Lettera ad un leader politico, pensieri di uno qualsiasi dei figli spirituali di don Milani



Il Commento
Lettera ad un leader politico

(pensieri da uno qualsiasi dei “figli spirituali” di
don Milani, nel 40.mo anniversario della morte)
26 giugno 1967 - 26 giugno 2007)

Carissimo,
che tu ti chiami Walter o Dario, o in qualsiasi altro
modo, poco importa. Quello che è importante è che con
le tue mani, ed attraverso le tue azioni, gestisci i
destini ed i sogni di chi non ha nessun potere,
nessuna voce, nessuna speranza.
Anzi, forse sarebbe meglio dire “attraverso le azioni
che non fai”, attraverso l’elusione delle tue
responsabilità tu commetti quotidianamente un delitto
gravissimo, che grida vendetta al cospetto di Dio:
l’uccisione della speranza nei poveri, negli
emarginati, negli ultimi dei tuoi connazionali, che
hai imparato cinicamente a conoscere solo con il nome
di “elettori”, ma che sono i tuoi fratelli minori, che
tu lo voglia o no.
Ogni volta che un papà non riesce a portare a casa il
necessario per far vivere decorosamente i suoi figli,
ogni volta che ad una famiglia viene staccata
l’erogazione della luce o del gas, ogni volta che un
giovane intelligente e capace deve lasciare gli studi
perchè non ce la fa a pagare affitti da strozzini,
ogni volta che si verificano queste piccole grandi
tragedie umane, uno di voi politici dovrebbe perdere
il posto di parlamentare ed essere mandato a casa per
‘responsabilità oggettiva’, come quando si multano i
club di calcio per le intemperanze dei loro tifosi.
Uno di voi a caso, magari estratto a sorte in pubblica
piazza.
Forse solo così comincereste a fare veramente qualcosa
per chi soffre, ma anche solo qualcosa che non è né di
destra né di sinistra, è semplicemente il vostro
dovere di professionisti strapagati come ‘civil
servant’.

Carissimo politico,
se tu avessi approfondito la conoscenza del pensiero
di don Milani avresti saputo di una sua espressione
terribile nella sua crudezza, ma che nascondeva una
grande, grandissima provocazione, come era suo solito.
Don Lorenzo sosteneva che a lui non interessava niente
di quello che accadeva nel mondo, “a 300 metri da
Barbiana”.
Era la sua reazione paradossale al terzomondismo di
maniera, per bacchettare chi si commuove per la
canzoncina del piccolo rifugiato del Darfur che canta
la sua voglia disperata di studiare e non sa – o fa
finta di non sapere - che altri cento, mille,
diecimila bambini qui, nella civilissima e ricchissima
Italia, non hanno alcun modo di usare un computer, di
imparare la lingua inglese, di leggere una poesia.
Loro cosa devono canticchiarti per smuovere la tua
coscienza?
Sai, di gente che si commuove per il Terzo mondo e poi
gira la testa dall’altra parte quando incrocia il
barbone sotto casa ne ho piene le tasche, e sono
stanco di vedere ricchi signori che danno, con gli
occhi lucidi di carità pelosa, le briciole che cadono
dalle tavole indecorosamente troppo imbandite, per
aiutare il Terzo mondo affamato.
Voglio dirti che sono proprio stufo di questa
“politica dei buoni sentimenti”, fatta apposta per
liberare le nostre coscienze dai rimorsi, come in un
sistema linfatico dei peccati da filtrare prima che
disturbino il cervello.

Caro politico, se tu scegli i poveri devi stare dalla
loro parte, qualunque cosa questa scelta ti costi.
Chi sceglie veramente i poveri non è solo a loro
favore, ma sceglie di stare dalla loro parte.
Sono due atteggiamenti molto diversi, come puoi ben
comprendere. Ricordi nei “Promessi Sposi” il conte che
successe a don Rodrigo e prese a casa sua Renzo e
Lucia? Li serviva a tavola, ma non si mise mai a
sedere accanto a loro. Il suo era solo paternalismo
dei buoni sentimenti, quello di noi cristiani quando
restiamo solo ‘devoti’ e non uomini veramente nuovi.
Francamente non tollero più questo paternalismo
ipocrita che manifesta umidi sentimenti di solidarietà
con i poveri, ma a patto che stiano ad almeno
diecimila chilometri dalle nostre comode case.
Altrimenti le loro lacrime ci imbarazzano troppo, la
vista delle loro piaghe potrebbe spaventare i nostri
bimbi imborotalcati. Ed infatti preferiamo che
affoghino nel disperato tentativo di venire a
prendersi la fetta di speranza che gli spetta, e se
riescono a raggiungere le nostre coste anzichè
abbracciarli per asciugarli e toglierci i nostri
vestiti per rivestirli li chiudiamo a chiave in un
lager.

