I retroscena del rigassificatore a Taranto: piccola storia ignobile



Dossier rigassificatore a Taranto

--- La vera storia e i retroscena della procedura autorizzativa ---

Ovvero: come dare via libera il rigassificatore a Taranto in barba alla Costituzione italiana, allo Statuto provinciale, alla Convenzione di Aarhus (e alla sicurezza dei cittadini)



L'11 agosto PeaceLink aveva richiesto alla Provincia di Taranto la documentazione relativa al processo autorizzativo del rigassificatore. Poche ore fa abbiamo avuto dieci pagine di carteggio. Ecco i passaggi e i segreti di una vicenda che abbiamo ricostruito fedelmente intrecciando l'informazione ricevuta con quella già in nostro possesso. Leggete e sarà più chiaro a tutti che cosa diventa la politica quando scende in campo la lobby del rigassificatore.



4 aprile 2005
L'Assessorato all'Ambiente della Regione Puglia, dopo aver acquisito informazioni progettuali sul rigassificatore di Taranto, scrive alla Medea (ossia la società di fiducia che ha ricevuto l'incarico di elaborare lo Studio di Impatto Ambientale dalla Gas Natural, la multinazionale che vuole costruire il rigassificatore a Taranto) per ottenere chiarimenti circa la compatibilità ambientale. Al governo della regione c'è Raffaele Fitto.

7 aprile 2005
Nichi Vendola (Rifondazione Comunista) vince le elezioni regionali e diventa Presidente della Regione Puglia. Un fatto senza precedenti. In giunta assieme a Vendola c'è un altro assessore proveniente da Rifondazione Comunista. E' Michele Losappio e va all'assessorato all'Ecologia.

14 giugno 2005
La Medea da Lugano risponde alla Regione Puglia, inviando all'assessorato all'Ecologia una relazione di tre pagine al fine di fornire elementi chiarificatori e per fugare eventuali dubbi. Lo Studio di Impatto Ambientale non è ancora stato elaborato. Siamo nella "fase preliminare", quella in cui, ai sensi della Convenzione di Aarhus, dovrebbe essere coinvolta la cittadinanza di Taranto (ossia il "pubblico"). Tale processo di consultazione - che non verrà mai messo in atto se non con un'assemblea del 20 aprile 2006 sul Piano Energetico e Ambientale Regionale (all'interno del quale non viene affrontato alcun aspetto tecnico relativo al rigassificatore di Taranto) - prevede per legge (la 108/2001) forme di partecipazione, anche diretta, del pubblico interessato. Ciò ai fini della raccolta e valutazione dei dati che costituiscono, dice la normativa, "il quadro conoscitivo necessario per esprimere un giudizio di compatibilità ambientale di un determinato piano, o programma o di un determinato progetto".

Febbraio 2006
L'assessore regionale all'ecologia Michele Losappio e il vicepresidente della Regione Puglia Sandro Frisullo ricevono dalla Gas Natural lo Studio di Impatto Ambientale. Ma tale ponderoso studio (sette faldoni, comprensivi di una relazione non tecnica destinata ai cittadini, ai consiglieri e agli assessori) non verrà dissigillato per oltre due mesi. Questo lo riferisce Legambiente che in Regione aveva cercato di procurarsi il CD-ROM contenuto nei faldoni scoprendo a metà aprile che tutto era ancora impacchettato. Rimane il dubbio come alla Regione abbiano potuto leggere lo Studio di Impatto Ambientale anche senza aprirlo.

24 febbraio 2006
Viene pubblicato su due quotidiani un piccolo annuncio, che passa inosservato perché è nelle pagine legali. E' la Gas Natural che comunica la presentazione dello Studio di Impatto Ambientale. L'Assessore all'Ecologia della regione non comunica nulla alle associazioni ecologiste di Taranto. Passano così le settimane e i mesi senza che nessun cittadino a Taranto - neppure la Commissione Ambiente della Provincia - sappia dell'apertura ufficiale della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). A conoscere l'apertura del procedimento di VIA sono in pochissimi e mantengono custodito questo prezioso segreto. Avviene cioè l'esatto opposto di ciò che prevede la Convenzione di Aarhus e lo spirito della VIA, finalizzato al coinvolgimento dei cittadini e alla promozione dei processi di informazione, di socializzazione della conoscenza, di partecipazione, di controllo e di proposta attiva tramite opportune relazioni contenenti "osservazioni".

