Un appello
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- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 2 Apr 2006 22:23:51 +0200
UN
APPELLO A ROMANO PRODI DI
RENATO SOLMI, ENRICO PEYRETTI, FEDERICO
REPETTO Ad
alcuni mezzi d'informazione ad
alcune persone e associazioni impegnate per la pace e i diritti
umani Gentili
signore e signori, vi
inviamo come anticipazione l'appello che aprira' il fascicolo di domani del
notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in
cammino". Il
Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 2 aprile
2006 Mittente: Centro di ricerca per la
pace strada
S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel.
0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * *
* Al
professor Romano Prodi, candidato alla Presidenza del Consiglio da parte di
tutte le liste dell'Unione e dalla Alleanza autonomista progressista della Valle
d'Aosta Alla
vigilia del confronto mediatico che avra' luogo domani sera sulla rete di Rai
Uno fra i due leaders delle coalizioni che si presenteranno alla scelta del
popolo italiano nelle giornate del 9 e del 10 aprile, i sottoscritti sentono il
bisogno di rivolgersi a Lei per fare presenti una serie di considerazioni che, a
loro avviso, dovrebbero essere sviluppate con particolare insistenza davanti a
tutti gli spettatori della trasmissione televisiva, che saranno certamente una
parte consistente di coloro che si recheranno alle urne, e che avranno modo di
influenzare, sulla base dei giudizi che si saranno formati, anche le opinioni
degli altri. * Ci
rendiamo ben conto del fatto che le considerazioni di carattere economico
occupano un posto decisivo nelle motivazioni di coloro che si accingono a fare
(o a non fare) uso del loro diritto di scelta individuale e di
autodeterminazione collettiva, anche se, su questo terreno, una volta che siano
state enunciate le direttive generali che le forze coalizzate nell'Unione si
propongono di seguire, e' chiaro che le misure concrete che saranno adottate dal
governo di domani non potranno fare a meno di tener conto delle condizioni reali
che si sono venute a determinare nel corso dei cinque anni di gestione della
cosa pubblica da parte della cosiddetta Casa delle Liberta', che hanno visto un
peggioramento costante e crescente delle condizioni di vita della maggior parte
del popolo italiano. Fare
grandi promesse e accusare la parte avversa di tutte le peggiori intenzioni
possibili e' un gioco troppo facile perche' possa valere la pena di
parteciparvi, ed e' chiaro che, in questo ambito, e' meglio attenersi ad una
constatazione oggettiva dei fatti, che parlano gia' sufficientemente da soli, e
sulla base dei quali gli elettori avranno la possibilita' di orientarsi in
funzione dei loro diversi e concreti
interessi. Il
dibattito su questi argomenti dovrebbe quindi, a nostro avviso, lasciare spazio
anche all'analisi e alla denuncia di altri aspetti non meno gravi, o, per dir
meglio, estremamente preoccupanti , della situazione che si e' venuta a
determinare in questi ultimi tempi. * Ad
essere in gioco, in queste elezioni, sono infatti le basi stesse della vita
sociale e politica del nostro paese, che hanno trovato la loro formulazione e la
loro definizione nella Costituzione repubblicana del 1948, monumento insigne di
sapienza giuridica e di elevatezza morale, e frutto di una composizione accurata
e imparziale degli interessi e delle concezioni di tutte le forze democratiche e
progressive che erano presenti sulla scena a quell'epoca e che sono tuttora,
anche se in forme parzialmente mutate, attive e operanti nella realta' sociale e
politica di oggi. Ebbene,
queste basi, che meriterebbero di essere ulteriormente sviluppate e rafforzate,
come e' avvenuto, del resto, in larga misura, nei decenni immediatamente
successivi al momento in cui furono poste, sono oggi direttamente minacciate, o,
per dir meglio, minate dall'interno, dall'opera distruttiva del governo e della
maggioranza che lo ha sostenuto fino ad ora. Questa azione corrompitrice si e'
manifestata o ha trovato espressione in una serie di leggi, da quelle relative
al conflitto di interessi e al sistema delle comunicazioni, a quelle che hanno
interessato l'ordine giudiziario, alle caratteristiche piu' discutibili della
nuova legge elettorale, per venire fino a quella, di carattere piu' generale e
riassuntivo, che riguarda le modifiche da apportare alla seconda parte della
Costituzione stessa. Tutte
queste pretese innovazioni e riforme si configurano, nel loro insieme, come un
vero e proprio golpe politico e istituzionale, da cui la Costituzione
repubblicana esce completamente sfigurata e stravolta, al punto che si puo'
parlare, per moltissimi aspetti, di un regime illiberale e autoritario, in cui
alcuni dei principi fondamentali della democrazia parlamentare, come l'assenza
di ogni vincolo di mandato, o come l'uguaglianza dei diritti di tutti i
rappresentanti, sono apertamente calpestati e annullati, come e' stato messo
bene in luce da illustri politologi e costituzionalisti, quali, per limitarci a
qualche nome, Leopoldo Elia e Luigi Ferrajoli, e la grande maggioranza dei
collaboratori del volume collettivo pubblicato sotto la sigla di Astrid, che Lei
certamente ben conosce, come dimostra, fra l'altro, il testo dell'intervento da
Lei tenuto il 2 ottobre dell'anno scorso in occasione della manifestazione
"Salviamo la Costituzione - Aggiornarla e non demolirla" , promossa da Giustizia
e Liberta' e dall'associazione sunnominata. Purtroppo il progetto allora in discussione e' stato
definitivamente approvato dalla Camera e dal Senato e sarebbe destinato ad
