Quei manganelli al contrario nella mattanza della Diaz



Sempre solo sulle pagine genovesi di Repubblica, alcune importanti notizie
in merito ai processi:
Repubblica Genova

Dal processo per il blitz un nuovo particolare che ne conferma la ferocia
Quei manganelli al contrario nella mattanza della Diaz
E il funzionario in aula fa scena muta
MASSIMO CALANDRI


LE TRACCE di sangue sulle impugnature dei manganelli degli agenti che
fecero irruzione alla Diaz - rilevate dai carabinieri del Ris di Parma -
sono una prova ulteriore di quanto vergognosa fu quell´operazione di
polizia. Gli uomini della «celere», agli ordini di Vincenzo Canterini li
impugnavano al contrario per fare ancora più male. Vale la pena di
ricordare che i 93 no-global all´interno della Diaz li accolsero a braccia
alzate gridando: «Pace». E che oltre sessanta di loro finirono
inevitabilmente all´ospedale per le botte ricevute. Cinque in prognosi
riservata. La circostanza, una nuova pagina nera per la Polizia di Stato
durante il G8 genovese, è emersa ieri nel corso di un´udienza per
l´assalto all´istituto scolastico di via Cesare Battisti.
In aula ha lasciato perplessi anche la decisione del funzionario Vincenzo
Murgolo, che chiamato a testimoniare ha deciso di avvalersi della facoltà
di non rispondere. Una sconcertante scena muta. Murgolo ha potuto evitare
l´interrogatorio perché a suo tempo era stato indagato insieme agli altri
29 imputati. Eppure, solo due settimane fa l´ex questore del capoluogo
ligure, Francesco Colucci, aveva sostenuto a sorpresa che Murgolo quella
notte di luglio era il coordinatore dell´irruzione. Ma come: il questore
all´improvviso lo tira in ballo e lui decide di starsene zitto? Domanda
purtroppo senza risposta.
Ha invece replicato ad Heidi Giuliani il capo della polizia, Gianni De
Gennaro. La parlamentare, e madre di Carlo, aveva denunciato un problema
di mancata formazione democratica, «visto il lungo elenco di
rappresentanti delle forze dell´ordine indagati e condannati». De Gennaro
ha ribattuto: «I poliziotti assolti sono molti. Credo che le assoluzioni
siano di gran lunga superiori alle condanne. Ma io le fornirò tutti i
dati. Se lo desidera sono su questo a sua completa disposizione».
A proposito di assoluzioni, e tanto per capire che aria tirava allora, è
giusto segnalare quella di un manifestante cagliaritano, Pietro U.,
assistito dall´avvocato Emanuele Tambuscio. Due poliziotti lo avevano
arrestato in piazza Tommaseo, poco prima della morte di Carlo Giuliani,
sostenendo che aveva lanciato pietre e resistito alla cattura. Tesi
confutata in aula. E però Pietro U. ebbe una costola fratturata dai
poliziotti, sbugiardati da una serie di fotografie. In compenso, il
manifestante ha raccontato che gli sequestrarono la videocamere con cui
filmava gli scontri, e tre videocassette. Materiale che non gli è mai più
stato restituito.