WTO - 9 settimane a Hong Kong: invertiamo la rotta, insieme a ong, sindacati e movimenti



Comunicato Stampa
Tradewatch, osservatorio sul commercio internazionale promosso da Campagna
Riforma Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Fair, Fondazione
Culturale Responsabilità Etica, Mani Tese, Gruppo d’appoggio italiano al
movimento contadino africano, Rete Lilliput, Roba dell’Altro Mondo



Info stampa: Monica Di Sisto + 39 335 8426752 Luca Manes + 39 335 5721837


9 settimane a Hong Kong: invertiamo la rotta della Wto!
Nuova piattaforma di azione per Tradewatch
Al via un percorso di confronto e azione comune con i sindacati italiani
Tutti gli appuntamenti di Ginevra



Roma, 15 ottobre - Mentre in Italia ci si prepara a manifestare contro la
privatizzazione dei servizi essenziali, a Ginevra davanti alla sede della
Wto delegazioni di Via Campesina, di ong e movimenti aprono ufficialmente
con un sit-in le mobilitazioni della società civile in vista del General
Council dell'Organizzazione mondiale del commercio, che si terrà nella sede
svizzera il 19 e il 20 dicembre prossimi. Un appuntamento importante
perché dà il via al conto alla rovescia verso l'assemblea ministeriale
della Wto convocata a Hong Kong dal 13 al 18 dicembre.

Importante anche perché, dopo mesi di blocchi contrapposti, i lavori dei
gruppi di lavoro su Agricoltura e Prodotti industriali, i più difficili per
i negoziatori, sembra abbiamo subito un'improvvisa accelerazione. In
effetti sembra che nelle ultime settimane tutti abbiano preso alla lettera
l'invito di Lamy a non aspettare Hong Kong per calare le carte sul
tavolo. Il ricatto incrociato (offrire concessioni sull'accesso al mercato
agricolo in cambio di aperture non proporzionali dei mercati dei prodotti
industriali e di servizi chiave come quelli delle comunicazione, della
distribuzione e delle finanze) cui Use e Ue stanno sottoponendo i Paesi
emergenti tra quelli del Sud, come anche alcuni tra i più popveri del
Pianeta, stanno dando i propri frutti.



E' per questo che Tradewatch chiama tutte le realtà della società civile, i
movimenti, le ong ma anche tutti i cittadini a mobilitarsi su alcuni temi
chiave aderendo o reagendo sulla propria piattaforma.



- Crediamo che questo vertice rappresenti uno spartiacque nel processo di
globalizzazione neo-liberista e ci opponiamo con forza alla retorica dei
principali governi, gruppi di affari e media, secondo cui il compimento di
gran parte dell’agenda negoziale lanciata a Doha nel 2001 porterà ricchezza
e benessere in ogni parte del  pianeta.

Ad un sistema che difende principalmente gli interessi delle più potenti
multinazionali del mondo rispetto ai diritti dei popoli e dell’ambiente,
contrapponiamo una visione di economia globale costruita sui principi di
giustizia economica e sociale, sostenibilità ecologica e controllo
democratico, al fine di affermare i diritti delle persone come prioritari
rispetto  a quelli del profitto.



- Crediamo in un’economia costruita intorno alle esigenze dei cittadini di
ogni parte del pianeta, siano essi  lavoratori, contadini, pescatori o
piccoli produttori, ed intorno ai bisogni di coloro che sono marginalizzati
dall’attuale sistema di produzione e commercio, come le donne ed i popoli
indigeni.



- Quando nel 1995 fu creata la Wto, nel preambolo del suo accordo fondante
si affermò che il suo fine era quello di portare maggiore prosperità,
assicurare la piena occupazione, ridurre la povertà, diminuire
l’ineguaglianza e proteggere e preservare l’ambiente, promuovendo lo
sviluppo sostenibile in tutto il pianeta attraverso un commercio più
libero. Dopo dieci anni è chiaro che la Wto ha raggiunto risultati
esattamente opposti. Il regime puramente liberista del commercio
internazionale, definito ed imposto dalla Wto, si è dimostrato
profondamente ostile a misure che promuovessero lo sviluppo, diminuissero
la povertà ed aiutassero la sopravvivenza umana ed ecologica sia a livello
locale sia globale. In nome del libero commercio, gli accordi della Wto
vengono utilizzati per aprire nuovi mercati e portarli sotto il controllo
di poche multinazionali.



- Per questo l’agenda di Doha così com'è va fermata subito! Serve un nuovo
approccio per far fronte ai problemi del commercio mondiale e nuove strade
da percorrere al più presto. Siamo fortemente in favore di accordi
multilaterali sul commercio internazionale, ma allo stesso tempo crediamo
imprescindibile che questi accordi siano parte di un sistema di regole ben
diverse da quelle propugnate oggi dal sistema della Wto.



- Crediamo che la prossima Conferenza ministeriale della Wto ad Hong Kong
offra un’ottima occasione per prendere coscienza che il mondo ha bisogno di
una politica commerciale e dei diritti ben diversa dall’attuale.



