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La Resistenza nonviolenta di Paolo Sabbetta
- Subject: La Resistenza nonviolenta di Paolo Sabbetta
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Wed, 17 Oct 2007 17:01:47 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
LA CITTADELLA DEGLI EROI Tenuta “TORMANCINA” (Monterotondo-Roma) dell’Istituto Sperimentale Zootecnico di Roma Durante l’occupazione militare tedesca della Tenuta “TORMANCINA” anni 1943/1944 l’intera Comunità dell’Azienda (uomini, donne, anziani, bambini, tecnici, impiegati, operai, contadini) si coalizzò contro gli occupanti, mettendo in atto tutta una serie di espedienti, sotterfugi, stratagemmi, per salvare da cattura, deportazioni, rastrellamenti, razzie, saccheggi…civili, militari, italiani e alleati, beni mobili ed immobili di proprietà dello Stato Italiano. Una vera e propria beffa alimentata dall’insopprimibile spirito di libertà e indipendenza. Da 60 anni questa esemplare pagina di storia viene relegata nel dimenticatoio, condannata ad un ingrato oblio: è dovere etico, sociale e civile della Nazione rievocare le gesta di chi non c’è più…rendere merito ai superstiti…riconoscere ai figli e nipoti il diritto di ricordare i padri con legittima fierezza ed orgoglio. Si invoca a gran voce la pace…si manifesta su tutte le piazze per la non violenza…e si offende poi, relegandola nel silenzio, la memoria storica sulla matrice del movimento popolare di resistenza non violento del 1943/44. Il 25 aprile, giorno della liberazione, si celebra la lotta partigiana armata e non quella del movimento popolare di resistenza non violenta. Perché questa discriminazione? Perché si mette a tacere una pagina di storia del nostro Paese? Nell’anno 1945, con l’avvento del CLN (Comitato Liberazione Nazionale-vedi DC/PCI)subito dopo la cacciata dei Tedeschi, la Direzione della tenuta venne decapitata dei capi settori. Il dirigente della tenuta, artefice della Resistenza della Comunità, venne epurato e licenziato con una pretestuosa motivazione, firmata dal Commissario dott. Renato Cianca (comunista), e dovette emigrare per trovare lavoro. Da oltre sessant’anni questa pagina storica della Resistenza di “Tor Mancina” viene ignorata dalla Repubblica Italiana. L’artefice della Resistenza della Comunità di “Tor Mancina”, rientrato in Patria, dal 1988 cominciò a scrivere le vicende di quel periodo e inoltrò al Presidente della Repubblica Scalfaro, e successivamente al Presidente Ciampi e all’attuale Presidente Napolitano (comunista), una petizione perché venissero riconosciute alla Comunità di “Tor Mancina” le gesta eroiche del periodo 1943-’44. Alla petizione fu risposto che non si poteva conferire onorificenze a collettività in quanto non contemplato dalla legge italiana. Ciò contrasta con la legge 2 gennaio 1958, n.13 che scrive testualmente: “…Le ricompense al valor civile possono essere concesse anche a Reparti Militari, Enti e Corpi, i cui membri abbiano compiuto collettivamente atti per salvare persone esposte ad imminente e grave pericolo e per tenere alti il nome ed il prestigio della Patria…” La stessa obiezione è stata ribadita sia dal Presidente della Repubblica Ciampi che dall’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Presidente Scalfaro propose, invece, il dirigente della Tenuta per l’ onorificenza di “Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana”. Senonchè tale onorificenza è stata consegnata priva di motivazione e non sono valsi tre solleciti , compresi quelli della Prefettura di Foggia, per ottenere una spiegazione. Dal 1988 il protagonista di questa vicenda cominciò a raccogliere e scrivere la documentazione di quella pagina di storia che lo vide attore della Resistenza non violenta della Comunità, responsabile verso le autorità naziste in prima persona della vita della Tenuta. Tenuto presente che salvò migliaia di vite umane di ogni etnia e religione, che salvò dal rischio della fame diecimila abitanti di Monterotondo, che dette rifugio a milleduecento sfollati di Montecassino, che nascose ufficiali e soldati dell’esercito italiano sbandati, che fornì mezzi di sostentamento ad un numero indeterminato di alleati nascosti nei boschi della Tenuta, che evitò il rastrellamento di militari e civili da parte delle truppe Tedesche, che salvò con un espediente cartaceo venti giovani dalla deportazione, dal 1993 colpito da invalidità visiva, è stato privato di ogni assistenza domiciliare e sanitaria, senza indennità di accompagnamento, privo di assistenza culturale, impossibilitato pertanto a redigere memorie storiche. Si vede oggi, a 95 anni, cieco, solo, emarginato, abbandonato. Come si spiega questo trattamento da parte del proprio Paese? Come spiegare che l’eroe italiano Perlasca, compiendo analoghe gesta fuori d’Italia, in terra d’Ungheria, ottenne onori e vitalizio dallo Stato Italiano? Paolo Sabbetta Viale Europa, 45 Tel : 0881 637822 e-mail : paolosabbetta at libero.it --- Per approfondimenti vai all'editoriale di Carlo Gubitosa "Contro Hitler a mani nude" http://italy.peacelink.org/editoriale/articles/art_21467.html --- Alessandro Marescotti http://www.peacelink.it Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA)
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