Tra un manifesto e lo specchio...



E' uscito da pochi giorni il triplo album antologico di Francesco De
Gregori: "Tra un manifesto e lo specchio".

Cinquantatre' canzoni nelle quali il cantautore romano:

- Prega ancora Gesu' Bambino affinche' la guerra, se proprio deve farsi, non
sia la gente a farla; e spera che chi dorme nelle stazioni possa, almeno una
volta, partire...

- Ricorda che Alice e' sempre la' a guardare i gatti; e, oltre quel monte,
nella sua casa, vestita di chiaro, Hilde suona ancora la cetra; e quel
pilota di guerra cerca, senza sosta, di andare un po' piu' in la' oltre le
nuvole; ricorda poi che non c'e' niente da capire quando qualcuno va via e
nemmeno quando la donna cannone diventera' d'oro e d'argento e senza passare
per la stazione prendera' l'ultimo treno...

- Spiega, un'altra volta ancora, che la storia siamo noi; tutti noi, senza
che nessuno si senta escluso...

- Sottolinea che lui (anche se ha visto gente andare perdersi e tornare, e
perdersi ancora, e con le stesse scarpe camminare per diverse strade o con
diverse scarpe su una strada sola) sempre e per sempre rimane dalla stessa
parte...

- Raccoglie qua e la' pezzi di vetro, pezzi di sorrisi, pezzi di pioggia;
pezzi di pubblicita', pezzi di plastica, pezzi di storia; pezzi di corda,
pezzi di sapone, pezzi di immigrazioni, pezzi di lacrime, pezzi di bene
dentro pezzi di male, pezzi di diossina, pezzi di deserto... Senza dirci
pero' se Celestino seguira' il suo consiglio di gettare la chiave, girare i
tacchi e partire per l'Africa...

- Spera che le parole di una canzone possano volare per i tetti di Firenze,
raggiungere Caterina e spiegarle che la vita non e' comoda per nessuno, e,
se si vuole gustare fino in fondo tutto il suo profumo, si deve rischiare la
notte, il vino e la malinconia, la solitudine e le valige di un amore che
vola via...

- Insegna ai giovani che non e' certo dallo sbaglio di un calcio di rigore
che un giocatore viene giudicato, bensi' dal coraggio dall'altruismo e dalla
fantasia...


Cinquantatre' canzoni che vale la pena davvero di ascoltare; o meglio di
riascoltare...

Elisabetta Caravati
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