Per ricevere la piattaforma completa e per adesioni: Andrea Baranes
<mailto:abaranes at crbm.org>abaranes at crbm.org Monica Di Sisto
<mailto:moni.disisto at iol.it>moni.disisto at iol.it



Al via un percorso di confronto e azione comune con i sindacati italiani

Nell'ambito delle iniziative di confronto tra forze della società civile
italiana, nella considerazione dell'importanza strategica di un nuovo
rapporto, fondato su un'analisi e un'approfondimento comune, tra
sindacati, ong e movimenti, come espressione di una società civile che
chiede che il rispetto e la promozione dei diritti umani e
dell'ambiente, ha preso il via con un primo seminario interno convocato a
Roma il 14 ottobre un percorso comune promosso da Tradewatch, in
collaborazione con Aiab, Arci e Legambiente, e dal sindacato. Si
sono coinvolti nel percorso che ha portato al primo confronto FIM CISL,
FIOM CGIL, UILM CISL, ETUF, TCL/FILTEA-CGIL, FEMCA - CISL, UILTA - UIL,
FIBA CISL, FISASCAT-CISL, UGC-CISL, FLAI CGIL, FAI CISL, UILA-UIL, ARI e i
dipartimenti internazionali confederali.

Nel primo incontro, nell'ambito dei diversi negoziati, sono stati
evidenziati alcuni temi importanti da approfondire, per condividere analisi
e risposte rispetto agli impatti sociali e ambientali che si potrebbero
verificare nel caso della conclusione del Doha round stanti le condizioni e
le decisioni attuali.

I principi generali sui quali su vuole riflettere sono l'area d'azione e il
mandato della Wto ad oggi, il valore della sovranità e dello sviluppo
locale come principio chiave del sistema economico e commerciale, il reale
contenuto di sviluppo e di rispetto dei diritti dell'Agenda di Doha, il
pericolo di trade-off tra i diversi capitoli negoziali senza una reale
valutazione di sistema dell'impatto globale dell'agenda. Nello specifico:

- Rispetto all'agricoltura, a partire dal valore condiviso di
un'agricoltura patrimonio del territorio e delle comunità che lo abitano,
si vuole approfondire la dimensione del sussidio interno, a partire dal suo
ruolo positivo di legittimo strumento di sviluppo rurale, ma anche del
ruolo dei sussidi all'export , dell'accesso al mercato senza valutazione
degli impatti ma anche delle sue condizionalità a partire dal governo
dell'offerta operato dalla distribuzione.

- Rispetto ai prodotti industriali si vuole analizzare il tema delle
barriere non tariffarie, anche nell'ottica della qualificazione della
sostenibilità delle produzioni, al Sud come al Nord del mondo; del valore
della produzione locale per l'economia e la stabilità dei sistemi Paese; il
tema della piena occupazione e della qualità del lavoro a partire dalle
regole commerciali internazionali.

- Rispetto al settore tessile, nello specifico, si vorrebbe approfondire il
tema della governance globale della domanda e dell'offerta; della
costruzione di valore aggiunto a partire della tracciabilità delle filiere
e dalla promozione possibile delle filiere più eque e sostenibili; di una
promozione possibile del rispetto dei diritti umani e del lavoro lungo
tutta la filiera, fino alla distribuzione.

- Rispetto ai servizi si vuole approfondire  il possibile impatto sui
diritti umani e del lavoro legato all'apertura di nuovi spazi di mercato
nei servizi essenziali e l'emergenza di nuovi settori d'interesse per UE e
USA come telecomunicazioni, finanze e distribuzione.

- Si è sottolineata l'importanza di approfondire il ruolo chiave che la
finanza riveste in tutte le evoluzioni del commercio globale, e di studiare
l'azione e l'impatto delle leve finanziarie nel sistema stesso.



L'obiettivo è quello di unire le forze e avviare un'azione di informazione
ad ampio raggio su contenuti più approfonditi, organizzando insieme momenti
di approfondimento tematici e iniziative pubbliche in vista di Hong Kong,
per sensibilizzare la base sindacale, le associazioni, i cittadini, ma
anche gli interlocutori istituzionali, in Europa e in Italia, sulla
necessità di una politica commerciale diversa.



Sul sito di Tradewatch <http://www.tradewatch.it>www.tradewatch.it
pubblicheremo tutti i contributi di riflessione e di mobilitazione che
origineranno da questo nuovo percorso.



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IL PROGRAMMA DELLE GIORNATE DI GINEVRA

15 ottobre Manifestazione generale:  partenza alle ore 14h00 davanti la
sede della Wto, avenue de la Paix

17-18 ottobre : Convegno di CPE-UNITERRE: The stakes of WTO for the farmers
in Europe and worldwide How to implement food sovereignty concretely?
Centre de Rencontres de Cartigny, 21 rue du Temple, 1236 Cartigny (Geneva)

18 ottobre: Assemblea dei movimenti sociali

Centre Oecumenique  des Eglises, 150 route de Ferney, Geneva
20-21 ottobre: assemblea strategica della rete internazionale Our World Is
Not For Sale
Centre Oecumenique  des Eglises, 150 route de Ferney, Geneva

E tutti i giorni debreefing sui negoziati, lobby meetings con le
delegazioni accreditate e i negoziatori
Aggiornamenti in tempo reale su <http://www.tradewatch.it>www.tradewatch.it





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Mondo <http://www.tradewatch.it>www.tradewatch.it