14 marzo 2006
Il dottor Luca Limongelli, dirigente del Settore Ecologia della Regione Puglia, invia al Comune e alla Provincia di Taranto una lettera in cui "si invitano codeste Amministrazioni ad esprimere il parere in merito all'intervento proposto", informando che la Gas Natural ha inviato all'assessorato all'ambiente, presieduto dall'assessore Michele Losappio, gli elaborati concernenti il rigassificatore "al fine di ottenere la pronuncia di compatibilità ambientale".

29 marzo 2006
L'ingegnere Domenico Lovascio, funzionario tecnico del Servizio Ecologia e Ambiente della Provincia di Taranto invia all'attenzione del Comitato Tecnico Ambientale una relazione abbastanza critica sullo studio di Impatto Ambientale, articolata in quattro punti, in cui si rilevano varie criticità e mancanze. In particolare si sollevano perplessità relative alla movimentazione di oltre 4 milioni di metri cubi di fanghi da dragare, al loro inquinamento, all'impatto marino degli scarichi in mare e al rischio connesso all'effetto domino. Assieme a tale relazione, c'è anche quella dell'ingegnere Antonio Ruggieri, dirigente del Settore Ecologia in cui vengono elencate sette prescrizioni a cui vincolare il parere di compatibilità ambientale.

7 aprile 2006
Il Comitato Tecnico Provinciale si riunisce e avanza altre richieste di integrazione allo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla Gas Natural. Si punta l'attenzione sulle questioni relative alla sicurezza e alle "problematiche discendenti dalle collisioni" alle navi metaniere. Viene sottolineato che "non è opportunamente affrontato in problema della necessità di interdizioni alla navigazione di aerei nei pressi dell'impianto". E' sollevato il problema della "emissione in atmosfera di notevoli quantità di ossidi, monossidi, anidridi" nonché all'impatto sull'ecosistema marino di grandi quantità di acqua clorata. Si invita inoltre a riflettere su "l'opportunità della localizzazione dell'impianto in una zona già interessata da notevole numero di stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti ai sensi dell'art. 15 comma 4 del D.Lsg 17/08/99 n. 334 e ricomprese nell'elenco redatto dal Servizio Rischio Industriale del Ministero dell'Ambiente" e si sollevano dubbi su "l'opportunità della localizzazione in un'area definita di grande crisi ambientale". Queste forti perplessità sul rigassificatore, sul suo impatto ambientale e sulla sua localizzazione sono formulate da un membro del Comitato Tecnico Provinciale la cui identità viene cancellata con un "omissis". Come si può notare tutto emerge tranne un "parere tecnico favorevole" sullo studio di impatto ambientale presentato dalla Gas Natural. Dello scambio di lettere fra Provincia e Regione sulla stampa non viene diffuso il testo in quanto non se ne conosce l'esatto contenuto. Dei dettagli di tali lettere si verrà a sapere pubblicamente solo dopo il 22 agosto 2006, data in cui PeaceLink ottiene - su specifica richiesta scritta - una copia dall'assessorato alla Trasparenza della Provincia di Taranto. Tale informazione andava invece considerata di pubblico interesse. Ai sensi della Convenzione di Aarhus era quindi da pubblicare sul sito Internet della Provincia. Lo farà PeaceLink il 23 agosto 2006.

