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Taranto e il rigassificatore: lettera aperta a Vendola e Losappio
- Subject: Taranto e il rigassificatore: lettera aperta a Vendola e Losappio
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Fri, 23 Jun 2006 20:10:08 +0200
Associazione AMICI DI BEPPE GRILLO Sez. Taranto
Associazione PEACELINK
COMUNICATO STAMPA
Apprendiamo dalla stampa la “grave” notizia, ovvero della volontà della Regione Puglia (incontro di ieri tra il Presidente Vendola, l’Assessore Losappio e il Ministro Bersani), di collocare un rigassificatore a Taranto, scartando l’ipotesi di Brindisi. In qualità di associazioni che da subito si
sono schierate per il NO “ad un rigassificatore a Taranto”, riteniamo Taranto improponibile ed inidonea come sito per l'insediamento di un rigassificatore.
Chiediamo al Presidente Vendola e all’Assessore Losappio: alla luce del rischio di “peggiore incidente”, previsto nella valutazione di impatto ambientale di Oxnard (Rapporto della Commissione Energetica della California del Luglio 2003), quale scenario ci troveremmo di fronte a Taranto in caso di atti di sabotaggio o terrorismo oppure di un banalissimo incidente di collisione tra navi?
Noi siamo venuti a sapere che uno studio preparato per il Pentagono nel 1982 (ne abbiamo una copia disponibile per la consultazione) afferma che “è probabile che se il 9 % del carico di Gas
liquido di una nave cisterna fuoriuscisse sull’acqua. [...] Si trasformerebbe in una nube o un pennacchio e si disperderebbe lungo la superficie fino a incontrare una fonte di accensione. Tale nube potrebbe in dieci/venti minuti allungarsi sottovento almeno tre miglia. Alla fine potrebbe arrivare piu` lontano, dalle sei fino alle dodici miglia. [...] Come un palla di fuoco potrebbe bruciare qualsiasi cosa nel suo raggio, ed il suo calore radiante potrebbe causare ustioni di terzo grado e dar vita a incendi fino a uno/due miglia di distanza dalla nube. Una palla di fuoco di GNL diffondendosi in una citta` puo` causare un’enorme quantita` di incendi ed esplosioni in una vasta area. Al momento o nel prossimo futuro non c’e` modo di combattere un grande incendio di GNL.”. La potenza di un'esplosione di gas equivale a quella dell'energia nucleare. Siamo venuti a sapere che, secondo lo studio preparato per il Pentagono nel 1982 (ne abbiamo una copia disponibile per la consultazione), l’energia sprigionata da una gasiera con un serbatoio di 125.000 metricubi sarebbe equivalente a 55 bombe di Hiroshima prive di radiazioni, come pure affermato in “Science and Environmental Policy Project”. Queste notizie ci allarmano moltissimo.
Siamo convinti:
- dell’elevato tasso di pericolosità. Per rilascio e perdite di vapori di metano altamente infiammabili in una zona dove già esistono industrie a rischio come raffineria, ILVA etc... (di recente il grave incidente alla raffineria con lo sversamento di 30 mila metri cubi di gasolio);
- del notevole impatto ambientale. Dragaggio dei fondali con ben 4.500.000 mc di fanghi di risulta che, presumibilmente contaminati da sostanze tossiche, vanno smaltiti in discarica;
- delle ripercussioni sul porto. Incide sulle sue direttrici di sviluppo e con tutte le misure di
sicurezza che le gasiere impongono, ostacolerà il normale traffico mercantile;
- dell'alto impatto paesaggistico. I due serbatoi di contenimento del gas liquefatto hanno un'altezza di 51 metri, quanto un grattacielo di 17 piani e deturperà ulteriormente il profilo della costa.
Teniamo conto inoltre:
- che a Taranto vi sono già nove impianti a rischio di incidenti rilevanti in aree limitrofe;
- che la città già contribuisce ampiamente al mantenimento di attività di rilevanza strategica nazionale (ILVA, raffineria, tre centrali termoelettriche, base navale militare);
- che il territorio di Taranto è stato dichiarato area ad elevato rischio ambientale;
- che la direttiva "Seveso" è rimasta in grande parte inapplicata sul territorio;
- che il progetto prevede un modesto impiego di personale (qualche decina di unità), senza dubbio inferiore ad un utilizzo di quella area per attività portuali;
- che la Puglia produce energia ben oltre il suo fabbisogno esportandola nel resto del Paese;
- che né in Consiglio comunale nè in Consiglio Provinciale e ne in quello Regionale è stata discussa e deliberata la scelta del rigassificatore di Taranto.
Sottolineamo che è infondato ogni allarmismo relativo alle furniture energentiche di gas metano, come attestano gli studi più autorevoli in questo settore.
Per quanto sopra, Vi chiediamo di valutare fino in fondo, quali responsabili della salute dei cittadini, i rischi per la sicurezza della popolazione alla luce dei nuovi eventi e notizie successivi alle valutazioni d'impatto ambientale o comunque fino a oggi non emersi. Vi chiediamo di considerare con la massima attenzione le questioni esposte, tenuto anche conto che le valutazioni tecniche effettuate fino ad oggi si sono basate su perizie di parte presentate e finanziate dalle societa` proponenti i progetti. La sicurezza dei cittadini non puo` essere affidata alle valutazioni di perizie e studi d’impatto ambientale di parte. Vi chiediamo di verificare le questioni esposte mediante accurate indagini affidate a studiosi, italiani e stranieri, di indiscussa capacita` e autorevolezza. Vi invitiamo infine a considerare che Taranto ospita più impianti a rischio di incidente rilevante rispetto a Brindisi. Vi chiediamo infine di applicare la Convenzione di Aarhus (recepita nella legislazione italiana nel 2001) la quale obbliga le amministrazioni locali a informare i cittadini e a coinvolgerli nei
processi relativi alle questioni ambientali.
Associazione Peacelink - Alessandro Marescotti
Ass. Amici di Beppe Grillo sez. di Taranto - Espedito Alfarano
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