Interrogazione parlamentare sui rigassificatori - comunicato stampa
- Subject: Interrogazione parlamentare sui rigassificatori - comunicato stampa
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Wed, 11 Oct 2006 17:31:19 +0200
Comunicato stampa
Dopo la manifestazione del 30 settembre contro il rigassificatore, a cui
hanno partecipato molti cittadini e in particolare tanti giovani, il
Comitato di Taranto ha avviato una collaborazione con gli altri comitati
locali per presentare una interrogazione parlamentare che raccogliesse le
istanze di tutti i movimenti che in Italia si oppongono ai
rigassificatori.
Questa è il testo a cui ha dato il suo contributo di informazioni e di
idee anche il Comitato contro il rigassificatore di Taranto.
Per il Comitato
Alessandro Marescotti
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Interrogazione a risposta orale
Al Ministro dell’Ambiente e tutela del territorio e del mare
Al Ministro delle Attività Produttive
Per sapere premesso che:
·
il
Consiglio dei Ministri ha dato notizia di aver istituito una “cabina di
regia” per coordinare le decisioni sulle richieste di autorizzazione
pervenute per la realizzazione di impianti di rigassificazione di gas
naturale liquefatto da localizzare nel nostro paese;
·
presso i
Ministeri e le Regioni competenti è già stato depositato un gran
numero di domande di realizzazione di nuovi terminali marittimi e di
relativi stabilimenti per la rigassificazione di GNL (oltre al
potenziamento di quello già esistente a Panigaglia alla Spezia) per
iniziativa di varie società tra cui: Adriatic Lnc della Qatar
Petroleum, Exxon-Mobil e Edison a Porto Viro (RO); Brindisi LNG
(British Gas Italia ed Enel) a Brindisi; OLT Offshore LNG Toscana a
Livorno; Edison, BP e Solvay a Rosignano Marittimo (LI); LNG Med
Gas Terminal s.r.l. a San Ferdinado (RC), Petrolifera Gioia Tauro a
Gioia Tauro; Erg Power & Gas e Shell Energy Italia ad Augusta
Melilli; Gas Natural International (MEDEA) a Taranto; Gas Natural
International a Zaule (TR); Alpi Adriatico s.r.l. (Endesa Italia s.p.a.)
nel golfo di Trieste; Erg e Shell a Priolo; Società Nuove Energie
s.r.l. a Porto Empedocle (AG); Edison Stoccaggio a San Potito e Cotignola
(RA); per un totale stimabile in oltre 90 miliardi di merti cubi anno di
rigassificazione;
·
l’Italia è già
interconnessa alla rete internazionale dei gasdotti dalla
Algeria (TTPC), dalla Federazione Russa transitando per l’Austria (Tag) e
dal Nord Europa (Tenp/Transitgas) tramite i quali è fino ad oggi stata
possibile la fornitura di circa 74 miliardi di metri cubi di gas
all’anno, necessari a soddisfare la domanda nazionale eccedente le
modeste riserve interne (circa 12 miliardi di metri cubi);
·
i giacimenti di
gas naturale esistenti in Russia e nel Nord Africa costituiscono le
riserve tra le più ricche del pianeta e l’unico impedimento fisico ad un
loro maggiore utilizzo deriva da alcune strozzature nelle linee dei
metanodotti esistenti che comunque sono in fase di potenziamento
con una aggiunta di 13 miliardi di metri cubi/anno;
·
è in fase di
ultimazione un nuovo metanodotto dalla Libia alla Sicilia (la cui
potenzialità sarà già il prossimo inverno di 8 miliardi di metri cubi); è
in fase di avvio la realizzazione di un metanodotto dall’area del Caspio
transitando per la Grecia (la cui potenzialità al 2008 sarà di 10
miliardi di metri cubi); è in fase di avanzata progettazione un gasdotto
(Galsi) dall’Algeria alla Toscana transitando per la Sardegna (con una
potenzialità di altri 10 miliardi di metri cubi); sono in fase di
progettazione due nuovi gasdotti dall’Albania (Tap) e dall’Austria
(Interconnector Tyrol);
·
un rapporto
sugli scenari energetici futuri elaborato dall’ENI afferma che in Italia,
già nel 2007, l’offerta risulterà in eccesso, tanto che alcuni
analisti hanno parlato dell’esistenza di una “bolla del gas” sui
mercati;
·
l’Autority
Antitrust europea ha recentemente commutato una multa all’Eni (di
290 milioni di euro, una delle più consistente di cui si abbia notizia)
per abuso di posizione dominante sul mercato del gas naturale per aver
ostacolato l’ingresso dei suoi concorrenti sul mercato nazionale e in
particolare perché gli atteggiamenti di Snam Rete Gas (ancora
controllata da Eni) avrebbero determinato un mancato afflusso di gas
naturale ritardando il potenziamento delle condotte dal Nord Africa.
