Sicariato informativo: Piero Sansonetti sul Secolo d'Italia preferisce Gianfranco Fini a Walter Veltroni
- Subject: Sicariato informativo: Piero Sansonetti sul Secolo d'Italia preferisce Gianfranco Fini a Walter Veltroni
- From: "Gennaro Carotenuto" <gc at gennarocarotenuto.it>
- Date: Sun, 24 Feb 2008 11:39:49 +0100
Domenica scorsa un editoriale di Piero Sansonetti sul
quotidiano Liberazione, palesava che l’unico argomento utile della sua campagna
era denunciare il presunto inciucio, il famoso Veltrusconi. Quel giorno però il direttore del quotidiano del PRC aveva fatto molto di
peggio facendosi intervistare dal Secolo d’Italia per dire “da comunista”, con una formula
analoga a quella usata da Giampaolo Pansa per attaccare la Resistenza, che
piuttosto che veder prosperare il Partito Democratico, preferirebbe mille volte
rivedere Silvio Berlusconi continuare a sfasciare l’Italia. Ha elogi per tutti Piero Sansonetti, per Alleanza Nazionale, una destra che
(secondo lui) recupera il valore dell’uguaglianza (sic!) e soprattutto per
Gianfranco Fini, attento e coraggioso amico del ‘68 e dei movimenti giovanili
(come in Questura a Genova durante il G8)! Ha parole dolci perfino per il sindacatino verticale e corporativo della
destra, l’UGL. Per Sansonetti, l’UGL “esprime posizioni originali e
culturalmente interessanti”. L’ha letto mai Sansonetti un libro sul
corporativismo fascista? Si interessa poi alla partita interna tra le (presunte) anime della PDL,
Sansonetti e, con un ragionamento rosso-bruno, dentro la PDL fa il tifo per gli
ex-missini contro Forza Italia. E perfino tra UDC e AN Sansonetti, oramai
arruolato nella campagna elettorale di AN, mette il becco stravolgendo la
realtà: l’UDC rappresenta una “chiesa neoautoritaria”, laddove invece Fini
sarebbe “attento alle spinte di rinnovamento”. Ma si possono raccontare balle
così? INVECE FINI Ovviamente chi lo intervista, Michele de Feudis, va a nozze. E giù con
“Walter Ego” di qua e Veltroni che è solo “l’omologazione liberista” di là.
Arriva perfino a difendere Berlusconi: “non ho mai detto che il suo fu un
regime, ma il pericolo vero per l’Italia è un accordo tra PD e il leader di
Forza Italia”. Invece Fini… gli fa da fraterna sponda (guardare per credere) de Feudis. E il direttore del
quotidiano comunista Liberazione non si fa pregare (e non si vergogna) e giù
elogi… Piero Sansonetti è quel sicario informativo che scrisse che la sinistra
latinoamericana era l’opposto di quello che lui considera sinistra. Se ha le
idee così confuse, da Ushuaia e Tijuana se ne sono fatti una ragione. Adesso
sappiamo che la sua sinistra include Gianfranco Fini, che ha appena fatto il
partito unico con Berlusconi, ma non il Partito Democratico. Dal PRC si sono arrampicati sugli specchi per difendere Sansonetti (fino a
quando?). Per Gennaro Migliore le affermazioni di Sansonetti
sono “giustamente provocatorie”. Per Giovanni Russo Spena
“vanno prese come un paradosso”. Per il giornalista Claudio Sabelli Fioretti
sono semplicemente una pirlata. Ma farsi titolare dal Secolo
d’Italia, in piena campagna elettorale: “Da comunista dico: Fini
innova, Veltroni no”, non è una pirlata. E’ una precisa scelta
politica. Da una parte Bertinotti parla di competizione senza scontri né
coltelli per sconfiggere le destre, dall’altra (siccome l’importante è levar
voti al PD) ordina al direttore del suo giornale di giocare al tanto peggio per
salvare uno o due seggi. DA COMUNISTA Quel “da comunista”, per un sicario informativo, non è un orpello. E’ un
indispensabile rafforzativo per potersi permettere di dire una boiata che un
comunista vero non direbbe mai. Ci ricorda da vicino un altro noto sicario
della pubblicistica italiana, Giampaolo Pansa, che nel
demonizzare la Resistenza e riabilitare i repubblichini non manca mai di
premettere “se lo dico io che sono di sinistra…”. Sostituite i repubblichini
con AN e la Resistenza col PD ed ecco che Piero Sansonetti fa un’operazione
identica a quella di Giampaolo Pansa: “se ve lo dico io che sono comunista che
Fini è meglio di Veltroni…”. Se il vero nemico è il Partito Democratico, con tutte le sue insipienze e
difetti, Piero Sansonetti, e chi lo manovra, stanno prendendo la più sciagurata
delle vie in questa campagna elettorale, giocando al tanto peggio sulle spalle
dei lavoratori che a parole sostengono di rappresentare. Immaginatevi la scena
quando la sera del 13 aprile sapremo che Berlusconi tornerà a sfasciare
l’Italia. In milioni di italiani saremo disperati. Piero Sansonetti, tra una
comparsata televisiva e l’altra che Berlusconi certo non gli negherà mai,
invece brinderà allo scampato pericolo di vedere Veltroni al governo. Magari
farà anche una telefonata di congratulazioni. Al compagno Fini. |
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