"Rendition": gli Stati Ue sono legalmente responsabili. Amnesty Italia scrive al governo



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COMUNICATO STAMPA
CS60-2006

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL: GLI STATI EUROPEI SONO LEGALMENTE
RESPONSABILI DEGLI ABUSI COMMESSI NELL'AMBITO DELLE 'RENDITION'. AMNESTY
ITALIA SCRIVE AL GOVERNO: COLLABORARE CON LE INDAGINI DELLA MAGISTRATURA

La complicita' degli Stati membri dell'Unione europea (Ue) nelle
'rendition' (il programma Usa di trasferimenti illegali di prigionieri)
dev'essere discussa nel Summit europeo di domani. Lo chiede Amnesty
International, sollecitando l'Ue a impegnarsi, in occasione di questo
incontro, a porre fine alle 'rendition' in Europa.

L'organizzazione per i diritti umani ha diffuso oggi il rapporto 'Partner
in un crimine: il ruolo dell'Europa nelle 'rendition' Usa', in cui
descrive il trasferimento illegale di tredici persone nell'ambito di sei
operazioni di 'rendition' che chiamano in causa sette paesi europei,
quattro dei quali membri dell'Ue. Il rapporto analizza i vari livelli di
coinvolgimento di questi Stati, evidenziando come essi, in base al diritto
internazionale, siano stati complici negli abusi dei diritti umani
commessi nell'ambito delle 'rendition'. Questa, sottolinea Amnesty
International, e' una pratica illegale in cui una persona viene arrestata
illegalmente e trasferita in segreto in un paese terzo, dove e' vittima di
altri crimini quali la tortura, i maltrattamenti e la 'sparizione'.

La denuncia di Amnesty International giunge una settimana dopo la
pubblicazione della bozza di un duro rapporto del senatore Dick Marty,
relatore dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, e segna
l'inizio di una campagna dell'organizzazione per i diritti umani per porre
fine alle 'rendition' in Europa.

'Spesso l'Europa si definisce come un punto di riferimento per i diritti
umani. La scomoda verita' e' che senza il suo aiuto, ora un po' di persone
non starebbero cercando di riprendersi dalle torture che hanno subito in
prigioni situate in varie parti del mondo' - ha dichiarato Claudio
Cordone, Direttore della ricerca di Amnesty International. 'Gli Stati
europei devono porre fine all'approccio basato sul detto 'occhio non vede,
cuore non duole' e adottare tutte le misure necessarie per porre fine alla
pratica delle 'rendition' nel loro territorio'.

Inoltre, ha aggiunto Cordone, 'gli Stati europei non devono nascondere la
propria complicita' nel programma Usa delle 'rendition' dietro lo schermo
dei propri servizi segreti. Alcuni Stati hanno addirittura consegnato
persone alla Cia, assumendosi pertanto la responsabilita' delle torture e
degli altri abusi loro inflitti'.

In base al diritto internazionale, gli Stati che facilitano il
trasferimento di persone verso paesi in cui e' noto, o dovrebbe essere
noto, il rischio che queste subiranno gravi abusi dei diritti umani, sono
complici di questi stessi abusi. Le singole persone che si rendono
complici di sequestri di persona, torture e 'sparizioni' dovrebbero essere
considerate responsabili sul piano penale.

Il programma di 'rendition' ha anche messo in luce il fatto che i servizi
segreti Usa possono svolgere operazioni coperte in Europa, al di fuori
della legge e senza essere chiamati a rendere conto delle proprie azioni.
L'Ue deve assicurare lo sviluppo di un quadro di regole che disciplini le
attivita' dei servizi segreti nazionali ed esteri.

Macedonia, Bosnia Erzegovina, Turchia, Germania, Italia, Regno Unito e
Svezia (questi ultimi quattro, Stati membri dell'Ue) sono coinvolti nei
sei casi di 'rendition' descritti nel rapporto di Amnesty International.
In ciascuno di essi, persone sono state caricate su aerei e trasferite
all'estero, senza un giusto processo, verso centri di detenzione dove
hanno denunciato di essere state sottoposte a torture o maltrattamenti.

Anche se il modo in cui ciascuno dei sette Stati e' implicato e' diverso -
dal permesso di sorvolare lo spazio aereo o usare gli aeroporti alla
partecipazione all'arresto, al sequestro di persone e alla loro consegna
ai servizi segreti Usa - la loro azione o mancanza di azione contravviene
agli obblighi di diritto internazionale. Essi devono essere chiamati a
rispondere del proprio comportamento.

Il rapporto di Amnesty International si basa su registri di volo,
inchieste giornalistiche, dichiarazioni di agenti dell'intelligence,
denunce di organizzazioni non governative e indagini della magistratura.
Tutte queste fonti fanno suonare sempre piu' false le affermazioni dei
paesi europei riguardo alla mancanza di un loro ruolo nelle 'rendition'.

'La continua negazione, da parte degli Stati europei, del proprio
coinvolgimento nelle 'rendition' e la mancanza di qualsiasi significativa
risposta da parte dell'Ue, con l'eccezione del Parlamento europeo,
rappresentano un grave problema, non solo per la credibilita' di questa
istituzione ma anche per l'efficacia delle misure anti-terrorismo' - ha
commentato Dick Oosting, direttore dell'Ufficio di Amnesty International
presso l'Ue.

L'organizzazione per i diritti umani chiede al Consiglio d'Europa di
continuare a lavorare per fare chiarezza sulla pratica delle 'rendition'
istituendo una commissione d'inchiesta e per assicurare che ogni carenza
legislativa venga affrontata a livello regionale e dei singoli Stati.

La Sezione Italiana di Amnesty International ha scritto ieri, martedi' 13,
al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e al ministro della Giustizia,
Clemente Mastella, affermando che 'la complicita' e le omissioni degli
Stati coinvolti, contrarie ai loro obblighi di diritto internazionale e
interno, hanno contribuito fortemente a rendere possibili gli abusi
connessi a questa prassi illegale e tra tali paesi vi e' anche l'Italia'.

Il rapporto di Amnesty International sulle 'rendition' fa infatti
riferimento al rapimento dell'imam egiziano conosciuto con il nome di Abu
Omar, da parte di agenti della CIA, evidenziando come, dai molteplici
elementi disponibili, appaia inverosimile che tale operazione sia stata
svolta senza che alcun pubblico funzionario italiano ne fosse a
conoscenza.

Amnesty International chiede al governo italiano di contribuire
efficacemente a fermare la pratica delle 'rendition', dichiarando
pubblicamente tale impegno, avviando inchieste imparziali e accurate e
cooperando attivamente alle indagini internazionali e interne gia' in
corso.

In particolare, l'organizzazione per i diritti umani chiede che alle
autorita' italiane di collaborare con la magistratura chiedendo
l'estradizione delle persone per cui e' stato emanato un mandato di
arresto e di fornire alla stessa tutte le informazioni a propria
disposizione circa le azioni compiute da agenti della CIA prima, durante e
dopo il rapimento di Abu Omar.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 14 giugno 2006

Il rapporto 'Partner in un crimine: il ruolo dell'Europa nelle 'rendition'
Usa' e' disponibile presso l'Ufficio stampa di Amnesty International
Italia.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it


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