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Non dimentichiamo il genocidio dei nativi americani
- Subject: Non dimentichiamo il genocidio dei nativi americani
- From: Alessio Di Florio <ahimsashalom at yahoo.it>
- Date: Tue, 16 Oct 2007 12:44:44 +0200 (CEST)
La presente lettera, nasce dall'esigenza di richiamare
l'attenzione sui Popoli Nativi Americani, i cui problemi e le cui
rivendicazioni non trovano spazio sufficiente per far sì che essi
possano essere conosciuti per quello che sono e rappresentano.
Se da una parte vi è un qualche raro accenno alla loro storia, il
vuoto si fa assoluto quando si parla della loro attualità, anche
quando, vedi l'evento recente del Columbus Day, essi sono lì a
manifestare la propria presenza e le proprie idee, anche quando, come
ogni anno in questa occasione, vengono puntualmente arrestati in massa
rei soltanto di "turbare" questa giornata dedicata all'"orgoglio
italiano" e a Cristoforo Colombo.
Quello che chiediamo, è una presa di coscienza che il silenzio su
questi Popoli, non ha ragioni editoriali concepibili nella logica
dell'informazione democratica e civile che ogni palinsesto televisivo
dovrebbe avere come priorità assoluta. Non vi è logica nel non parlare
dei Lakota, dei Cheyenne, degli Apache, dei Blackfoot, dei Ponca,
degli Zuni, dei Navajo, degli Innu e di tutte le altre tribù che in
tutti gli Stati Uniti e nel Canada vivono tra non poche difficoltà,
sia nelle riserve che nei centri urbani. Non vi è logica nel non
parlare delle loro condizioni sociali ed economiche precarie,
dell'alto tasso di suicidi in queste comunità e della scarsa
assistenza medica, evidente nei quasi inesistenti programmi
governativi per prevenire malattie come diabete e colesterolo il cui
tasso tra questi popoli è molto più alto che nel resto del mondo, non
vi è ragione per tacere sui rimorchi tossici che la FEMA vuole
assegnare nel Sud Dakota agli abitanti delle riserve, per tacere sul
problema impellente dell'inquinamento di alcune riserve in cui
compagnie estraggono uranio causando decessi non solo tra gli stessi
minatori Nativi Americani ma anche per contaminazione nelle loro
famiglie. Non vi è inoltre alcuna ragione per non vedere servizi o
programmi che mandino in onda la storia, durata fino a pochi fa, delle
scuole residenziali canadesi (gestite per il 90% dalla chiesa
cattolica) e delle boarding school americane, veri e propri lager
nelle quali sono stati commessi reati gravi quali sevizie, torture
fisiche e psicologiche al solo fine di convertire forzatamente i
bambini Nativi Americani alla cultura occidentale. In queste "scuole"
morirono numerosi bambini a seguito di queste torture. Infine, non vi
sono motivi per non diffondere le loro voci ed appelli sul problema
del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici che mettono in
molti casi questi popoli in situazioni di rischio di sopravvivenza
(vedi gli Indiani Gwich'in). Questi popoli, dimenticati e lasciati
nell'indifferenza totali, sono detentori di un immenso e variegato
patrimonio culturale mai cancellato nonostante il genocidio fisico e
culturale della loro storia, che è senza dubbio patrimonio dell'intera
Umanità, che in quanto tale deve avere il massimo rispetto. Questo
patrimonio culturale e linguistico è ogni giorno di più messo in
difficoltà da questo stato di cose. Questi popoli oggi chiedono di
venire ascoltati. Vi invitiamo calorosamente a prendere atto della
nostra richiesta, di dedicare spazi informativi in cui si possa
ascoltare queste voci, questi uomini, donne e bambini. Pensiamo che
sia giunto il momento cominciare a cercare, anche attraverso questa
richiesta, un cammino di riconciliazione con questi Popoli che possa
portare ad una comprensione reciproca e ad un proficuo rapporto di
educazione civile e sociale in cui tutti noi abbiamo e avremo molte
cose da guadagnare. Pensiamo che sia impellente iniziare a porre fine
al silenzio, e lo pensiamo con sincera convinzione e fermezza. E, per
terminare, pensiamo che questa lettera non debba cadere a sua volta
nell'indifferenza. Non lasciate che questo accada.
l'attenzione sui Popoli Nativi Americani, i cui problemi e le cui
rivendicazioni non trovano spazio sufficiente per far sì che essi
possano essere conosciuti per quello che sono e rappresentano.
