«Psicosi diossina» nel tarantino. Confermati i dati di PeaceLink dalle analisi della Asl



La popolazione s'è molto spaventata dopo aver appreso - da Peacelink - che
tracce di diossina e di Pcb (cioè policlorobifenili, composti chimici
molto tossici) sono state trovate nei giorni scorsi in un formaggio
prodotto artigianalmente con latte proveniente da uno dei due allevamenti
che si trovano a poca distanza dallo stabilimento siderurgico Ilva di
Taranto. Oggi s'è svolto un incontro in Regione in cui è stato annunciato
un monitoraggio dell'Arpa. Il dirigente dell'Arpa Puglia, prof.Giorgio
Assennato: caso isolato, non c'è rischio per la salute. Nichi Vendola: non
siamo a Caserta. Il ministro De Castro: caso isolato.

BARI - “Quello che vogliamo assicurare è che la situazione non desta
nessun allarme di tipo sanitario”: lo sottolinea il dirigente dell’Arpa
Puglia, prof.Giorgio Assennato, a proposito di tracce di diossina e di Pcb
trovate nei giorni scorsi in un formaggio prodotto artigianalmente con
latte proveniente da uno dei due allevamenti che si trovano a poca
distanza dallo stabilimento Ilva di Taranto. La denuncia è stata fatta nei
giorni scorsi da Peacelink ed è stata confermata dalle analisi fatte
dall’istituto zooprofilattico di Teramo indicato dal ministero della
salute.
Sulla vicenda si è tenuto in tarda mattinata un incontro alla Regione tra
lo stesso Assennato, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola,
l’assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco, e l’assessore
all’Ecologia, Michele Losappio, oltre a funzionari della Asl di Taranto
che ha prelevato i campioni di latte.
“Gli eventuali eccessi ambientali – ha detto Assennato – saranno
identificati e aspettiamo anche di riuscire a comprendere con esattezza le
sorgenti industriali e non industriali responsabili di questi superamenti
che sono estremamente localizzati”.
Oltre alla diossina – ha confermato Assennato – sono stati registrati
eccessi dovuti a policlorobifenile “che non derivano dai fumi, dai camini
industriali, ma derivano – ha spiegato il dirigente dell’Arpa – dall’uso
negli anni, ora per fortuna non più esistenti, di questi composti nei
trasformatori per i quali, in alcune aree adiacenti l’area industriale
tarantina, possono esserci degli effetti come pure ci sono degli effetti
nei sedimenti marini del Mar Piccolo”.
“Ciò nondimeno - ha proseguito Assennato – questo non determina nessun
effetto di tipo acuto nella popolazione; merita sicuramente
l’approfondimento dal punto di vista ambientale perchè va inserito in un
programma che consenta la bonifica delle aree inquinate nelle diverse
matrici, che sono terreno, vegetazione, colture ma anche i sedimenti
marini”.
“Comunque, ripeto: questo superamento certamente – ha detto Assennato –
non ha alcun significato per quanto riguarda l'esposizione della
popolazione tarantina, sia perchè non si tratta di prodotti che entrano
nel circuito commerciale sia perchè comunque quei valori non si
accompagnano ad effetti acuti. C'è anche da dire che ci sono sempre state
concentrazioni di diossina nel latte, prima non si potevano misurare
perchè non c'erano le strumentazioni sufficientemente sensibili, per
fortuna con le nuove strumentazioni ora si misurano bene ed è possibile
arrivare alla definizione di livelli quantitativi assolutamente certi”.
“Bisogna comunque assolutamente tranquillizzare la popolazione tarantina
che potrebbe essere erroneamente indotta – ha sottolineato Assennato – a
un allarme immotivato”. L’Arpa predisporrà un piano di monitoraggio per
verificare se quello registrato a Taranto è un episodio isolato o se il
problema è diffuso. “Il campione prelevato da un’altra masseria della zona
- ha concluso Assennato – è risultato negativo e dalle analisi fatte nel
terreno di quella zona nello scorso anno sono risultati tutti valori
bassi”.

Vendola: non siamo a Caserta
A Taranto “non c'è un’emergenza”: lo ha detto il presidente della Regione
Puglia, Nichi Vendola, a proposito della diossina e delle tracce di Pcb
riscontrate nei giorni scorsi in un formaggio fatto con latte prodotto in
una masseria nei pressi dell’Ilva.
“Non siamo in provincia di Caserta, – ha detto Vendola – abbiamo disposto
il fermo sanitario solo per un’azienda zootecnica di Statte. La produzione
di latte e derivati nelle aziende del Tarantino è assolutamente normale
per i dati da inquinamento da diossina”. “In quell'azienda – ha continuato
– i capi di bestiame avevano pascolato solo in terreni ben definiti e
individuati e già sottoposti a analisi”.“Non si tratta di un’emergenza –
ha aggiunto – ma stiamo monitorando in maniera continua tutta la
produzione zootecnica della provincia di Taranto. Abbiamo chiesto un aiuto
anche all’Istituto superiore di sanità”.
Per Vendola comunque “i livelli di diossina emessi dall’Ilva devono
calare, si deve passare dal 4,5% di emissione globale all’1%. Daremo anche
impulso alle attività di bonifica nel sito di interesse nazionale di
Taranto”.

Gazzetta del Mezzogiorno 21/3/2008


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