15 aprile 2006
Il "Corriere del Giorno", con un articolo di Michele Tursi, lancia l'allarme: "Il 24 marzo scorso è scaduto il termine di 30 giorni per effettuare osservazioni allo studio d'impatto ambientale presentato dalla Medea Engineering (sede a Lugano) per conto della Gas Natural, in ordine alla costruzione del rigassificatore nel porto di Taranto. Ai ministeri dell'Ambiente, dei Beni Paesaggistici e all'assessorato all'Ecologia della Regione Puglia, non è giunta alcuna istanza o richiesta. Silenzio assoluto! Il capoluogo ionico conferma la sua anomalia di città tanto propensa alla discussione, quanto assente o colpevolmente distratta nei momenti cruciali. Eppure, lo studio d'impatto ambientale è stato inviato oltre che agli organi di governo, a tutti gli Enti locali e all'Autorità portuale. Il progetto ora proseguirà il suo cammino amministrativo senza che alcuno abbia eccepito sulla sicurezza dell'impianto, sul suo impatto ambientale, sui pericoli, sugli eventuali benefici per il territorio". I cittadini apprendono quindi da un giornale locale che esiste uno Studio di Impatto Ambientale. Una fonte preziosa di informazioni che, invece di essere pubblicizzata, rimane ben chiusa negli armadi della Pubblica Amministrazione. Commento diffuso su PeaceLink: "Siamo tutti caduti dalle nuvole nell'apprendere che la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) relativa al rigassificatore di Taranto è "passata" senza che neppure sapessimo quanto e dove consultarla. Nonostante fossero scaduti i termini, Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, è andato in Regione per consultare la VIA e ha scoperto:
- che la VIA è composta di 7 faldoni;
- che essi non erano stati neppure dissigillati (ossia in Regione non li avevano neppure sfogliati); - che, una volta dissigillati, essi non contenevano il CD-ROM per rendere "portatile" la consultazione, dato che non si possono portare a casa 7 faldoni". Nel messaggio email (titolato "la VIA massonica al rigassificatore") si cita la VIA (la Valutazione di Impatto Ambientale, ossia la procedura) al posto dello Studio di Impatto Ambientale (ossia il documento presentato dalla Gas Natural e che è la base della VIA) ma il concetto è chiaro lo stesso: l'informazione base per valutare l'impatto ambientale non è reso di pubblico dominio.

18 aprile 2006
Le relazioni di Lovascio, Ruggieri e stralci della relazione fortemente critica del Comitato Tecnico Provinciale vengono inviati ai vari enti coinvolti nella Valutazione di Impatto ambientale e in particolare all'Assessorato all'Ecologia della Regione Puglia in risposta alla richiesta del 14 marzo 2006. Tale comunicazione non contiene alcuna parere positivo ed è firmata dall'ingegnere Domenico Lovascio e dal dottor Luigi Romandini (che nel frattempo subentra a Ruggieri nell'incarico di Dirigente) che così concludono la loro lettera: "Tanto si trasmette ai soggetti in indirizzo per gli opportuni chiarimenti e/o integrazioni di rispettiva competenza al fine del definitivo parere che questo ente dovrà esprimere ai sensi dell'art. 20 - L.R. n. 11 del 2001".

19 aprile 2006
In tale data viene diramato a Taranto un duro comunicato firmato da diversi ambientalisti e cittadini: "Apprendiamo il 15 aprile 2006 dalla stampa locale che in data 24 febbraio è stata presentata agli enti preposti la Valutazione di Impatto Ambientale relativa al rigassificatore di Taranto. In data 24 marzo sono trascorsi i 30 giorni di rito senza che i cittadini siano stati informati dell'esistenza di una procedura così importante che consente a chiunque di presentare rilievi critici e osservazioni. Siamo in presenza di una ferita alla democrazia e di una grave violazione dei principi di trasparenza e di cittadinanza attiva. A Trieste, città in cui Gas Natural ha avanzato un progetto identico a quello di Taranto, sono giunte decine di osservazioni. A Taranto nessuna. Siamo di fronte ad una alterazione sostanziale dei diritti di controllo che sono essenziali in quanto un ulteriore carico di rischi per la città e la cittadinanza di Taranto non può prescindere dal controllo e dal diritto dei cittadini anche al dissenso motivato rispetto alla realizzazione di un impianto che può mettere a rischio la loro vita. Non dobbiamo dimenticare che, con deliberazione del Consiglio dei ministri del 30 novembre 1990, il territorio della provincia di Taranto è stato dichiarato "area ad elevato rischio di crisi ambientale" e che l'impianto di rigassificazione è sottoposto alla Direttiva Seveso per il rischio di incidente rilevante. A ciò si aggiunge il fatto che esso si collocherebbe in un'area in cui già insistono altri 9 impianti riconosciuti per legge "a rischio di incidente rilevante" (a Brindisi ne esistono 6) e in cui sorgono a poche centinaia di metri dal sito prescelto i serbatoi e la torcia sempre accesa dell'Agip. E' indubbio che tale questione non possa essere affrontata prescindendo da un dibattito democratico che non c'è mai stato, alterando gravemente i diritti costituzionali dei cittadini".

