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Una nuova guerra in Georgia. Sullo sfondo il braccio di ferro USA-Russia e il controllo dell'enegia
- Subject: Una nuova guerra in Georgia. Sullo sfondo il braccio di ferro USA-Russia e il controllo dell'enegia
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Fri, 8 Aug 2008 16:15:06 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
IL CONFLITTO Megvrekisi - Dopo una feroce battaglia tra le truppe di terra georgiane e le milizie separatiste ossete, i militari georgiane sono entrate nella capitale sudosseta Tskhinvali, riferisce un corrispondente dell’agenzia Interfax dal posto. Immediato l'invio di truppe regolari russe che denunciano l'ucciskione di almeno dieci militari: "E' pulizia etnica". L'attacco della Georgia L’aviazione georgiana ha bombardato questa notte le forze ribelli dell’Ossezia del Sud nella zona della capitale per riprendere il controllo della regione indipendentista, scatenando la reazione della Russia che ha minacciato ritorsioni e - accusa Tbilisi - ha risposto con un raid su due cittadine georgiane. Interrompendo la tregua sancita ieri sera con i separatisti sud-osseti, questa notte i cannoni georgiani hanno attaccato Tskhinvali, la capitale della regione dove oggi gli inviati delle due parti avrebbero dovuto incontrarsi per i negoziati di pace mediati dalla Russia. Questa mattina, tre jet russi sono entrati nello spazio aereo georgiano e hanno "sganciato bombe" in due luoghi nella zona a sud dell’Ossezia, secondo quanto ha detto il portavoce del ministro dell’Interno georgiano, Shota Utiashvili. Due jet - ha detto Utiashvili - hanno attaccato un commissariato di polizia vicino a Kareli, mentre un terzo ha sganciato una bomba vicino a Gori, dove le forze georgiane si erano radunate prima di dell’offensiva di questa notte. "A Kareli sono stati feriti diversi civili", ha detto il portavoce a Reuters. Il presidente georgiano Mikheil Saakashvili ha definito il raid russo una "operazione militare su larga scala". "Chiedo alla Federazione Russa di interrompere i bombardamenti sulle città georgiane", ha detto Saakashvili. La forza di peacekeeping - scrive l’agenzia di stampa Interfax - ha detto che sono "parecchi" i soldati russi rimasti uccisi quando l’artiglieria georgiana ha bombardato la base di Tskhinvali. Utiashvili ha ricordato che "se necessario" i soldati entreranno nella capitale, e che l’esercito ha combattuto con due convogli di carri armati con a bordo "mercenari" entrati dal confine russo. Abbattuti due aerei russi La contraerea georgiana ha abbattuto due caccia russi che volavano sul territorio di Tbilisi. Lo ha annunciato il presidente Saakashvili, secondo cui almeno 150 carri armati e blindati di Mosca sono entrati nell'Ossezia del Sud. "Le azioni aggressive della Georgia verso l’Ossezia del sud provocheranno azioni di risposta", ha subito commentato il primo ministro russo Vladimir Putin da Pechino cui ha fatto seguito la decisione del ministero della Difesa russo di inviare truppe regolari russe nell’Ossezia del Sud. "Un convoglio russo che fa parte del distretto militare del Caucaso del Nord è entrato alla periferia settentrionale della capitale dell’Ossezia del Sud", ha detto un funzionario del ministero della Difesa di Mosca, secondo cui il contingente ha il compito di assistere i peacekeeper russi dispiegati nell’area e i cittadini russi dell’Ossezia del Nord e del Sud. La situazione sembra aggravarsi di ora in ora tanto che il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha denunciato "azioni di pulizia etnica in alcuni di villaggi". Per il capo della diplomazia Russa la situazione in Ossezia del Sud si sta rapidamente deteriorando: "Il numero dei profughi sta aumentando, il panico cresce, la gente sta cercando di salvarsi". http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=281934 L'ENERGIA Nel maggio 2005 e’ stata inaugurata la molto attesa e molto temuta pipeline Baku-Tbilisi-Ceyhan (Btc). Lunga 1770 kilometri. Costato 3,6 miliardi di dollari e capace di trasportare 1 milione di barili al giorno dal Mar Caspio al Mediterraneo, l’oleodotto attraversa tre paesi (Azerbaijan, Georgia e Turchia) in una della aree piu’ instabili e pericolose del mondo: il Caucaso. Il progetto, fortemente voluto dagli Stati Uniti e’ stato realizzato con fondi internazionali (dalla Ebrd, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, all’Ifc, una consociata della Banca mondiale) e vede riunite in un consorzio molte tra le piu’ grandi imprese petrolifere mondiali (tra cui l’Eni), guidate dalla British Petroleum (Bp). La realizzazione dell’oleodotto va inquadrata e valutata in termini geopolitici, assai piu’ che economici. Le riserve petrolifere del Mar Caspio sono seconde solo a quelle del Golfo Persico (ma c’e’ chi dice che potenzialmente potrebbero essere superiori), ma fino a questo momento era impossibile trasportare il greggio verso occidente senza passare per la Russia (o per l’Iran). Il potere di interdizione di Mosca era quindi grandissimo. Questo poteva andare bene fino a che’ ci fosse stato un “nostro uomo” al Cremlino (Eltsin, in questo caso), ma con le rinate pretese imperiali della Russia di Putin, bisognava trovare un’altra soluzione. Le guerre cecene sono state funzionali come non mai agli interessi americani: Mosca non e’ in grado di controllare il proprio territorio nel Caucaso e quindi le pipelines russe non sono sicure. Nicola Melloni, Università di Oxford Fonte: http://www.carta.org/articoli/3414 LE TENSIONI Le tensioni tra Ossezia del sud e Georgia sono iniziate alle fine degli anni Ottanta, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica. La caduta del comunismo ha portato alla divisione della Ossezia in una provincia del nord, rimasta nella Russia e chiamata anche Alania, e una del sud entrata a far parte della Georgia. La Georgia si dichiarò Stato indipendente nel 1991 e abolì l'autonomia dell'Ossezia del sud che esisteva sotto il regime sovietico. Molti osseti fuggirono a nord per entrare nella Federazione russa e iniziò un movimento, sostenuto da Mosca, per staccare anche la parte meridionale dell'Ossezia dalla Georgia. Tbilisi infatti si stava allontanando dall'orbita di Mosca per entrare sotto l'influenza occidentale e, in particolare, americana, fatto che al Cremlino provocava timori per l'accerchiamento delle forze della Nato. Mosca in quel periodo appoggiò anche la provincia separatista georgiana dell'Abkhazia, in un conflitto con Tbilisi che provocò migliaia di vittime e il distacco de facto dell'Abkhazia dalla Georgia. Il Cremlino inoltre accusò per anni Tbilisi di far passare armi e guerriglieri ceceni attraverso l'Ossezia del sud. Fonte: www.corriere.it APPROFONDIMENTI STORICI Per maggiori informazioni sulle origini del conflitto: http://it.wikipedia.org/wiki/Ossezia_del_Sud --- Sostieni PeaceLink, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA)
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