Una lettera del vescovo Marchiori dal Brasile



UNA LETTERA DEL VESCOVO MARCHIORI DAL BRASILE

SE VUOI LA PACE, COSTRUISCI LA SOLIDARIETA'.
SI' AL REFERENDUM, SI' AL DISARMO, SI' ALLA VITA

Ad alcuni mezzi d'informazione
ad alcune persone e associazioni impegnate per la pace e i diritti umani

Gentili signore e signori,
sperando che la cosa non vi dispiaccia, vi inviamo come anticipazione la
lettera del vescovo brasiliano Joao Oneres Marchiori che aprira' il
fascicolo di domani, 8 ottobre 2005, del notiziario telematico quotidiano
"La nonviolenza e' in cammino".

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo

Viterbo, 7 ottobre 2005

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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JOAO ONERES MARCHIORI:

SE VUOI LA PACE, COSTRUISCI LA SOLIDARIETA'.
SI' AL REFERENDUM, SI' AL DISARMO, SI' ALLA VITA

[Ringraziamo di tutto cuore monsignor Joao Oneres Marchiori (per contatti:
domoneres at twc.com.br) per questa lettera. Monsignor Joao Oneres Marchiori e'
vescovo di Lages, Santa Catarina, Brasile]

Tutto il Brasile si sta mobilitando per partecipare al referendum che
chiede: "Il commercio delle armi da fuoco e delle munizioni deve essere
proibito in Brasile?".
Questo referendum sara' senza dubbio un evento storico per il Brasile e una
novita' molto importante nella vita delle societa' democratiche.
Un impegno cosi' importante per la vita delle persone e della societa' sara'
deciso per mezzo della democrazia diretta. Ogni cittadino ed ogni cittadina
saranno chiamati a manifestare la loro opinione.
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Leggiamo nel Vangelo di Matteo: "Beati i costruttori di pace, perche'
saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5, 9). E' necessario costruire la pace.
Il popolo brasiliano ne ha coscienza poiche' soffre terribilmente a causa
della violenza.
Il Brasile detiene nel mondo il triste primato del piu' alto numero di
persone uccise da armi da fuoco, come attesta l'Organizzazione delle Nazioni
Unite. Ogni dieci uccisioni che si verificano in Brasile, otto sono
provocate dall'uso di armi da fuoco. In Brasile vive solo il 2,8% della
popolazione mondiale, ma l'8% degli omicidi commessi con armi da fuoco di
tutto il pianeta avvengono qui. In Brasile si muore piu' per armi da fuoco
che per incidenti stradali. Ogni anno in Brasile 38.000 persone vengono
uccise da armi da fuoco: un numero di morti piu' elevato di quello dei paesi
in cui sono in corso conflitti armati. Una media di una uccisione ogni
dodici minuti.
*
Senza dubbio questi dati dimostrano quanto grandi siano le dimensioni del
problema. Proprio per questo l'indizione di un referendum su questo
argomento ha richiamato l'attenzione di molte persone, di istituzioni e
soggetti collettivi, di varie organizzazioni della societa' civile.
In Brasile esiste gia' uno Statuto per il disarmo, in vigore dal 23 dicembre
2003: esso intende esercitare un controllo sulla domanda, per limitare la
ricerca di armi da parte delle persone; prevede un controllo sull'offerta,
per limitare l'immissione di armi sul mercato; e un controllo sulla
detenzione, mirando a diminuire la quantita' di armi a disposizione della
popolazione.
Naturalmente esiste anche una forte opposizione a questo referendum: vi e'
infatti chi suggerisce di votare no alla proibizione del commercio delle
armi. Sono molteplici gli argomenti addotti a tal fine: la necessita' delle
armi per autodifesa e per la difesa dei patrimoni; il fatto che i criminali
sono gia' armati; il bisogno di essere armati per farsi rispettare,
eccetera. Ma io penso che se vogliamo costruire una societa' di pace,
dobbiamo togliere le armi dalla circolazione, e questo aiutera' anche a
disarmare i criminali.
E' ovvio che il disarmo non bastera' a risolvere del tutto il problema della
violenza e del crimine, ma sicuramente il disarmo aiutera' a far diminuire
la violenza: il fatto che una persona sia senza armi e' sempre un ostacolo
alla commissione di crimini.
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Per questo siamo tutti invitati a votare si' il prossimo 23 ottobre.
L'antico detto "se vuoi la pace, prepara la guerra" non vale piu'. Io direi
piuttosto: "se vuoi la pace, costruisci la solidarieta'".
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Vedo che il quotidiano telematico "La nonviolenza e' in cammino" si e' unito
a noi brasiliani per il si' al referendum. Questo ci da' forza e dimostra
che siamo in cammino sulla giusta strada.
Come brasiliano (discendente da un italiano, di Belvedere di Tezze) vi sono
molto grato del vostro sostegno: la solidarieta' e' la nostra migliore
difesa.

Monsignor Joao Oneres Marchiori
vescovo di Lages, Santa Catarina, Brasile

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