Qualche opportuno schiarimento, in forma di decalogo



Gentili signore e signori,

vi inviamo l'editoriale di Peppe Sini che apre il fascicolo del 15 febbraio
2008 delle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" sulla proposta
della presentazione di liste della sinistra della nonviolenza alle prossime
elezioni politiche. Proposta che avra' una verifica nell'incontro che si
terra' il 2 marzo a Bologna, incontro promosso dall'appello di Michele
Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana intitolato "Crisi politica. Cosa
possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?
Discutiamone il 2 marzo a Bologna".

Distinti saluti,

La redazione de "La nonviolenza e' in cammino"

Viterbo, 14 febbraio 2008

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532
e-mail: nbawac at tin.it
sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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PEPPE SINI: QUALCHE OPPORTUNO SCHIARIMENTO SULLA PROPOSTA DELLE LISTE
ELETTORALI DELLA SINISTRA DELLA NONVIOLENZA. SI PARVA LICET, IN FORMA DI
DECALOGO

Sulla proposta di verificare la possibilita' di presentare liste elettorali
della sinistra della nonviolenza alle prossime elezioni politiche stiamo
ricevendo in questi giorni molti interventi, alcuni dei quali molto ampi e
rappresentativi di posizioni molto articolate e diversificate, che
cercheremo di pubblicare nei prossimi giorni, ma fin d'ora vorremmo
cominciare a provare a sintetizzare quelli che per chi redige questo foglio
sono alcuni punti fermi, e a chiarire alcune questioni su cui a nostro
modesto avviso sarebbe bene non ci fossero equivoci, o furberie.
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1. Alla scuola di Bartleby
Noi non possiamo votare per i responsabili della guerra e delle stragi.
Noi non possiamo votare per i partiti che stando al governo hanno
sistematicamente violato la Costituzione della Repubblica Italiana.
Noi non possiamo votare per un'oligarchia di assassini razzisti e
guerrafondai.
Noi non possiamo votare per i malfattori, per gli eversori dall'alto: non e'
questione di opinione politica, non e' questione di dialettica parlamentare,
non e' questione di retorica o di ideologia: e' questione di coscienza e di
diritto, e' questione di dignita' umana. Ai seguaci odierni di Hitler e di
Stalin, agli stragisti della guerra afgana, ai razzisti responsabili delle
persecuzioni, della riduzione in schiavitu' e delle stragi delle sorelle e
dei fratelli migranti, noi diciamo che occorre opporsi.
Noi non possiamo quindi votare per tutti quei partiti che hanno scelto la
guerra e il razzismo, l'ecocidio e la violazione sistematica della legalita'
costituzionale e della dignita' umana: e tutti i partiti presenti in
parlamento negli ultimi due anni queste scelte scellerate hanno pur fatto.
Ebbene, almeno il nostro voto non lo avranno.
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2. Eppure
Eppure noi vogliamo votare. Non vogliamo essere espropriati ancora una volta
del nostro diritto di voto.
Vogliamo votare per contrastare la resistibile ascesa della destra eversiva
e filomafiosa (che i cedimenti della ex-sinistra razzista e bellicista hanno
agevolato). Vogliamo votare per difendere la legalita' costituzionale, il
diritto internazionale, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Vogliamo
votare per cercar di mandare in parlamento almeno qualche persona amica
della nonviolenza (e non disposta a prostituirsi alla pretesa "ragion di
stato" di partiti anomici e assassini), che si batta per la legalita'
democratica e la dignita' umana, affinche' le ingenti pubbliche risorse non
siano saccheggiate, o sperperate, o peggio ancora usate a fini di male
assoluto, ma vengano utilizzate a vantaggio dell'umanita'.
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3. La nonviolenza presa sul serio
Per poter votare abbiamo bisogno quindi che si presentino liste di donne e
uomini di volonta' buona che abbiano fatto la scelta della nonviolenza, del
femminismo, dell'ecologia, dell'impegno antirazzista e antimafia, la scelta
socialista e libertaria dell'impegno per affermare i diritti umani di tutti
gli esseri umani, la scelta rivoluzionaria di esser fedeli al programma: "Tu
non uccidere".
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4. Una scelta nitida e intransigente
Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa uscire dalla
subalternita' nei confronti del regime della corruzione, dell'autoritarismo,
dello sfruttamento che tutto devasta.
Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa rompere il
tabu' dell'obbligo della delega e della sudditanza ai potenti.
Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa farla finita
col vile ed infame equivoco "voi siete la politica, noi la societa' civile;
voi governate, noi vi presentiamo proposte; voi fate le leggi e noi ci
ritagliamo qualche interstizio"; pusillanime e turpe equivoco che ha
traviato e corrotto tanti giovani per mano di adulti insipienti ed
irresponsabili che cosi' li hanno resi complici ignari di poteri assassini.
Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa aprire uno
spazio politico; significa porre una decisiva questione di morale e di
diritto che ipso facto riqualifica l'agire politico; significa proporre di
portare la' dove si fanno le leggi l'unica scelta e l'unica forza che puo'
