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Qualche opportuno schiarimento, in forma di decalogo
- Subject: Qualche opportuno schiarimento, in forma di decalogo
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 14 Feb 2008 23:53:59 +0100
- Importance: Normal
Gentili signore e signori, vi inviamo l'editoriale di Peppe Sini che apre il fascicolo del 15 febbraio 2008 delle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" sulla proposta della presentazione di liste della sinistra della nonviolenza alle prossime elezioni politiche. Proposta che avra' una verifica nell'incontro che si terra' il 2 marzo a Bologna, incontro promosso dall'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana intitolato "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna". Distinti saluti, La redazione de "La nonviolenza e' in cammino" Viterbo, 14 febbraio 2008 Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532 e-mail: nbawac at tin.it sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ * * * PEPPE SINI: QUALCHE OPPORTUNO SCHIARIMENTO SULLA PROPOSTA DELLE LISTE ELETTORALI DELLA SINISTRA DELLA NONVIOLENZA. SI PARVA LICET, IN FORMA DI DECALOGO Sulla proposta di verificare la possibilita' di presentare liste elettorali della sinistra della nonviolenza alle prossime elezioni politiche stiamo ricevendo in questi giorni molti interventi, alcuni dei quali molto ampi e rappresentativi di posizioni molto articolate e diversificate, che cercheremo di pubblicare nei prossimi giorni, ma fin d'ora vorremmo cominciare a provare a sintetizzare quelli che per chi redige questo foglio sono alcuni punti fermi, e a chiarire alcune questioni su cui a nostro modesto avviso sarebbe bene non ci fossero equivoci, o furberie. * 1. Alla scuola di Bartleby Noi non possiamo votare per i responsabili della guerra e delle stragi. Noi non possiamo votare per i partiti che stando al governo hanno sistematicamente violato la Costituzione della Repubblica Italiana. Noi non possiamo votare per un'oligarchia di assassini razzisti e guerrafondai. Noi non possiamo votare per i malfattori, per gli eversori dall'alto: non e' questione di opinione politica, non e' questione di dialettica parlamentare, non e' questione di retorica o di ideologia: e' questione di coscienza e di diritto, e' questione di dignita' umana. Ai seguaci odierni di Hitler e di Stalin, agli stragisti della guerra afgana, ai razzisti responsabili delle persecuzioni, della riduzione in schiavitu' e delle stragi delle sorelle e dei fratelli migranti, noi diciamo che occorre opporsi. Noi non possiamo quindi votare per tutti quei partiti che hanno scelto la guerra e il razzismo, l'ecocidio e la violazione sistematica della legalita' costituzionale e della dignita' umana: e tutti i partiti presenti in parlamento negli ultimi due anni queste scelte scellerate hanno pur fatto. Ebbene, almeno il nostro voto non lo avranno. * 2. Eppure Eppure noi vogliamo votare. Non vogliamo essere espropriati ancora una volta del nostro diritto di voto. Vogliamo votare per contrastare la resistibile ascesa della destra eversiva e filomafiosa (che i cedimenti della ex-sinistra razzista e bellicista hanno agevolato). Vogliamo votare per difendere la legalita' costituzionale, il diritto internazionale, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Vogliamo votare per cercar di mandare in parlamento almeno qualche persona amica della nonviolenza (e non disposta a prostituirsi alla pretesa "ragion di stato" di partiti anomici e assassini), che si batta per la legalita' democratica e la dignita' umana, affinche' le ingenti pubbliche risorse non siano saccheggiate, o sperperate, o peggio ancora usate a fini di male assoluto, ma vengano utilizzate a vantaggio dell'umanita'. * 3. La nonviolenza presa sul serio Per poter votare abbiamo bisogno quindi che si presentino liste di donne e uomini di volonta' buona che abbiano fatto la scelta della nonviolenza, del femminismo, dell'ecologia, dell'impegno antirazzista e antimafia, la scelta socialista e libertaria dell'impegno per affermare i diritti umani di tutti gli esseri umani, la scelta rivoluzionaria di esser fedeli al programma: "Tu non uccidere". * 4. Una scelta nitida e intransigente Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa uscire dalla subalternita' nei confronti del regime della corruzione, dell'autoritarismo, dello sfruttamento che tutto devasta. Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa rompere il tabu' dell'obbligo della delega e della sudditanza ai potenti. Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa farla finita col vile ed infame equivoco "voi siete la politica, noi la societa' civile; voi governate, noi vi presentiamo proposte; voi fate le leggi e noi ci ritagliamo qualche interstizio"; pusillanime e turpe equivoco che ha traviato e corrotto tanti giovani per mano di adulti insipienti ed irresponsabili che cosi' li hanno resi complici ignari di poteri assassini. Formulare la proposta delle liste della nonviolenza significa aprire uno spazio politico; significa porre una decisiva questione di morale e di diritto che ipso facto riqualifica l'agire politico; significa proporre di portare la' dove si fanno le leggi l'unica scelta e l'unica forza che puo' realmente, concretamente, coerentemente contrastare la deriva anomica, criminale, totalitaria, onnicida oggi in corso. La politica e' di tutti, e di tutti sono le istituzioni democratiche. Chi pensa di non fare politica dalla politica altrui e' travolto. * 5. Liste, non un partito Non pensiamo affatto a un partito. La forma-partito cosi' come e' stata conosciuta nel Novecento e' ormai inadeguata a fronteggiare la drammatica situazione presente, cosi' come altre categorie e strutture del pensiero politico e giuridico pur gloriose di storia. Pensiamo a liste, a liste che recuperino le tradizioni democratiche e libertarie delle esperienze consiliari, liste che adottino il metodo del consenso, liste alla scuola del femminismo, liste - anche in questo - nonviolente. * 6. Questioni di metodo, e di programma Il programma elettorale delle liste della nonviolenza in cammino a noi sembra che non sia difficile da stilare: abbiamo la carta del Movimento Nonviolento; abbiamo i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana; abbiamo la Dichiarazione universale dei diritti umani; e ancora, certo, il Discorso della montagna, la Ginestra di Leopardi, le Tre ghinee di Virginia Woolf, Il bene comune della terra di Vandana Shiva... Certo che ci sono problemi aperti, che ci sono differenze di opinioni tra noi, ed e' bene, anzi benissimo che sia cosi'. Ha scritto una volta Brecht che sarebbe stata cosa buona che una proposta di organizzazione politica avesse un ricco elenco di questioni su cui non aveva una linea. Quanto al metodo decisionale da adottare: abbiamo il metodo del consenso (e sappiamo che funziona), ed abbiamo la ragionevole fiducia (revocabile in qualunque momento) verso persone che a) non abbiano ceduto alla guerra; b) non abbiano debiti di sorta verso i potenti; c) abbiano fin qui dato buona prova di se' lungo un lungo corso di anni. Puo' non bastare, ma e' una base ragionevole. Per la composizione delle liste valga il principio "50 e 50 ovunque si decide", alternando candidati femmine e maschi, cominciando sempre da una donna. * 7. Politique d'abord Gli aspetti tecnico-amministrativi per la presentazione delle liste sono agevolmente superabili con un po' di fiducia reciproca e di buon senso. Il simbolo non e' un problema, bastera' che non sia una pagliacciata. Le firme necessarie alla presentazione delle liste sono agevolmente raggiungibili. I tempi sono certo ristretti, ma se non sprechiamo queste due settimane di febbraio sono sufficienti. * 8. Era ora Cosi' come quando sul finire dello scorso decennio iniziammo a fare questo quotidano telematico per mesi e mesi ricevemmo lettere di surcigliosi minossi che ci dicevano che era assurdo che la nonviolenza volesse e potesse ogni giorno parlare, ed ora nessuno vi trova piu' niente di strano, oggi questa nuova e decisiva sfida si pone: l'uscita della nonviolenza dalla delega e dalla subalternita' nel campo specifico dell'agire politico-istituzionale. Il fatto stesso che abbiamo posto la questione delle liste elettorali della sinistra della nonviolenza per il parlamento dimostra che il dado e' tratto. Giacche' il miglior modo di dire e' fare. * 9. Il 2 marzo a Bologna e oltre L'incontro del 2 marzo ha un senso se prima del 2 marzo si e' sviluppata una riflessione corale ovunque. Il 2 marzo sara' una verifica e una sintesi. Sara' anche un dibattito vero tra posizioni diverse, ma se condotto in sprito fraterno e sororale le diversita' arricchiranno e non indeboliranno. * 10. Aufklaerung La nonviolenza, ovvero il rischiaramento, e' l'uscita dell'essere umano dallo stato di minorita' e d'iniquita' che egli deve imputare a se stesso. Uscirne insieme e' la politica. * * * Peppe Sini, gia' consigliere comunale e provinciale, e' stato dagli anni '70 uno dei principali animatori del movimento che si opponeva alle servitu' energetiche e militari nell'Alto Lazio, e il principale animatore del movimento che si oppose al devastante progetto autostradale della cosiddetta "Supercassia"; nel 1979 ha fondato il Comitato democratico contro l'emarginazione che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta'; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 e' stato l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; e' stato dagli anni '80 il principale animatore dell'attivita' di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; dal 2000 e' direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". * * *
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