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La sai l'ultima dei media
italiani su Chávez?
Chávez propone la fine dell'apartheid a Caracas, dove ricchi
e poveri vivono rigidamente separati e crea, come negli Stati Uniti, il
Distretto Federale nella capitale. Con ritardo, ed in maniera stranamente
concertata, solo la stampa italiana trova il modo di ridicolizzare anche questa
proposta e di non parlare della sconfitta della mediazione di Chávez per
liberare la Betancourt e gli altri sequestrati dalle FARC in Colombia. Strano,
no?
di Gennaro
Carotenuto
"Quel buffone di Chávez cambia il nome di Caracas in 'la Cuna de Bolívar y
Reina del Guaraira Repano' "! Oggi tutti i giornali, telegiornali,
radiogiornali, italiani, MA SOLO GLI ITALIANI, in maniera sospettosamente
concertata, parlano del cambiamento del nome di Caracas con dovizia di
spazi, "La Stampa" mezza pagina, la RAI sveglia Raffaele Fichera
nella notte... Ovviamente i toni sono i soliti: "La sai l'ultima di
Chávez..."
E' assolutamente straordinario. Sulla stampa latinoamericana la notizia del
cambio di nome non esiste (neanche la BBC ne parla minimamente e men che meno
se ne parla negli Stati Uniti) ma in compenso tutti hanno un'altra notizia in
prima pagina, che stranamente, sospettosamente, alla stampa
italiana non interessa. Ne parleremo tra poche righe. La stampa venezuelana,
controllare per credere, di fatto non ne parla, quasi non si è accorta del
dettaglio che leva il sonno a Raffaele Fichera. "El Universal" di
Caracas, il "Corriere della Sera" venezuelano, da sempre oppositore,
vi aveva dedicato un articolo critico il 18 agosto, e poi ne ha riscritto il
25, una settimana dopo, con delle interviste ad alcuni intellettuali
dell'opposizione. Anche "El Nacional", l'altro grande quotidiano
caraqueño, possiamo compararlo a "Il Giornale", ne aveva parlato, ma
il giorno 19 agosto. Il mio calendario mi dice che oggi è il 27. I giornali
italiani si son dati di gomito (o hanno alzato il gomito...) ieri pomeriggio, e
ne scrivono oggi.
Se i due principali giornali venezuelani, entrambi oppositori, "El
Universal", che ha tinte più paludate, e perfino "El Nacional"
non si preoccupano più di tanto del cambio di nome, converrete che non è
proprio il massimo come notizia che svegli gli italiani tra i primi titoli del
GR nel primo lunedì dopo le ferie.
La notizia, pur se vecchia di ben dodici giorni ovviamente c'è, ma non è il
cambio di nome ma la nascita a Caracas del Distretto Federale, come Washington
negli Stati Uniti. Se sarà approvata dal referendum popolare sarà una profonda
riforma nella storia e nell'urbanistica della capitale, della quale accennammo qui. Nascondere una notizia importante con la
ridicolizzazione della stessa è un gioco conosciuto.
Il nuovo nome, "la Cuna de Bolívar y Reina del Guaraira Repano",
accompagnerebbe e non sostituirebbe quello di Caracas, anzi, Santiago de León
de Caracas, recuperando anche il nome tradizionale indigeno della valle, un
terzo della popolazione venezuelana. Purtroppo chi ne scrive su la stampa
italiana è troppo ignorante per saperlo, ma quasi tutte le città
latinoamericane hanno nomi ufficiali lunghi un paio di righe. Ci sarebbe spazio
per un approfondimento, ma mai e poi mai per una notizia. Eppure proprio così
viene presentata: "quel folle di Chávez stamattina s'è svegliato e ha
cambiato nome alla capitale". E' giornalismo questo?
Approfondimento, bella parola... bisognerebbe saper spiegare per esempio che
capitali come Caracas o Santiago del Cile, vivono da sempre nell'apartheid.