E allora basta.
Basta con le liturgie elettorali, basta con il partito
“democratico” (quanto vorrei che fosse vera questa
espressione… oggi mi appare come una sorta di
bestemmia laica), basta con tutto il circo Barnum
della politica dei Palazzi, delle strutture, dei
portaborse, con i sogni da Briatore e da Ricucci da
parte di troppi politici, visto che oltretutto loro
sono molto migliori di voi, visto che almeno non
fingono di avere la lacrimuccia di compassione e non
nascondono la loro agiatezza economica per paura di
perdere consensi.
Questa classe politica è in massima parte ormai
“altro” da noi ‘poveri cristi’, anche perchè nel
modello di società che ci hanno imposto con le loro
televisioni ed i loro giornali  non hanno neanche più
bisogno di ottenere il nostro consenso.
Per i politici di mestiere bastano le buone
frequentazioni nelle stanze del potere, ed a noi
medialobotomizzati basta sognare che i nostri figli
diventino calciatori e le figlie veline.
Ho ancora negli occhi l’orrore di vedere quel tale
Corona che addirittura lanciava un paio di mutande ad
un manipolo di fans estasiati, con la scatola cranica
svuotata dai vostri media.
Ora sarete contenti. Se questo tale Corona si
presentasse alle elezioni forse prenderebbe più
preferenze di Gino Strada o di don Ciotti. Ammesso che
ci restituiste le preferenze ed i candidati,
ovviamente.
E voi pensate che basti un riferimento a don Milani
per lavarvi le coscienze da questo sfacelo, di cui
siete corresponsabili esattamente a pari livello con
l’avversa parte politica? (Ribadisco che non esiste
solo il peccato commesso, esiste anche quello di
omissione).

Alla fine di questa lettera anche io voglio lasciarti
con una richiesta, parafrasando le stesse parole di
quei meravigliosi “ragazzi di Locri”, quelli che hanno
trovato i più feroci nemici non nella mafia, ma nel
Presidente – manco a dirlo, Ds - del Consiglio
Regionale calabrese, e vorrei dirvi “E adesso
dimenticateci tutti”.
Noi andiamo da un’altra parte.
Non sappiamo ancora dove di preciso, ma noi in
Calabria abbiamo messo la bussola all’incontrario: ci
basta sapere da quale parte si trova quella ributtante
classe politica dei tuoi referenti calabresi (ma lo
sai per quanti e quali reati sono indagati? E come
sono arroganti nel loro declino immorale?) per farci
capire che tutti noi, calabresi onesti, dobbiamo stare
da un’altra parte. E lo dico non da avversario, ma da
persona che ha sognato il partito democratico ed in
passato ha anche lavorato duramente per farvi essere
là dove siete ora voi.

In conclusione, visto che ho cercato di farmi
portavoce di tanti ‘poveri cristi’, come mi ha
insegnato don Milani non metterò una firma personale
in calce a questa Lettera.
E poi io non sono nessuno, non ho l’autorevolezza di
un magistrato, né il carisma di un leader politico, né
tantomeno il fascino del grande imprenditore, non ho
bisogno neanche di firmare con il mio banalissimo
nome, che per qualcuno di voi forse potrebbe dire
qualcosa, ma per quello che mi interessa non importa
affatto.
Il mio nome rimarrà a disposizione, ovviamente, solo
nella redazione del giornale che vorrà – ammesso che
lo vorrà qualcuno – pubblicare questa lettera.

Se vuoi rispondermi scrivi pubblicamente sul forum on
line dei ragazzi di “Ammazzateci tutti”
(www.ammazzatecitutti.org), ma prima di scrivere,
eventualmente, ti invito a leggere proprio in quel
forum l’appello disperatissimo di quell’utente che si
è dato il nickname di “acciaccato”, che troverete a
questo indirizzo:
http://www.ammazzatecitutti.org/forum/index.php?showtopic=3807&view=findpost&p=47450.
Lì ti leggerò anch’io e, se è il caso, ti risponderò.
E’ dopo aver letto quell’appello, quelle parole
disperate di chi non ha più forza neanche per vivere,
schiacciato dall’indifferenza di una classe politica
che dovrebbe essere di sinistra e di cattolici
progressisti (ma d’altra parte come fa ad essere di
sinistra un governo guidato da un professore di
economia industriale, che ha come vice uno skipper e
braccio destro un banchiere?), ma che a me appare
sempre più, almeno nella mia regione, di ‘persone
sinistre’ (non tutte, per fortuna…), che ho trovato la
forza per dire “basta” e ribellarmi, come avrebbe
certamente fatto don Milani.

Spero che lo spirito di don Milani ti aiuti ad avere
la capacità di comprendere la necessità di una tua
conversione, l’umiltà di pentirti degli errori
commessi e soprattutto dei ‘peccati di omissione’ per
non aver avuto il coraggio di dire dei “No!” quando
altri mettevano in banca la “questione morale”, e la
forza di venire TU da noi, dalla nostra parte.
Ricordati sempre che il primo diritto di ogni essere
umano è quello di vivere con dignità la sua vita, ma
il secondo è il diritto alla speranza. E per sperare
bisogna vedere fatti concreti, non solo buoni
sentimenti e pie intenzioni.
Bisogna che tu ti sporchi le mani stringendo ogni
giorno le nostre.
Che don Milani ci aiuti e ci benedica tutti.          
                                                      
               G.P. 


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