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anche: Enrico
Letta e Mario Adinolfi hanno le firme per candidarsi?
La Repubblica tocca il
fondo (schiena)
Il quotidiano la Repubblica prende una decina di giornaliste
(presumibilmente tutte giovani precarie con capacità contrattuale zero) e, le
obbliga a descrivere il proprio fondoschiena.
di Gennaro
Carotenuto
Succede a pagina 178 del supplemento modaiolo Velvet, tuttora in edicola
(l’immagine scandita è sul
sito). Scomodano addirittura la nobile dizione di "inchiesta" che
un tempo si utilizzava per la mafia o per le morti bianche. La Repubblica non
lo chiede certo a Miriam Mafai o a giornaliste affermate come Emanuela
Audisio o Conchita de Gregorio, ma l' "inchiesta sui sederi delle
redattrici precarie" di Repubblica fa bella mostra di sé tra gli
scempi del quotidiano romano.
Chi sono Isabella Elena Avanzini, Elisabetta Muritti, Simona Silvestris, Angela
Croce, Benedetta Ballabio, Suse Uhmann, Katia Brega, Elena Orlandi, Laura
Bianchi? Sono ragazze... a mettere i loro nomi in Google si trova ben poco.
Firmando su Repubblica la descrizione del loro fondoschiena pensano si apra
loro un mondo. Pensano sia lavoro. E Repubblica lo sa e approfitta come un
vecchio ruffiano, e porco, della situazione. Forse non sono coscienti
dell'umiliazione alla quale sono state sottoposte. Magari si sono anche
divertite, le poverette.
"Le mie colleghe che mi
chiedono spesso consiglio e qualche volta, calano anche i pantaloni per rendere
l'idea... io sorrido e do suggerimenti mirati." Il mio sedere è altuccio e
rotondo, a suo agio nella taglia 40. Come dire, ho avuto culo" scrive la
giornalista (?) Angela Croce con rara finezza. "Il mio sedere è
fatto di marmo. Non posso farci niente", ribatte Suse Uhmann
mettendo in vendita la miglior merce.
"Culo. Già la parola mi piace, suona morbida e tonda, perfetta per
descrivere il mio. Ho sempre pensato che il sedere sia tanto importante quanto
la faccia. Per dirla con la matematica, viso:fronte=culo:retro.
Fondamentale quindi. Con gli anni poi ho capito che "tanto" come il
mio è bello, non ne vorrei mai uno piatto o secco, così piace solo a chi il
sedere non piace. Punto di forza? I due buchini sulla schiena. Fanno
parte dell'"armamentario ideale". Laura Bianchi
Ma non ti vergogni, Laura Bianchi? Sei (sic!) una giornalista, non un'aspirante
velina. Ti pagano per scrivere o per descrivere i due buchini sulla schiena? Ma
soprattutto, chi comprava La Repubblica negli anni '70 la compra ancora oggi?
Non si vergogna? Non se la fa incartare dal giornalaio come facevano negli anni
'70 con "Le ore"?
Qualcuno continua a cullarsi (e a comprare) per il fatto che La Repubblica
attacchi (blandamente) il politico Berlusconi e sia il grande giornale di
riferimento degli elettori del Partito Democratico. Ma della cultura
berlusconiana Repubblica è oramai la punta di lancia, tanto più acuminata in
quanto raggiunge quotidianamente centinaia di migliaia di (teorici) oppositori
di quella cultura, sempre più indotti all'integrazione. "Ecco come le
ragazze di Velvet raccontano il loro sedere" è il titolo
dell'inchiesta (sic!). E' illusorio pensare che possa anche essere la goccia
che fa traboccare il vaso?
Uno non sa se sentirsi più un veterofemminista anni '70, o un vecchio
reazionario, ma è cosciente che entrambe le categorie si troverebbero oggi
dalla stessa parte della barricata. Contro la modernità di la Repubblica.
Ringrazio Annalisa Melandri per
avermi fatto notare questa perla del giornalismo italiano (di sinistra)
all'inizio del secolo XXI.
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