L’Autorità per l’Energia ha denunciato l’esistenza di “una strategia di
contenimento dell’offerta posta in atto negli ultimi anni dall’operatore
dominante”. Il sistema viene definito di “gaming the market”,
manipolazione del mercato, al fine di aumentare i prezzi all’ingrosso e,
di riflesso, le tariffe all’utenza finale, tant’è che in Italia si è
registrato un aumento del 14% in meno di due anni;
·
la modalità di
utilizzazione del gas naturale tramite procedimento di liquefazione e
trasporto con navi metaniere criogeniche, che consentono il mantenimento
di temperature a -161°, è sicuramente il più dispendioso in termini
di impieghi energetici e tale, quindi, da dissipare maggiormente, a
parità di utilizzo energetico, le riserve di gas naturale e di
accelerarne l’esaurimento. Il bilancio energetico negativo della
tecnologia prescelta verrebbe in parte mitigato solo sfruttando il salto
entalpico tramite recupero del calore disperso nel processo di
rigassificazione attraverso “pozzi di calore”;
·
secondo alcuni
studi tecnici il trasporto del gas naturale via mare sarebbe anche il più
economicamente oneroso contribuendo fino al 30% del costo
complessivo della fornitura e il vantaggio economico del GNL rispetto al
tradizionale metanodotto si verificherebbe solo per distanze superiori ai
3.800 chilometri;
·
il 70% circa
dell’energia elettrica italiana è prodotta utilizzando come fonte
primaria il gas naturale, quota destinata ad aumentare con la
realizzazione di una moltitudine di nuove centrali turbogas;
·
i “picchi” di
domanda di gas metano in Italia si verificano nei periodi invernali,
durano dai 15 ai 20 giorni (400 milioni di metri cubi al giorno) e
richiedono, quindi, un surplus di forniture pari a circa il 10% del
fabbisogno annuale (lo scorso anno i consumi hanno superato 85 miliardi
di metri cubi), quantità che sembrano compatibili con le capacità di
stoccaggio e di modulazione del sistema di distribuzione nazionale
(anch’essi gestiti da Snam rete gas);
·
i nuovi
terminali di rigassificazione di cui si parla in Italia sono per lo più
piattaforme e strutture di stoccaggio
off shore di enormi
dimensioni, vere isole artificiali (nel caso di Porto Viro la piattaforma
sarà lunga 180 metri, larga 88 e alta 57, per una superficie di
15.000 mq), collocate a varie distanza dalla costa e collegate alla
terraferma tramite gasdotti. Attualmente nel mondo sono in funzione una
cinquantina di tali impianti, ma di dimensioni diverse e quasi mai
collocati in mare aperto;
·
tali strutture
costituiscono una seria limitazione alla navigazione e alla pesca per
alcune decine di chilometri quadrati all’intorno;
·
le molecole di
metano presentano un fortissima instabilità chimica e la loro
concentrazione tramite liquefazione aumenta la rischiosità di esplosione.
