Governo in merito
alla positiva soluzione del problema del rigassificatore la cui
realizzazione è considerata dalla nostra comunità, oltreché estremamente
pericolosa per l’incolumità dei cittadini, del tutto incompatibile con
le politiche negli ultimi tempi avviate dalle Amministrazioni locali.
Una scelta che il Sindaco ha condizionato alla definitiva conferma di
tali assicurazioni da ricevere in un incontro romano fissato in un primo
momento per il 29 gennaio e poi rinviato di qualche giorno.
Assicurazioni che risulterebbero in linea col principio di civiltà e di
democrazia per il quale le decisioni sul modello di vita sociale ed
economica delle comunità locali vanno sempre adottate dal governo
centrale in sintonia con gli orientamenti delle popolazioni interessate
e mai contro di essi.

Quella del rigassificatore è una questione di decisiva importanza per il
futuro del nostro territorio ed è per questo che dopo le ultime elezioni
amministrative, sotto la spinta di un forte movimento di opinione, si è
verificata una virtuosa convergenza fra forze politiche locali di
opposto schieramento e fruttuose collaborazioni istituzionali fra il
Comune di Brindisi, la Provincia e la Regione. Un fatto inedito, una
forza di pressione responsabile e determinata che ha indotto il
precedente governo a riaprire il caso riconoscendo che vi sono state
gravi irregolarità nelle procedure seguite e sospendendo
l’autorizzazione a suo tempo concessa. E ciò mentre certi clamorosi
sviluppi di un’inchiesta penale davano corpo ad accuse di corruzioni e
di falsità sfociate nel rinvio a giudizio di 15 imputati, tra i quali
vari dirigenti e manager  della società costruttrice.

Sorprende allora che la notizia di un possibile successo, anche se allo
stato solo ipotizzato, delle pressioni che l’on.le Mennitti sta facendo
sul Governo abbia dato luogo ad alcune improvvide sortite
caratterizzate, in qualche caso, da freddo scetticismo e, in qualche
altro, da polemici sofismi: atteggiamenti che invero non giovano alla
causa del “no” al rigassificatore. Occorre invece confermare la ferma
opposizione alla realizzazione dell’impianto da parte delle forze
politiche che si sono già in tal senso espresse nei Consigli comunale e
provinciale cementando su questo tema quella utile convergenza di cui
hanno dato meritoriamente prova in questi anni. Così come appare giusto
dare atto ad Errico (che lascia) ed a Mennitti (che vorrebbe potersi
ricandidare) di aver combattuto con lucidità e coraggio sul fronte del
rigassificatore la “buona battaglia”. Una battaglia che il notaio Errico
proseguirà certo nei modi e nei ruoli da lui prescelti e che l’on.le
Mennitti sta in questi giorni portando avanti con una azione persuasiva
nei confronti del Governo alla quale si dovrebbe guardare senza miopie
ed anche con solidale attenzione e comprensivo rispetto. 

L’augurio è che l’Esecutivo si convinca della illegittimità del decreto
con il quale è stata autorizzata la costruzione del rigassificatore e
che, a conclusione della procedura di revisione dell’iter autorizzativo,
rimuova tale provvedimento. Ma se così non dovessero andare le cose,
verrebbe gravemente mortificata l’“autonomia” di funzioni e di poteri
che la Costituzione e le leggi attribuiscono agli Enti locali in una
materia concernente la fisionomia e l’economia della città e del
territorio. Funzioni e poteri che costituiscono l’anima della stessa
ragion d’essere di tali enti. Ed il Governo si troverebbe gravato della
pesante responsabilità di disattendere una forte domanda popolare e di
dover gestire, con la burocrazia e contro la democrazia, una situazione
lacerata ed insostenibile. 

Brindisi, 31 gennaio 2009

                           Michele DI SCHIENA