realmente, concretamente, coerentemente contrastare la deriva anomica,
criminale, totalitaria, onnicida oggi in corso.
La politica e' di tutti, e di tutti sono le istituzioni democratiche. Chi
pensa di non fare politica dalla politica altrui e' travolto.
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5. Liste, non un partito
Non pensiamo affatto a un partito. La forma-partito cosi' come e' stata
conosciuta nel Novecento e' ormai inadeguata a fronteggiare la drammatica
situazione presente, cosi' come altre categorie e strutture del pensiero
politico e giuridico pur gloriose di storia. Pensiamo a liste, a liste che
recuperino le tradizioni democratiche e libertarie delle esperienze
consiliari, liste che adottino il metodo del consenso, liste alla scuola del
femminismo, liste - anche in questo - nonviolente.
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6. Questioni di metodo, e di programma
Il programma elettorale delle liste della nonviolenza in cammino a noi
sembra che non sia difficile da stilare: abbiamo la carta del Movimento
Nonviolento; abbiamo i principi fondamentali della Costituzione della
Repubblica Italiana; abbiamo la Dichiarazione universale dei diritti umani;
e ancora, certo, il Discorso della montagna, la Ginestra di Leopardi, le Tre
ghinee di Virginia Woolf, Il bene comune della terra di Vandana Shiva...
Certo che ci sono problemi aperti, che ci sono differenze di opinioni tra
noi, ed e' bene, anzi benissimo che sia cosi'. Ha scritto una volta Brecht
che sarebbe stata cosa buona che una proposta di organizzazione politica
avesse un ricco elenco di questioni su cui non aveva una linea.
Quanto al metodo decisionale da adottare: abbiamo il metodo del consenso (e
sappiamo che funziona), ed abbiamo la ragionevole fiducia (revocabile in
qualunque momento) verso persone che a) non abbiano ceduto alla guerra; b)
non abbiano debiti di sorta verso i potenti; c) abbiano fin qui dato buona
prova di se' lungo un lungo corso di anni. Puo' non bastare, ma e' una base
ragionevole.
Per la composizione delle liste valga il principio "50 e 50 ovunque si
decide", alternando candidati femmine e maschi, cominciando sempre da una
donna.
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7. Politique d'abord
Gli aspetti tecnico-amministrativi per la presentazione delle liste sono
agevolmente superabili con un po' di fiducia reciproca e di buon senso.
Il simbolo non e' un problema, bastera' che non sia una pagliacciata.
Le firme necessarie alla presentazione delle liste sono agevolmente
raggiungibili.
I tempi sono certo ristretti, ma se non sprechiamo queste due settimane di
febbraio sono sufficienti.
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8. Era ora
Cosi' come quando sul finire dello scorso decennio iniziammo a fare questo
quotidano telematico per mesi e mesi ricevemmo lettere di surcigliosi
minossi che ci dicevano che era assurdo che la nonviolenza volesse e potesse
ogni giorno parlare, ed ora nessuno vi trova piu' niente di strano, oggi
questa nuova e decisiva sfida si pone: l'uscita della nonviolenza dalla
delega e dalla subalternita' nel campo specifico dell'agire
politico-istituzionale.
Il fatto stesso che abbiamo posto la questione delle liste elettorali della
sinistra della nonviolenza per il parlamento dimostra che il dado e' tratto.
Giacche' il miglior modo di dire e' fare.
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9. Il 2 marzo a Bologna e oltre
L'incontro del 2 marzo ha un senso se prima del 2 marzo si e' sviluppata una
riflessione corale ovunque. Il 2 marzo sara' una verifica e una sintesi.
Sara' anche un dibattito vero tra posizioni diverse, ma se condotto in
sprito fraterno e sororale le diversita' arricchiranno e non indeboliranno.
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10. Aufklaerung
La nonviolenza, ovvero il rischiaramento, e' l'uscita dell'essere umano
dallo stato di minorita' e d'iniquita' che egli deve imputare a se stesso.
Uscirne insieme e' la politica.

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Peppe Sini, gia' consigliere comunale e provinciale, e' stato dagli anni '70
uno dei principali animatori del movimento che si opponeva alle servitu'
energetiche e militari nell'Alto Lazio, e il principale animatore del
movimento che si oppose al devastante progetto autostradale della cosiddetta
"Supercassia"; nel 1979 ha fondato il Comitato democratico contro
l'emarginazione che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta'; ha
promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e
l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di
solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime
razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza
delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri
che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 e' stato
l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato
alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione
delle forze dell'ordine alla nonviolenza; e' stato dagli anni '80 il
principale animatore dell'attivita' di denuncia e opposizione alla
penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha
presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio
Provinciale di Viterbo -; dal 2000 e' direttore del notiziario telematico
quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".

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