Ogni quartiere ha un proprio governo con dei poteri enormi, dalla fiscalità
alla polizia, assolutamente incomparabili con quelli europei. Ogni quartiere è
una città nella città, uno stato nello stato: i ricchi stanno con i ricchi e i
poveri con i poveri. I ricchi hanno servizi per ricchi e i poveri hanno servizi
per poveri o non li hanno affatto. Basta attraversare una strada per entrare in
un altro mondo. Contro l'apartheid, va la profonda riforma della città di Caracas
e la nascita del Distretto Federale. Altro che cambio di nome... e ce ne
sarebbero di cose interessanti da dibattere!
Ma al di là dell'ignoranza e della profonda malafede (vendo questo articolo
solo se faccio folklore, e parlo male di Chávez, altrimenti, se scrivessi la
verità non me lo comprerebbero) di chi scrive su la stampa e parla alla
radio o in TV oramai in Italia si va ben oltre. La pervicace volontà di far
passare Chávez come un pazzo pericolo e i democratici partecipativi venezuelani
come dei burattini nelle sue mani, si affianca all'incompetenza, la malafede e
la mancanza di professionalità.
Qualche giorno fa l'intera stampa italiana fu ridicolizzata all'estero per
avere dato uno spazio abnorme alla prevedibilmente falsa notizia della liberazione
di Ingrid Betancourt, tra centinaia di sequestrati dalle FARC l'unico ostaggio
pregiato. Ne riferimmo qui.
La notizia non esisteva e la fonte era giudicata di infima credibilità. Ne
parlammo solo noi. In Francia ne hanno riso a lungo. Chi aveva diffuso la
notizia falsa e tendenziosa era infatti la rampolla di una prominente famiglia
venezuelana, Patricia Poleo, accusata di aver fatto assassinare il giudice Danilo
Anderson. Ci furono grandi quotidiani italiani che pur di spacciare paginate
improbabili, arrivarono a trasformare il pensiero della madre di Ingrid
Betancourt da "speriamo che la Poleo sia credibile" in "la Poleo
è credibile". E' triste ammettere che la Poleo, per la stampa italiana,
era credibile "in quanto antichavista" e perché in maniera falsa e
tendenziosa collegava Chávez alle FARC colombiane.
Ebbene la notizia di prima pagina di ieri e di oggi su tutta la stampa
latinoamericana è che le FARC hanno rifiutato la mediazione di Chávez per
la questione del cambio degli ostaggi. Chávez, da sempre scettico sulla
possibilità di fare da mediatore tra governo colombiano e FARC, si era infine
speso offrendo il territorio venezuelano come luogo dello scambio. Ma ieri si è
visto bocciare la sua proposta di scambio, che avrebbe incluso la Betancourt,
dal portavoce delle FARC, Raúl Reyes. E' una concreta sconfitta politica per
Chávez, ed è una notizia da prima pagina in America. Ma ovviamente, al
contrario che per la bufala della Poleo, questa notizia è tergiversata dalla
stampa italiana che la nasconde e preferisce riciclare il cambio di nome di
Caracas.
Interessa o non interessa la Betancourt? Decidetevi! Scrivete paginate per
una bufala e neanche una riga per una notizia vera e importante sulla sorte
della Betancourt? Ma a chi vi affidate per coprire un continente dove vivono
550 milioni di persone? Siete sicuri che non vi stia ingannando?
Oramai ogni settimana va trovata una balla per battere il ferro caldo della
demonizzazione di Hugo Chávez. La settimana scorsa una misura tecnica come il
cambio di fuso orario è stata in malafede comparata addirittura al calcolo
dell'era fascista in Italia. Oggi si spara questa del cambio di nome di
Caracas, slegandola completamente dalla nascita del Distretto Federale. Intanto
notizie importanti sul Venezuela e l'America latina vengono negate ai lettori.
Ma non vi vergognate?
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