20 aprile 2006
Il comunicato viene letto pubblicamente di fronte all'assessore regionale all'ecologia Michele Losappio e al Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, entrambi promotori della "procedura di ascolto e concertazione" relativa al PEAR (Piano Energetico Ambientale della Regione). Il Presidente della Provincia replica e rivela per la prima volta che sono state presentate delle osservazioni tecniche dalla Provincia. Fino ad allora nessuno aveva saputo nulla di ciò ed è una novità anche per i giornalisti sapere che la Provincia ha redatto delle osservazioni sul progetto del rigassificatore. Il Presidente della Provincia presenta la posizione della sua Amministrazione come un "sì condizionato" al rigassificatore forzando la relazione del Comitato Tecnico Provinciale, forte del fatto che nessuno la conosce nel dettaglio. Florido infatti cita il parere del comitato tecnico che - a suo dire - suffragherebbe tale "sì condizionato". In realtà dal Comitato Tecnico Provinciale non giungono dei sì ma dei no. Infatti le osservazioni al progetto di rigassificatore sono in taluni casi così critiche, come si è visto, da invitare a rivedere l'opportunità del progetto stesso non solo rispetto al sito ma alla stessa area cittadina "definita di grande crisi ambientale". Ma nessuno può sollevare queste incongruenze in quanto nessuno dispone del carteggio. PeaceLink richiede pubblicamente il CD-ROM con lo studio di impatto ambientale relativo al progetto di impianto di rigassificazione a Taranto. E chiede che dal giorno successivo sia su Internet. A fine incontro chiede all'assessore provinciale alla trasparenza il CD-ROM. Ma il CD-ROM - come capita a Bari per Legambiente - anche a Taranto non si trova. Si viene poi a sapere che neanche la Commissione Ambiente della Provincia dispone di tale CD-ROM e che non ha mai potuto consultare lo Studio di Impatto Ambientale. Nel comunicato di cui sopra c'è un appello anche all'assessore regionale all'ecologia Michele Losappio: "Vorremmo conoscere il nome del funzionario preposto che - da quello che ci risulta - non avrebbe neppure dissigillato la Valutazione di Impatto Ambientale inviata alla Regione Puglia lasciandola riposare in archivio per 30 giorni e lasciando decorrere i termini per obiezioni e ricorsi". Nessuna risposta.

25 aprile 2006
PeaceLink richiede per iscritto alla Provincia il CD-ROM con la valutazione di impatto ambientale relativa al progetto di impianto di rigassificazione a Taranto. La Provincia non fornisce alcuna risposta. PeaceLink richiede nuovamente che lo stesso CD-ROM sia scaricabile dal sito Internet della Provincia. Ma nessuna informazione sul rigassificatore viene messa sul sito della Provincia. Dopo l'infruttuoso e frustrante pressing di PeaceLink sulla Provincia di Taranto, ci ritenta il Wwf di Taranto. Ma questa volta si rivolge alla Regione Puglia.

24 maggio 2006
L'Assessorato all'Ambiente della Regione risponde al Wwf di Taranto che aveva appunto richiesto lo Studio di Impatto Ambientale su CD-ROM. La lettera datata 24 maggio 2006 (prot. 6512) accompagna il CD-ROM con lo studio di impatto ambientale sul rigassificatore.

1 giugno 2006
Arriva al Wwf di Taranto il CD-ROM con lo studio di impatto ambientale sul rigassificatore presentato dalla Gas Natural. PeaceLink duplica il CD-ROM per diffonderlo e lo dona a chi ne fa richiesta.