entrare in vigore, con tutte le conseguenze che cio' comporterebbe, se non fosse
respinto dal referendum popolare a cui sara' sottoposto nel mese di
giugno. * E' fin
troppo facile scorgere il nesso che unisce l'esito delle elezioni politiche del
9 e 10 aprile a quello del referendum istituzionale sulla legge per la riforma
della seconda parte della Costituzione. Se il popolo italiano si rendera' conto
delle conseguenze disastrose che avrebbe la definitiva entrata in vigore di
quella sciagurata "riforma", la cui importanza trascende ogni altra
considerazione, non esitera' a bocciare il governo che l'ha promossa, e le cui
intenzioni golpiste sono fin troppo evidenti. Ma questo esito, vivamente
auspicabile, rimane sospeso, in definitiva, a quel "se", di cui il leader
riconosciuto di tutta l'opposizione dovrebbe mostrare di essere pienamente
cosciente. * E' su
questo punto, percio', che, a nostro avviso, dovrebbe concentrarsi, prima che su
ogni altra questione, il Suo messaggio elettorale di lunedi' sera. Poiche'
l'approvazione di quella riforma priverebbe il nostro sistema politico di ogni
capacita' di reagire alle iniziative sciagurate del governo che l'ha promossa, e
che potrebbe proseguire, in caso di vittoria, sulla via nefasta della
demolizione delle liberta' repubblicane e della partecipazione alle avventure
imperialistiche del nostro principale alleato, o, quanto meno, del suo governo
attuale, foriere di sviluppi altrettanto catastrofici sul piano
internazionale. Chi ha
varato quella legge infausta, che snatura completamente lo spirito della nostra
Costituzione (la cui prima parte, come e' stato osservato da illustri
costituzionalisti, non puo' rimanere intatta dallo scempio che e' stato fatto
della seconda), non puo' essere considerato come un avversario normale in un
sistema politico di "alternanza", ma deve essere posto coraggiosamente di fronte
alle sue responsabilita' eversive, che devono essere denunciate apertamente di
fronte alla tribuna di tutta la nazione. La
"riforma" della Costituzione, e cioe' il colpo di mano in atto, non e', insomma,
un aspetto secondario e relativamente trascurabile di queste elezioni, ma deve
essere posto al centro del dibattito, come hanno fatto, nei loro interventi, i
costituzionalisti citati, per aprire gli occhi a tutta l'opinione pubblica,
rappresentata da tutti coloro che assisteranno al "match" televisivo di
domani. Chiudere gli occhi di fronte alle realta' sgradevoli non
e' mai stato lo strumento principe dell'azione politica coronata da successo. E,
in democrazia, e nel momento in cui le decisioni fondamentali saranno prese col
consenso di tutti, e' indispensabile tenerli bene aperti, per fare in modo che
si aprano, e restino aperti, anche quelli di tutti gli spettatori e gli
ascoltatori diretti e indiretti. Renato
Solmi Enrico
Peyretti Federico Repetto Torino,
2 aprile 2006 * *
* Notizia
sugli autori Renato
Solmi (per contatti: rsolmi at tin.it) e' stato tra i pilastri della casa editrice
Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte
e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di
generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che
attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della
propria strumentazione intellettuale; e' impegnato nel Movimento Nonviolento del
Piemonte e della Valle d'Aosta. Enrico
Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei
maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha
insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e
diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora
regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno
Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro
del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle
Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni
Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi
per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale
della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere:
(a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei
giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi
1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il
segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'.
Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e'
disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica
Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente,
ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di
Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui
Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte
riproposta anche su questo foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari suoi
interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e alla pagina
web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia
bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15
novembre 2003 di questo notiziario. Federico Repetto (per contatti: logos at teleion.it) e'
insegnante, saggista, impegnato nel Cidi di Torino e nei movimenti per i
diritti, l'ambiente, la pace; vari suoi testi, di argomento sia pedagogico e
didattico, sia di impegno civile e sulle questioni della democrazia e dellla
comunicazione, sono disponibili nella rete telematica. Opere di Federico
Repetto, Opinione pubblica, media e potere nel Novecento. Materiali e proposte
di lavoro interdisciplinari, Loescher,
Torino. * *
* Per
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alternativa e' possibile andare sulla pagina
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consultati nella rete telematica alla pagina
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