Non piangere per loro, Trieste...



Non piangere per loro, Trieste...

Mi ha raccontato chi ha vissuto li' per molto tempo, che Trieste e' una
citta' sola; la citta' piu' sola del mondo. E' una citta' alla quale hanno
tolto l'entroterra e quindi una parte di se'; convivere con questa
lacerazione, con questa ferita per lei non e' facile.
Non e' facile durante tutto l'anno e lo e' ancora meno in giorni come
questi, giorni in cui viene festeggiato un "ritorno"; un ritorno pagato a
caro prezzo!
Trieste ha perso il suo entroterra e gli istriani tutti hanno perso la loro
terra e le loro case e, sia quelli partiti che quelli rimasti, hanno perso
il loro passato e la loro identita', per sempre.
Non e' giusto parlare di "ritorno"; perche' il Regno d'Italia non c'era
piu', quando Trieste e' "tornata"; e non c'era piu' Mussolini che riteneva
gli slavi barbari e inferiori e aveva l'impressione che non se ne uccidesse
abbastanza...
C'era la Repubblica Italiana, quando Trieste e' arrivata; una Repubblica con
una costituzione democratica che ripudia la guerra e il razzismo.

Mi ha raccontato chi ha vissuto li' per molto tempo, che a Trieste, nel
tardo pomeriggio i triestini si recano in riva al mare e, guardando
l'orizzonte, si pongono ogni tipo di domanda, domande banali e domande
esistenziali; in un altro tempo, altri triestini, guardando lo stesso
orizzonte si erano posti all'infinito sempre la stessa domanda: "quando
arrivera' l'Italia?"
Una riga all'orizzonte in direzione del tramonto era l'Italia per i
triestini.
Poi, l'Italia arrivo'!
Arrivo' il 3 novembre del 1918; e arrivo' ancora, dopo nove anni di
incertezze, il 26 ottobre del 54. Fu normale festeggiare quel giorno, ma non
credo sia giusto festeggiare oggi!

Mi ha raccontato chi ha vissuto li' per molto tempo, che Trieste oggi
piange, piange per se' e soprattutto per tutti gli istriani che l'Italia non
ha saputo aiutare e piange per tutti coloro, slavi o italiani, che sono
morti affinche' altri ridisegnassero un'altra volta ancora una nuova cartina
geografica...

Elisabetta Caravati
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