4 giugno 2006
Dato che neppure la Commissione Ambiente della Provincia di Taranto può disporre dello Studio di Impatto Ambientale relativo al progetto di rigassificatore di Taranto, PeaceLink scrive al Presidente della Commissione Giuseppe Stasolla: "Possiamo fornire alla Commissione Ambiente della Provincia lo Studio di Impatto Ambientale del rigassificatore che abbiamo ricevuto il 1° giugno 2006 dalla Regione". La Provincia non vuole fare una pessima figura: PeaceLink che regala ai consiglieri provinciali il CD-ROM che la Provincia "non riesce a trovare". Ed ecco il colpo di scena. Spunta il CD-ROM "introvabile" in possesso della Provincia e viene consegnato, con grande ritardo, al Presidente della Commissione Ambiente della Provincia. Riassumiamo per chi si è disorientato in questo dedalo: a Taranto fino all'inizio di giugno neppure la Commissione Ambiente della Provincia aveva avuto possibilità di prendere visione dello Studio di Impatto Ambientale della Gas Natural e quindi di esercitare i propri diritti nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Eppure lo Studio di Impatto Ambientale era disponibile da febbraio.

5 giugno 2006
PeaceLink chiede "che la Regione Puglia ci faccia conoscere le sue osservazioni sullo Studio di Impatto Ambientale (se le ha fatte)" e che "la Regione applichi la lettera e lo spirito della Convenzione di Aarhus in merito all'accesso all'informazione ambientale e al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che li riguardano, condividendo con i cittadini sul sito Internet tutte le informazioni ambientali in formato digitale in proprio possesso". La richiesta viene inviata agli assessori regionali all'ecologia e alla trasparenza. Nessuna risposta. E per conoscenza la lettera viene inviata al quotidiano l'Unità su cui era apparsa la dichiarazione dell'assessore regionale all'ecologia Michele Losappio in cui - parlando del rigassificatore di Taranto e di quello di Brindisi - diceva di voler "favorire il progetto del sito tarantino".

6 giugno 2006
PeaceLink e il Wwf di Taranto inseriscono lo Studio di Impatto Ambientale della Gas Natural su Internet nel sito www.tarantosociale.org sottolineando il fatto che lo avrebbero per legge dovuto fare le amministrazioni locali in esecuzione della Convenzione di Aarhus.

8 luglio 2006
Il Comitato contro il rigassificatore di Taranto invia a tutti gli enti preposti alla Valutazione di Impatto Ambientale una dettagliata relazione tecnico-giuridica di 17 pagine con precise osservazioni relative allo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla Gas Natural.

20 luglio 2006
Il Comitato Tecnico Provinciale si riunisce nuovamente cambiando completamente rotta rispetto alla riunione del 7 aprile. I precedenti dubbi e le critiche espresse nella precedente seduta - alla luce della documentazione inviata dalla Medea (ossia dalla Gas Natural) - vengono accantonati e sostituiti da un parere favorevole. Le uniche osservazioni rimaste sono condensate in quattro righe (per un totale di 35 parole) basate su blande prescrizioni cautelative relative ai fanghi, "fatte salve le prescrizioni e conclusioni degli altri organi". Il sito va bene, non vengono più avanzate le precedenti riserve. Anche Taranto non è più segnalata come città a forte rischio di crisi ambientale, sebbene così sia definita da un apposito DPR.

