I veri nemici di Israele
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- From: Gennaro Carotenuto <gc at gennarocarotenuto.it>
- Date: Mon, 31 Jul 2006 18:13:56 +0200
I veri nemici di Israele
La splendida
Cecilia Rinaldini, nel GR3 delle 8.45 di stamane 31 luglio, firma
un'eccellente, surreale ma paradigmatica e importante intervista a
Massimo Teodori. A qualunque persona di medio intelletto e
cultura è chiaro che per ogni goccia di sangue versata in Libano il
governo degli Stati Uniti sia almeno altrettanto responsabile quanto il
governo Olmert. Si possono scegliere posizioni giustificazioniste per
entrambi i paesi, ma è innegabile la complicità dell'amministrazione
repubblicana e la patetica azione dell'ambasciatore presso l'ONU
Bolton, scandalosamente a favore del governo dell'ex likudnik Ehud
Olmert e del "pacifista" Amir Peretz (quest'ultimo, appesantito in
pochi mesi, è oramai il sosia perfetto di Giuseppe Stalin). Nessuno fa
mistero del fatto che le più avanzate tra le armi che ammazzano i
civili libanesi sono state appositamente inviate dagli Stati Uniti
(mentre è invece considerato scandaloso che i razzi di Hezbollah
vengano dall'Iran). Chi scrive ha sottolineato spesso il pericolo
che la critica ai crimini e al terrorismo di stato praticato dallo
stato di Israele sconfini a volte in un non sottovalutabile
antisemitismo di/da sinistra. La rozzezza volgare dell'utilizzo di
metafore "naziste" per criticare Israele ne è la migliore
testimonianza. Ma non per questo sfugge come l'antisemitismo resti
storicamente un fenomeno "di destra", conservatore, reazionario,
razzista, fascista. Triste destino quello di Israele e del popolo ebraico, con amici come Massimo Teodori, John Bolton, Condoleeza Rice o Tony Blair. Indotto dagli Stati Uniti all'errore tragico dell'espansionismo mascherato da lotta antiterrorista, Israele sbaglia perché presume troppo dalla presunta superiorità militare e dal possesso del reale monopolio nucleare regionale. Così lo stato ebraico si mette nel vicolo cieco di Bintl Jbeil e raccoglie l'esecrazione del mondo per una Qana che è già una piccola Sabra e Chatila. Bintl Jbeil è il capolavoro negativo di Tsahal. Fino a ieri l'opinione pubblica mondiale considerava Hezbollah come un gruppo di vigliacchi fanatici lanciatori a casaccio di razzi artigianali. Oggi, con Bintl Jbeil, non solo nel mondo arabo e musulmano, la considerazione per i miliziani Hezbollah che hanno fronteggiato a viso aperto i migliori corpi speciali israeliani con bravura e coraggio si è moltiplicata con ricadute politiche evidenti. Bintl Jbeil si configura -per colpa dell'estremismo e della presunzione di Tsahal- come una vera Masada sciita. Laddove Masada è l'evento costituente dell'epica e dell'orgoglio militare israeliano, così Bintl Jbeil potrebbe dare agli arabi la coscienza che Israele non è più imbattibile. Un disastro, indotto dagli Stati Uniti ma fatto proprio dal governo Olmert, dallo stato maggiore di Tsahal e, quel che è peggio, da buona parte della società israeliana. Israele, se vuole davvero sopravvivere può usare, ma non farsi usare dagli Stati Uniti. Che è quanto sta avvenendo in questo momento con Israele che si illude di stare combattendo una battaglia per la sua sopravvivenza ed invece sta facendo da carne da cannone per l'ennesima guerra petrolifera in nome e per conto degli Stati Uniti. Se domani in Iran ci fosse un governo anche islamista radicale, ma amico degli Stati Uniti, allora Israele per gli Stati Uniti diventerebbe di colpo meno strategica. Facilmente riemergerebbe quel contesto rothiano che genera l'antisemita Charles Lindbergh. Del resto perché mai un paese governato dai fondamentalisti cristiani dovrebbe essere immune dall'antisemitismo se antisemita è stato il fondamentalismo cristiano per tutta la sua storia? Israele, nel pantano del Libano, si scopre dunque sola con se stessa. Molto più sola di quanto creda. Sola perché nell'incarnazione di se stessa come baluardo d'Occidente si appoggia a amici infidi che sono in realtà i suoi più naturali nemici, e sola perché, con il suo militarismo suicida ed il suo terrorismo di stato, fa di tutto per inimicarsi chi le è naturalmente amico, quel campo democratico antirazzista che vede nell'antisemitismo una delle forme insostenibili dell'occidentalismo nella storia. E' senz'altro nemico di Israele John Bolton quando copre il terrorismo di stato israeliano. Avviene quotidianamente in funzione di spingere Israele a più crimini, più obbrobri, più odio da parte dei suoi vicini. E' veramente antisemita John Bolton quando si finge amico di Israele impedendone la condanna per spingerla in realtà ad essere mero strumento del disegno imperialista statunitense sul Medio Oriente. E un nemico che sembra agire da amico, spingendoti alla guerra senza più quartiere verso i tuoi vicini, è ben peggiore di un nemico dichiarato. Nasrallah può essere affrontato in molti modi ma Israele è veramente sola solo quando si lascia ingannare dalla mefitica influenza del John Bolton di turno. Israele sola infatti, sempre circondata da
paesi nemici, e vittima della propria idiosincrasia militarista, è
ancora più pericolosa per se stessa, per la regione ed il pianeta.
L'irrazionalità terrorista della metodica distruzione del Libano si
incarica giorno per giorno di dimostrarlo. |
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