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Nazioni europee complici della CIA: prigionieri innocenti trasferiti e torturati in nome della "lotta al terrorismo"
- Subject: Nazioni europee complici della CIA: prigionieri innocenti trasferiti e torturati in nome della "lotta al terrorismo"
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Fri, 16 Feb 2007 17:07:55 +0100 (CET)
- Importance: Normal
DIRITTI: Il Parlamento europeo vigila sulle extraordinary rendition Sabina Zaccaro ROME, 12 febbraio 2007 (IPS) - Diversi paesi europei potrebbero essere chiamati a rispondere del loro comportamento “passivo” nei confronti di trasferimenti illegali da parte della CIA nello spazio aereo europeo tra il 2001 e il 2005. I governi dei paesi membri colti in fallo dal Parlamento europeo rischiano di dover affrontare conseguenze serie, come la sospensione del loro diritto di voto nell’Unione europea (Ue). L’ammonizione è arrivata a seguito dell’inchiesta di una speciale commissione parlamentare nominata dal Parlamento europeo nel 2005 per indagare sui casi di trasferimenti di prigionieri, e imporre sanzioni agli Stati membri ritenuti responsabili di violazione dei diritti umani per presunta collusione con la CIA. La commissione è stata istituita a seguito di accuse secondo cui, dopo gli attacchi dell’11 settembre, la CIA avrebbe cominciato a trasferire in segreto sospetti membri di al-Qaeda attraverso alcune nazioni europee verso paesi terzi, noti per praticare la tortura. Un processo divenuto tristemente famoso come trasferimenti o “consegne speciali” (“renditions”). La commissione parlamentare ha anche indagato sui presunti centri di detenzione segreti americani in alcuni Stati membri. Il rapporto verrà discusso e sottoposto alla votazione plenaria del Parlamento europeo il 14 febbraio a Strasburgo. Tra i paesi coinvolti, Germania, Svezia, Spagna, Italia, Irlanda, Grecia, Cipro, Danimarca, Turchia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Bosnia e Romania. Secondo il rapporto della commissione, più di mille voli della CIA avrebbero attraversato lo spazio aereo europeo tra il 2001 e il 2005, e “potrebbero aver raggiunto (dei centri di detenzione segreti) presso le basi militari Usa”. Nel documento si legge che le nazioni europee avrebbero “chiuso un occhio” sui voli CIA che, “in alcune occasioni, venivano usati per trasferimenti straordinari o trasporto illegale di detenuti”. Giovanni Claudio Fava, a capo della commissione, ha detto all’IPS che sulla base di ciò che la commissione ad hoc ha scoperto dopo 12 mesi di intercettazioni e ricerche, il Consiglio dell’Ue, organismo politico del blocco, dovrebbe commissionare una inchiesta indipendente, e “ove necessario, imporre delle sanzioni agli Stati membri in caso di gravi e ripetute violazioni”. La commissione ha dichiarato di rifiutare i trasferimenti straordinari “in quanto strumento illegale usato dagli Usa nella lotta al terrorismo”, e condanna il “consenso e l’occultamento di questa pratica, in svariate occasioni, da parte dei servizi segreti e dei governi di alcune nazioni europee”. “È stato un lavoro difficile, sia dal punto di vista professionale che emotivo”, ha confessato Fava. Abbiamo indagato su 21 casi ben documentati di trasferimento straordinario, e parlato direttamente con le vittime, che hanno testimoniato davanti alla commissione. Abbiamo sentito le loro storie dolorose, raccogliendo 200 interviste, e centinaia di ore di registrazione”. Il dossier riferisce che la maggior parte dei casi di trasferimento inquisiti dalla commissione riguarda la “detenzione in isolamento e la tortura durante gli interrogatori, come confermato dalle vittime o dai loro avvocati”. Lamenta poi la “scarsa collaborazione di molti Stati membri e del Consiglio dell’Ue nei confronti della commissione temporanea”, e sostiene che “la grave mancanza di risposte concrete alle domande sollevate dalle vittime, dalle Ong, da media e parlamentari, ha solo rafforzato la validità di accuse già ben documentate”. Il Consiglio europeo, prosegue il testo, dapprima si è astenuto, poi si è limitato a fornire frammenti di informazioni relative a dei colloqui con alti funzionari Usa. Italia, Austria, Polonia, Portogallo e Gran Bretagna in particolare sarebbero state poco collaborative nelle indagini. I sospetti dei gruppi di sostegno ai diritti umani sono puntati su Polonia e Romania come possibili sedi di prigioni segrete Usa nell’Unione europea. Ma secondo il rapporto, “non è possibile accertare la presenza di questi centri di detenzione in Polonia”. “Mi aspetto che la sessione plenaria del Parlamento europeo ratifichi il nostro rapporto”, ha detto Fava all’IPS. “Abbiamo denunciato tutte le responsabilità dirette e indirette dei governi in queste pratiche illegali, che violano sia i diritti umani che la legge”. “Adesso abbiamo il dovere - ha proseguito Fava - di assicurare che i diritti fondamentali - come ricorrere ad un avvocato, poter chiamare la propria ambasciata, sapere di cosa si viene accusati, essere processati e giudicati senza essere sottoposti a tortura - vengano garantiti a tutti, anche a chi è accusato dei crimini peggiori”. L’articolo 6 della Convenzione europea sui diritti umani garantisce un giusto processo davanti ad un tribunale indipendente, e stabilisce che i sospettati sono innocenti fino a prova contraria. Il merito principale del rapporto, dal punto di vista politico, ha spiegato Fava, è di aver dimostrato la grave mancanza di vigilanza da parte dei paesi europei. “Erano convinti che la guerra al terrorismo fosse una faccenda di competenza dell’amministrazione Usa, così hanno semplicemente deciso di non intralciare il suo lavoro”. Il testo raccomanda “ai governi nazionali e ai parlamenti di avviare delle indagini per proprio conto sui fatti occorsi, e di chiedere immediatamente il rimpatrio dei loro cittadini e residenti che vengono detenuti illegalmente dalle autorità Usa, risarcendo le persone innocenti vittime di trasferimenti straordinari”. Fava ha segnalato che nonostante l’adesione alla Corte penale internazionale (CPI), "diverse nazioni europee hanno permesso che i prigionieri venissero trasferiti verso altri paesi noti per estorcere informazioni sotto tortura; sono colpevoli di un silenzio compiacente. Il fatto stesso che la CIA sia stata costretta ad ammettere i trasferimenti, che dovevano rimanere segreti, ha suscitato dissensi interni, mettendo fine a questo tipo di pratiche”. Ma si riuscirà a dimostrare la responsabilità giuridica di questi paesi? “Sarà molto difficile”, ha detto all’IPS Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International Italia. “Il mandato della CPI è giudicare i crimini di guerra, il genocidio e i crimini contro l’umanità”. È più probabile che alle nazioni coinvolte venga chiesto di risarcire le famiglie delle vittime, ha osservato Noury. “La storia dei trasferimenti straordinari dimostra chiaramente quanto sia giusto, e necessario, rifiutare il sostegno a un paese alleato, se non se ne condividono le strategie”. (FINE/2007) Fonte: http://ipsnotizie.it/nota.php?idnews=852 Per approfondimenti http://www.europarl.europa.eu/comparl/tempcom/tdip/default_en.htm
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