[tradenews] Hong Kong +2



Dopo il Kick off del 13 dicembre, la Conferenza di Hong Kong si sta avviando
verso le sue giornate più "calde".
Nella mattinata del secondo giorno ci sono stati i discorsi ufficiali dei
membri più autorevoli del WTO e dalle loro parole non è emersa alcuna
novità.
Il nostro commissario Mandelson ha ribadito che il round non vive di sola
agricoltura, "l'Europa è qui a Hong Kong per fare business con tutti gli
altri [paesi], se sono pronti a farlo con noi", minacciando che "non ci sarà
alcun successo, né ad Hong Kong né altrove, se continueremo a focalizzarci
solo su una parte del round".
Mandelson ha lanciato una frecciata agli USA ricordando che l'UE eliminerà i
suoi sussidi all'esportazione solo se saranno eliminate altre forme simili
di sostegno, come quei "programmi che non si limitano a nutrire gli affamati
ma anche a nuitrire chi sta bene" (riferendosi agli aiuti alimentari
americani).
In sostanza o si fanno passi avanti su NAMA e servizi o non c'è trippa per
gatti né ora nè in futuro.
Il che coincide con i veri obiettivi americani, ben evidenziati in una
conferenza stampa di Peter Allgeier, numero due del Dipartimento al
commercio USA.
Allgeier, incalzato dale domande dei giornalisti, ha parlato quasi
totalmente di prodotti industriali, citando come preminenti per il suo
paese, l'elettronica, la chimica, le apparecchiature medicali, i prodotti
forestali (legno, carta eccetera), pietre preziose e gioielli.
Per gli USA a Hong Kong occorre trovare un accordo sulla formula di taglio
dei dazi e un testo non meno efficiace di quello attualmente sul tavolo,
riguardo ai servizi. Allgeier su questo punto è stato chiaro: la proposta
atuale è il minimo che gli USA possono accettare.
Si comprende insomma che a loro sta bene che l'Europa faccia da parafulmine
in agricoltura, l'importante è andare avanti sugli altri tavoli.

Del resto gli USA sono stati abilissimi in questo round a sottrarsi alle
critiche. Ricordate il cotone? Ebbene Allgeiger ha abilmente detto che gli
studi mostrano che anche se i sostegni americani cessassero i prezzi del
cotone salirebbero di poco, quindi negli incontri con i paesi Africani, gli
USA si stanno occupando di come aiutarli ad aumentare rese e qualità! Sì
avete letto bene, visto che il problema loro è di non riuscire a smerciare
quanto producono la ricetta è aiutarli a produrre di più!

Al di là dei discorsi ufficiali, i gruppi negoziali hanno cominciato a
riunirsi, o meglio a lavorare, visto che ormai tutti hanno accettato il
fatto che a comandare siano le green room e che gli incontri plenari siano
da bandire. Anzi i facilitatori hanno già iniziato ad incontrarsi faccia a
faccia con i singoli paesi, in una sorta di "incontri al confessionale",
promettendo poi di riferire a tutti i 149 paesi membri le proprie proposte.
Sinora comunque non è sortito nulla di nuovo, se non la proposta del 2010
come data di fine sussidi all'esportazione.

La retorica degli aiuti continua a imperversare ma appare sempre più
evidente la sua natura. Gli USA hanno chiarito che se si concederà accesso
duty free ai prodotti dei paesi meno sviluppati, sarà fatto solo a partire
dalla fase di applicazione dei risultati dell'intero round, dunque nessuno
si illuda che si inizi prima del 2008 e soprattutto che si tratti di "doni",
si tratta di merce di scambio negoziale.
Idem per le cifre di aiuto che tutti promettono in questi giorni (Mandelson
ha annunciato entro il 2010 una spesa di 2 miliardi di euro all'anno da
parte UE, il Giappone 10 miliardi nei prossimi tre anni, Portman nel suo
discorso ha detto che gli USA hanno già speso 4,5 miliardi di dollari negli
ultimi cinque anni). Si tratta di fondi concessi in maniera unilaterale da
ogni paese, slegati fra loro e rispondenti solo a logiche e interessi
politico-commerciali.
Attenti dunque alle illusioni pre natalizie.
Se proprio dobbiamo paragonare Mandelson, Portman e soci a babbo natale,
allora possiamo dire che assomigliano a quei fantocci, che in questi giorni
spuntano come funghi, arrampicati sulle case degli italiani: sono brutti e
più che a babbo natale assomigliano a un ladro.

Roberto Meregalli
Beati i costruttori di pace - Rete di Lilliput
Tradewatch.it

Nota a margine: OGM per tutti?
Nella seconda giornata di Hong Kong c'è un argomento scottante di cui si è
parlato nei corridoi: la causa in corso fra USA ed UE sugli organismi
geneticamente modificati.
La causa venne lanciata dagli Usa, insieme ad altri paesi nel 2003, ed ha
avuto un percorso più lungo del previsto per le difficioltà presentate dal
caso. Gli americani contestano la moratoria applicata dall'Unione Europea
nel processo di approvazione di nuovi OGM. L'UE si è difesa affermando che
le evidenze scientifiche non sono univoche e che si tratta di una
problematica per cui il WTO non è la sede migliore per dibatterne.
La sentenza è attesa per il 5 gennaio prossimo e pare  che sia favorevole
agli americani.
A confidarlo non è stata una persona qualsiasi ma l'ex direttore generale
del WTO Supachai Panitchpakdi in un incontro con alcune ONG indiane avvenuto
il 28 novembre scorso. Il ministro francese Lagard lo ha confermato a quelle
francesi l'8 dicembre, ma ieri interpellato sull'argomento, Alejandro Jara,
uno dei quattro vice di Lamy ha rifiutato ogni commento.
Va detto che la prima sentenza sarà consegnata solo ai paesi coinvolti nella
causa, i quali avranno tre mesi per ulteriori commenti.
Se davvero la sentenza fosse favorevole agli USA si tratterebbe di un monito
rivolto a tutti i paesi del mondo a non applicare il principio di
precauzione.
Per il settore biotech sarebbe una vittoria clamorosa.
Ma a Hong Kong per il momento è meglio non parlarne, meglio parlare di
sviluppo perché come ha riconfermato Mandelsono nel suo discorso: "questo è
un round per lo sviluppo" e, come ha aggiunto il collega USA Rob Portman,
"siamo qui tutti impegnati ad aumentare il benessere di tutti i nostri
popoli".