Gli effetti di una esplosione su una superficie marina sono stati
studiati e documentati dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente del
governo degli Stati Uniti, concludendo che la collocazione a mare di tali
impianti appare come la più rischiosa;
·
il transito
delle navi gasiere crioniche dovrà essere regolato da apposite norme
internazionali di sicurezza, così come va ricordato che i relativi
approdi e stoccaggi rientrano nell’elenco degli impianti definiti a
rischio di grandi incidenti industriali , secondo le direttive
Severo;
·
gli impianti di
rigassificazione usano nei circuiti di riscaldamento enormi quantità di
acqua marina addizionata con sostanze inibenti la vegetazione (cloro) e
restituita al mare con una temperatura inferiore di oltre 6° sul normale
marino con effetti non facilmente prevedibili sulla flora e la
fauna;
·
nella procedura
di esame ed autorizzazione (conferenza dei servizi e VIA) di tutti i
progetti presentati non è stata applicata la Convenzione di Aarhus
(recepita con legge 108/2001) e la normativa Seveso II che prevedono la
più ampia informazione al pubblico e coinvolgimento delle popolazioni
interessate, in alcuni casi nemmeno degli organi elettivi locali
rappresentativi della sovranità popolare;
non ritenga:
·
utile e
necessario dotare il nostro Paese di un piano energetico-ambientale,
propedeutico a qualsivoglia decisione operativa, tale da costituire per
tutti gli operatori pubblici e privati un quadro di riferimento
strategico attendibile circa i fabbisogni reali di energia di cui
necessita il sistema economico italiano, articolato per le diverse fonti
di approvvigionamento possibili (petrolio, carbone, gas naturale,
idroelettrico, geotermico, rinnovabili) a seconda delle diverse domande
di utilizzazione finale (industriali, trasporti, civili, ecc.) mirando,
principalmente, a porre in atto quelle strategie che orientino i consumi
riducendo i fabbisogni e allunghino la durata delle riserve energetiche
primarie non rinnovabili, ovunque esse si trovino;
·
di evitare, nel
delicato quadro geopolitico internazionale, di alimentare una guerra
commerciale dei prezzi del gas naturale esacerbando la concorrenza tra i
diversi paesi fornitori (Qatar, Nigeria, Indonesia, Trinidad e altri, da
una parte, Federazione Russa, Algeria e altri dall’altra), dimenticando
gli insegnamenti di Enrico Mattei sulla necessità di mantenere nel lungo
periodo rapporti collaborativi e di reciproca convenienza con tutti i
paesi fornitori di energia e di materie prime, quando auspicava il
raggiungimento di un patto “volto al mantenimento della pace, al
benessere di chi quella risorsa (i combustibili fossili) possiede per
dono della natura e chi la utilizza per forza della sua industria”;
·
di escludere che
l’Italia possa diventare una piattaforma di transito, gestita e
controllata da imprese straniere, per l’approdo, lo stoccaggio e la
commercializzazione di gas naturale ad uso e consumo delle aree
economiche del centro Europa;
·
di sottoporre
l’intero processo tecnologico di utilizzazione del gas naturale tramite
liquefazione e rigassificazione ad una attenta Valutazione strategica di
impatto ambientale in modo da poter confrontare i diversi sistemi di
approvvigionamento, trasporto e distribuzione sia in termini di
rischiosità che di costi;
·
di sottoporre
ogni singolo progetto di nuovo impianto ad una procedura rigorosa di
Valutazione di Impatto Ambientale, escludendo pericolose semplificazioni,
come quelle previste dalla legge Obiettivo sulle grandi opere;
·
di evitare che
il mare possa essere oggetto di colonizzazione e lottizzazione per
l’insediamento di stabilimenti industriali ritenuti pericolosi e
potenzialmente nocivi, già rifiutati dalle comunità locali in terraferma;
per di più gestiti da imprese private la cui missione è massimizzare i
propri profitti;
·
opportuno
sospendere per autotutela legale l’efficacia delle autorizzazioni
ministeriali già rilasciate per la realizzazione degli impianti di
rigasificazione nei casi in cui su di esse gravi un contenzioso
giurisdizionale che possa concludersi con il loro annullamento; ciò per
evitare la realizzazione di impianti che potrebbero essere ritenuti
illegittimi dai tribunali, e per evitare che i destinatari delle
autrorizzazioni annullate possano richiedere il risarcimento dei danni
allo Stato, per i denari inutilmente spesi;
·
opportuno,
altresì, sospendere l’iter delle autorizzazioni in corso onde verificare
la conformità delle procedure autorizzative sia a livello centrale
che periferico in ordine al mancato rispetto delle procedure
seguite nelle autorizzazioni nei riguardi delle Direttive Europee in
particolare della Convenzione di Aarhus e della Seveso II che
prevedono la consulatazione della popolazione, “qualora sinravvisi la
necessità di comporre conflitti in ordine alla costruzione di nuovi
stabilimenti”rispetto una procedura;
·
informare le
procedure di autorizzazione degli impianti di rigassificazione ai criteri
della concorsualità e della par condicio tra gli interessati, così da
evitare l’autorizzazione “a domanda” e l’assegnazione di aree demaniali,
addirittura marine, secondo il criterio di chi le richiede per
primo.
On.Paolo
Cacciari
Rifondazione Comunista
On.Maurizio
Acerbo
R.C.
On.Maria Cristina Perugia
R.C.
On.Provera
Marilde
R.C.
On:Ferrara
Francesco
R.C.
On.Zipponi
Maurizio
R.C.
On. Grazia
Francescato
Verdi
On. Camillo
Piazza
Verdi
On. Giacomo De
Angelis
Comunisti Italiani