Se da una parte vi è un qualche raro accenno alla loro storia, il
vuoto si fa assoluto quando si parla della loro attualità, anche
quando, vedi l'evento recente del Columbus Day, essi sono lì a
manifestare la propria presenza e le proprie idee, anche quando, come
ogni anno in questa occasione, vengono puntualmente arrestati in massa
rei soltanto di "turbare" questa giornata dedicata all'"orgoglio
italiano" e a Cristoforo Colombo.
Quello che chiediamo, è una presa di coscienza che il silenzio su
questi Popoli, non ha ragioni editoriali concepibili nella logica
dell'informazione democratica e civile che ogni palinsesto televisivo
dovrebbe avere come priorità assoluta. Non vi è logica nel non parlare
dei Lakota, dei Cheyenne, degli Apache, dei Blackfoot, dei Ponca,
degli Zuni, dei Navajo, degli Innu e di tutte le altre tribù che in
tutti gli Stati Uniti e nel Canada vivono tra non poche difficoltà,
sia nelle riserve che nei centri urbani. Non vi è logica nel non
parlare delle loro condizioni sociali ed economiche precarie,
dell'alto tasso di suicidi in queste comunità e della scarsa
assistenza medica, evidente nei quasi inesistenti programmi
governativi per prevenire malattie come diabete e colesterolo il cui
tasso tra questi popoli è molto più alto che nel resto del mondo, non
vi è ragione per tacere sui rimorchi tossici che la FEMA vuole
assegnare nel Sud Dakota agli abitanti delle riserve, per tacere sul
problema impellente dell'inquinamento di alcune riserve in cui
compagnie estraggono uranio causando decessi non solo tra gli stessi
minatori Nativi Americani ma anche per contaminazione nelle loro
famiglie. Non vi è inoltre alcuna ragione per non vedere servizi o
programmi che mandino in onda la storia, durata fino a pochi fa, delle
scuole residenziali canadesi (gestite per il 90% dalla chiesa
cattolica) e delle boarding school americane, veri e propri lager
nelle quali sono stati commessi reati gravi quali sevizie, torture
fisiche e psicologiche al solo fine di convertire forzatamente i
bambini Nativi Americani alla cultura occidentale. In queste "scuole"
morirono numerosi bambini a seguito di queste torture. Infine, non vi
sono motivi per non diffondere le loro voci ed appelli sul problema
del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici che mettono in
molti casi questi popoli in situazioni di rischio di sopravvivenza
(vedi gli Indiani Gwich'in). Questi popoli, dimenticati e lasciati
nell'indifferenza totali, sono detentori di un immenso e variegato
patrimonio culturale mai cancellato nonostante il genocidio fisico e
culturale della loro storia, che è senza dubbio patrimonio dell'intera
Umanità, che in quanto tale deve avere il massimo rispetto. Questo
patrimonio culturale e linguistico è ogni giorno di più messo in
difficoltà da questo stato di cose. Questi popoli oggi chiedono di
venire ascoltati. Vi invitiamo calorosamente a prendere atto della
nostra richiesta, di dedicare spazi informativi in cui si possa
ascoltare queste voci, questi uomini, donne e bambini. Pensiamo che
sia giunto il momento cominciare a cercare, anche attraverso questa
richiesta, un cammino di riconciliazione con questi Popoli che possa
portare ad una comprensione reciproca e ad un proficuo rapporto di
educazione civile e sociale in cui tutti noi abbiamo e avremo molte
cose da guadagnare. Pensiamo che sia impellente iniziare a porre fine
al silenzio, e lo pensiamo con sincera convinzione e fermezza. E, per
terminare, pensiamo che questa lettera non debba cadere a sua volta
nell'indifferenza. Non lasciate che questo accada.
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