21 luglio 2006
Il Presidente della Provincia Gianni Florido e il dirigente del Settore Ecologia Luigi Romandini inviano alla Medea (ossia alla Gas Natural) a tutti gli enti coinvolti nella Valutazione di Impatto Ambientale il parere favorevole della Provincia di Taranto in merito al rigassificatore. Il parere favorevole si basa sul "dispositivo autorizzatorio della Direzione Interregionale dei Vigili del Fuoco del 24.8.2005 relativo alla sicurezza dell'impianto ai sensi della Direttiva "Seveso II" (D.Lgs 334/99), condiviso in termini di contenuti e conclusioni prescrittive". Va osservato che la Seveso II prevede la massima pubblicità della procedura di individuazione e gestione del rischio di incidenti rilevanti, nonché della partecipazione della cittadinanza a tale procedura. Invece che accade? Il "dispositivo autorizzatorio" citato dal Presidente della Provincia non è assolutamente noto alla cittadinanza, non è sul sito Internet della Provincia o della Regione ed è stato letto solo da pochi addetti ai lavori. Il parere favorevole della Provincia di Taranto poggia inoltre su documentazione fornita dalla Gas Natural per il tramite della Medea in cui vengono forniti chiarimenti e precisazioni (che l'assessorato alla Trasparenza non ha inviato a PeaceLink). Altro conforto per la Provincia di Taranto è l'essere rassicurata dalle informazioni sulla sicurezza delle navi metaniere "avvalorate dalle evidenze della casistica incidentale riportata nelle più importanti banche dati internazionali (vedi l'anglosassone MHIDAS)". Le uniche prescrizioni della Provincia sono relative allo smaltimento dei fanghi. Delle più radicali critiche espresse dal Comitato Tecnico Provinciale del 7 aprile 2006 - tanto per fare un esempio - non rimane traccia. Ad esempio sparisce la prescrizione del divieto di sorvolo da parte di aerei nell'area del rigassificatore. Che possa cadere un aereo civile o militare sul rigassificatore o su una metaniera è questione da non considerare più. Inoltre non si tiene in alcuna considerazione la relazione del Comitato contro il Rigassificatore di Taranto con le osservazioni formulate nell'ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (17 pagine di osservazioni basate sullo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla Gas Natural ed elaborato dalla Medea). Tale relazione era stata fatta pervenire l'8 luglio 21006 alla Provincia. Qualche settimana prima anche la Legambiente aveva presentato alla Provincia di Taranto una relazione di dieci pagine con osservazioni in relazione allo Studio di Impatto Ambientale, anch'esse non tenute in conto ai fini della valutazione di compatibilità ambientale da parte della Provincia. Inoltre non sono state informate, convocate e consultate le organizzazioni sindacali o le associazioni ambientaliste nonostante lo Statuto della Provincia di Taranto sancisca: "La Provincia promuove la partecipazione dei cittadini, delle organizzazioni sociali e di volontariato alle scelte fondamentali dell'Ente e assicura la possibilità di accesso all'informazione e ai procedimenti amministrativi secondo le norme dello Statuto e dei regolamenti". Infine il Presidente della Provincia ha agito senza coinvolgere nella decisione la Giunta Provinciale e senza sottoporre la questione a dibattito nell'ambito del Consiglio Provinciale. Non si è cioè proceduto ad alcuna deliberazione di Consiglio e neppure di Giunta ed il parere favorevole espresso è stato preso come Presidente della Provincia. Eppure l'articolo 1 della Costituzione Italiana stabilisce che "la sovranità appartiene al popolo" e la Convezione di Aarhus, recepita dall'Italia con la legge 108/2001, stabilisce la consultazione del "pubblico" (definito come "le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone") nelle scelte di carattere ambientale fin dalla fase preliminare.


25 luglio 2006
L'assessore regionale Mario Loizzo dichiara: "A Taranto ci sono tutte le condizioni per collocare il rigassificatore. Ritengo inopportuno il gioco dell'oca che si sta facendo tra le varie città pugliesi. Credo che Taranto possa essere candidata ad ospitare l'impianto". Eppure non vi è nessuna delibera di giunta. Parla a titolo personale o riporta l'orientamento della Regione?

11 agosto 2006
PeaceLink scrive al Presidente della Provincia di Taranto e all'Assessore alla Trasparenza e chiede di "ricevere per e-mail il testo completo delle osservazioni del Comitato Tecnico relative allo studio di impatto ambientale del rigassificatore a Taranto".

22 agosto 2006
L'assessorato alla Trasparenza della Provincia di Taranto invia a PeaceLink la documentazione grazie alla quale è stata costruita buona parte di questa ricostruzione cronologica.

23 agosto 2006
PeaceLink pubblica la presente storia. Un piccolo concentrato di diseducazione alla democrazia. Un'occhiata nel buco della serratura dei giochi politici. Sta qui la vera potenza di un rigassificatore.