Colpo di stato digitale in
Cile: Michelle Bachelet svende il paese alla Microsoft
Il governo di Michelle Bachelet mette nelle mani di
Microsoft il monopolio totale del presente e del futuro informatico cileno. Con
un grande concordato tra stato e... chiesa, da oggi Microsoft controllerà tutti
i dati sensibili dei cittadini cileni e lo stato stesso li spingerà ad usare
solo prodotti della multinazionale.
di Gennaro
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Mentre buona parte dell'America Latina, dal Perù al Brasile
al Venezuela, dove oramai la stragrande maggioranza dei computer in uffici
pubblici funziona con il sistema Linux, sceglie il software libero, il Cile va
in direzione opposta. Al contrario il governo "di sinistra" di
Michelle Bachelet, non ci crede e ha consegnato il monopolio del futuro
informatico e tecnologico del paese ad una sola impresa multinazionale
straniera, la Microsoft. Con un'elemosina di pochi milioni di dollari, la
Microsoft da ora dispone dell'intera macchina dello stato cileno per rafforzare
la propria posizione dominante nel paese.
Lo hanno firmato in silenzio, lo scorso 9 maggio, ma i dettagli dell'operazione
stanno venendo alla luce solo ora per opera di un ricercatore, Carlos Moffat, e
un giornalista, Christian Leal. Sembra quasi un trattato tra stati, si chiama
"Accordo quadro di Collaborazione tra il governo del Chile e Microsoft
Corporation". E' stato firmato addirittura dal ministro dell'economia,
Alejandro Ferreiro, e dal capo dell'ufficio strategie di Microsoft Craig
Mundie. Mandare un ministro importante a firmare un accordo con un funzionario?
Dove l'ho già sentita? Certo, nel 2003 a Miami, la ministra degli esteri cilena
e allora precandidata alla presidenza, Soledad Alvear, firmò il Trattato di
libero commercio con gli Stati Uniti. A rappresentare il governo degli Stati
Uniti, andò un semplice sottosegretario all'agricoltura, Robert Zoellick.
Quella volta non andò George Bush -e Ricardo Lagos rinunciò all'ultimo istante-
e questa volta non si è presentato Bill Gates. Povero chilito, più si comporta
in maniera ligia agli interessi dei potenti, più questi lo snobbano.
Ma di cosa tratta l'accordo tra Cile e Microsoft?
Il punto più conflittuale si chiama "domicilio digitale": la
Microsoft si impegna a creare e gestire uno spazio basato sulla piattaforma
Live (Messanger, Spaces eccetera) dove il governo concentrerà tutte le
informazioni su 18 milioni di cileni. Una sola compagnia straniera conoscerà
così vita, morte e miracoli (residenza, dati sensibili, dichiarazioni dei
redditi) di tutti i cileni. Tutto ciò si accompagnerà con la altrettanto
importante parte locale: la Microsoft gestirà i portali di tutti i municipi del
paese (e se volessero farlo per conto proprio?) e gestirà informazioni
finanziarie, fiscali, contabili, appalti, traffico, salute ed educazione. La
Microsoft domani saprà che il signor Pérez, residente a Puerto Montt, è in
chemioterapia o se la signora Rodríguez, di Arica, ha pagato la tassa sui
rifiuti.
Per tutto ciò il governo cileno pagherà e salato. Ma c'è anche la parte che
rivela la natura filantropica della Microsoft. I due soggetti si impegnano
reciprocamente a che tutti i cittadini cileni dai 18 ai 35 siano addestrati ad
usare programmi Microsoft come Windows, Word e Internet Explorer e solo quelli.
Dopo aver creato le condizioni del monopolio totale sul sistema scolastico
cileno, la Microsoft donerà addirittura un milione di dollari perché le scuole
cilene siano collegate ad Internet (ovviamente via Microsoft) e ben 600.000
dollari perché 30.000 insegnanti (20 dollari a testa, il resto lo mette il
governo) vengano addestrati a fare i promotori dei prodotti Microsoft.
Un milione e sei in donazioni per l'educazione dei cileni all'uso di prodotti
Microsoft. A caval donato, diranno i sostenitori... A questi si aggiungono ben
sei milioni di euro per tre anni in sconti a studenti e cittadini cileni a
basso reddito per acquistare prodotti Microsoft. Così i poveri e gli indigenti
cileni -che sono completamente esclusi dal sistema educativo privatizzato in
dittatura e ancor più privatizzato in "democrazia"- potranno ottenere
a prezzo scontato Windows Vista! Grazie Microsoft, Grazie Michelle!
Altrettanto generoso è un altro programma, quello destinato alle piccole e
medie imprese. Microsoft sconterà la cifra di 5 milioni di dollari
sull'acquisto del parente povero di Microsoft Office, Works e per acquistare un
visualizzatore di Power Point. Un visualizzatore! Un visualizzatore per vedere
presentazioni fatte da altri. Se poi le piccole imprese cilene volessero
farsele da sole le presentazioni (sai com'è...) allora sono sempre libere di
comprare Power Point a prezzo pieno.
A dire il vero conosco decine di posticini in giro per Santiago dove comprare
software piratato, ma immagino che non sia carino dirlo. Soprattutto perché un
altro punto dell'accordo concerne l'aiuto disinteressatissimo di Microsoft al
governo cileno per combattere la pirateria informatica.
Saranno infine ben 300.000 (in tre anni, 100.000 l'anno) i dollaroni che
Microsoft metterà a disposizione per fomentare l'innovazione tecnologica nelle
università cilene. La cifra stanziata è talmente esigua da far capire che a
Microsoft non interessa nulla del contributo dei giovani informatici cileni
all'innovazione tecnologica. L'unica cosa importante è che -come per il
colonialismo classico- il Cile continui ad essere un mero mercato di consumo
per i prodotti dei centri economici mondiali. Con il consenso del governo del
paese.
Mentre nei paesi pilota del cambio in America latina, ma anche in quelli ancora
ancorati all'ortodossia neoliberale, come il Perù, si sceglie il software
libero, il Cile punta tutto sul software proprietario. Alejandro Ferreiro,
ministro dell'Economia di Michelle Bachelet, afferma che il Cile vada così in
direzione degli standard mondiali di progresso tecnologico. Ma non sono gli
standard aperti, quelli del software libero e non proprietario che consentono
l'innovazione e l'indipendenza nazionale. Sono gli "standard
commerciali", quelli di Microsoft e del neoliberalismo. Ancora una volta
il Cile brilla, ma per la sua supinità.
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