Sul rifinanziamento alle spese militari e dintorni



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From: Fabio
Date: 19-feb-2008 5.05
Subject: [REQ] PeaceLink
To: info at peacelink.it

scusa... ma oggi inizia la discussione sul rifinanziamento
delle spese militari. Il vostro sito, aggiornatissimo su tutto, non
parla della guerra che l'Italia sta facendo. Perché?
Vi prego rispondetemi perché ci sono decine di morti al giorno e
questa mancanza mi sembra sudditanza politica (visto che nell'arco
parlamentare, tranne Turigliatto, votano tutti la guerra). Spero non
sia sudditanza... ma quale buona motivazione per censurare i miliardi
che vanno alla guerra?
Vi prego rispondetemi.

Questo messaggio è stato inviato al referente dell'area tematica
PeaceLink.
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Carissimo Fabio,
no, non stiamo zitti. Dal 2003 ad oggi, tra civili e militari iracheni, la "stima" delle vittime [perché un numero ed un nome a ciascun corpo non ci sarà mai] oscilla da un minimo di 81426 ad un massimo di 88886. I tuoi dati sono molto sottostimati, purtroppo. Io, come fonte, uso www.iraqbodycount.org.

Noi siamo sì attenti, ma siamo un gruppo di volontari: arriviamo dove possiamo.
In questi giorni:

- ci stiamo occupando di questioni italiane, in particolare dell'Ilva di Taranto. Da sola emette il 95% della diossina a livello nazionale, oltre a riversare mercurio in aria ed in mare. Queste affermazioni - documentate con dati ufficiali - ci sono costate una querela penale;
- Napoli non è finita in secondo piano, naturalmente;
- venendo agli esteri, ci siamo molto preoccupati di informare su ciò che sta ancora accadendo in Kenya: abbiamo diversi amici laggiù, ex bambini di strada, ora giornalisti;
- è stato un anno dove Kimbau è passato dal giorno alla notte [elettricità, acqua, internet prima non c'erano]. Ora l'ospedale funziona a pieno regime;

Poi vengono le lacune: l'Iraq è finito in secondo piano [ne parlavano tutti, abbiamo parlato d'altro e probabilmente abbiamo l'informazione è stata incompleta], per non parlare del Kosovo che è presente nella prima pagina solo come link verso gli articoli di Peacereporter.

Torniamo a quello che molti chiamano "il governo amico". No: non è stato un governo amico della pace e della nonviolenza. L'On. Silvio Berlusconi ha scritto leggi finanziarie dove gli investimenti in spese militari erano molto minori rispetto a quelle dell'On. Romano Prodi [a cui diamo diritto di replica, naturalmente].

Questi fatti, se ci hai letto, non sono passati inosservati, ma titolati - in maniera molto esplicita - con "Finanziaria di Guerra", più chiari di così. Vedi: www.peacelink.it/disarmo/i/43.html, oltre all'intera tematica disarmo.

Un abbraccio,
Giacomo Alessandroni
Segretario di PeaceLink