Non fregate Genova



Costruiamo la pace, non navi da guerra!!! Ancora sulle fregate in costruzione nei cantieri navali liguri.

 
Il 29 aprile di quest’anno ho scritto due righe su dieci fregate in costruzione, commissionate dalla Marina Militare. Quello che mi indignava maggiormente  era il fatto che la nuova giunta regionale di centrosinistra, di cui fanno parte i Verdi (nel cui simbolo elettorale campeggia la bandiera arcobaleno e campeggia la scritta PACE) non si pronunci.
Ebbene, il mio scritto prendeva l’avvio da un articolo apparso sulle pagine genovesi del quotidiano La Repubblica. L’articolo si chiudeva con una preoccupazione espressa da un esponente DS che, scrivendo al Ministro Scajola, auspicava di sbloccare “una situazione incresciosa e grave sia per le prospettive di lavoro nei nostri cantieri navali, sia per la considerazione internazionale dell’Italia” (ho saputo dopo che le fregate erano state commissionate dalla Marina militare francese).
Ora, domenica 9 ottobre, leggo sulla pagina II di Genova Cronaca dello stesso quotidiano un articolo a firma di a. zun. intitolato Fregate, un altro mese di stop.
L’8 novembre, apprendiamo, si saprà qualcosa sul destino delle Fregate “che dovrebbero essere costruite nei cantieri di Riva Brigoso e del Muggiano a La Spezia. Quel giorno il Ministro delle attività produttive, Scajola, incontrerà i vertici di Fincantieri a Riva”. La notizia è stata data dallo stesso ministro ai sindacalisti Fim, Fiom e Uilm “che avevano chiesto di incontrarlo proprio per chiarire la sorte dei cantieri che, senza le fregate, a metà 2006 avranno un ‘buco’ di commesse lungo un anno”.
Non solo: i sindacalisti hanno affermato che “il Ministro …ha confermato le difficoltà e ha detto che si impegnerà a superarle con gli emendamenti alla legge finanziaria per finanziare le prime due navi, le più costose perché sono prototipi”.
I sindacati del settore hanno pure previsto una manifestazione se non arriveranno risposte soddisfacenti dalla Fincantieri e Manganaro, uno di loro, ha aggiunto, a proposito di un incontro con la Fincantieri previsto per il 7 ottobre che la stessa Fincantieri doveva incontrare in quella data i sindacati “per presentare commesse alternative. Non ne hanno trovate ed hanno fatto slittare l’incontro al 4 novembre. Vedremo. In Liguria i dipendenti di Fincantieri sono 2500, senza contare l’indotto e senza contare che sul programma Fremm –di cui fanno parte le fregate previste- lavora anche Finmeccanica”.
 
Che dire? Possibile che non si possa andare oltre il solito ricatto dell’occupazione? E le fregate poi, a cosa serviranno, per dare la caccia a chi? A che cosa? E, a costo apparire noioso, la pace si serve costruendo navi da guerra? Quanto costeranno i morti che dette navi da guerra causeranno? Contro chi vengono armate? Questa finanziaria, che comporta tagli notevoli per i cittadini, è una finanziaria bellicista.
“Ecco l’elmo dei vinti. Non fummo sconfitti quando lo sbalzano dalla testa, ma quando lo calzammo” (cito a memoria una poesia di Brecht).
Ah, quasi dimenticavo: l’articoletto del 29 aprile l’ ho inviato anche ai verdi con cui ero in contatto. Mi ha risposto solo il senatore Francesco Martone (che qui ringrazio) passato dal Gruppo Verde del Senato a quello di Rifondazione Comunista, sia pure come indipendente. Gli altri esponenti verdi non solo non mi hanno risposto, ma non mi hanno più inviato le mail come avevano fatto fino ad allora. Quali conclusioni dovrei trarre?
E, infine, come mai La Repubblica, che è l’organo ufficioso del centro sinistra, è sempre così attenta alle commesse militari e, ogni tanto, strizza l’occhio anche al nucleare? Non vorrei che, in caso di vittoria del centro sinistra, poi dovessimo batterci contro questi settori…forse è meglio parlare chiaro con i candidati: se vogliono i nostri voti, non devono aver timore a prendere posizione…altrimenti…
 
 
Giuliano Falco