Taranto: sentenza sull'ILVA, condannata per inquinamento



Ai soci, amici e vari in indirizzo

Vi alleghiamo il commento di Legambiente alla sentenza di condanna dell'Ilva per inquinamento da parte della Cassazione.

Noi siamo soddisfatti: la legge italiana con una sentenza ha riconosciuto ciò che tutti quanti sapevamo: l'Ilva inquina in modo illegale. Riva è stato riconosciuto dalla legge italiana un inquinatore ed è stato anche condannato a pagare le nostre spese processuali.

Valutazioni più articolate potete leggerle nel testo.

Tutto ciò è stato possibile grazie alla bravura ed all'impegno del nostro Avv. Eligio Curci, a cui va la nostra profonda stima.

Un caro saluto
Maria Maranò


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Legambiente
Circolo di Taranto

Taranto, 29 settembre 2005


Agli Organi d’Informazione


LA CASSAZIONE CONFERMA LA SENTENZA DI CONDANNA DELL’ILVA PER INQUINAMENTO ATMOSFERICO. GRAVI LE RESPONSABILITA’ POLITICHE DEL COMUNE E DELLA PROVINCIA: IL LORO RITIRO DELLA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE HA EVITATO ALL’ILVA DI PAGARE IL RISARCIMENTO DEI DANNI ALLA NOSTRA CITTA’ RICONOSCIUTA LEGITTIMA LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DI LEGAMBIENTE: L’ILVA DOVRA’ PAGARE LE SPESE PROCESSUALI.

Legambiente esprime soddisfazione per la sentenza di condanna della Cassazione verso l’Ilva nelle persone di Emilio Riva, proprietario dello stabilimento, e di Luigi Capogrosso, direttore stesso. E’ stato riconosciuto, in tutti i gradi di giudizio, che l’Ilva ha messo in atto comportamenti illegali che hanno provocato inquinamento atmosferico alla città. L’impianto accusatorio della Procura è stato riconosciuto valido; se oggi la Procura accertasse gli stessi comportamenti da parte dell’Ilva potrebbe aprire un altro procedimento penale e l’attuale sentenza costituirebbe un buon precedente. C’è un altro motivo di soddisfazione per Legambiente: contrariamente a quanto hanno sostenuto nel processo i difensori dell’Ilva, la Cassazione ha riconosciuto la piena legittimità della nostra associazione a costituirsi parte civile. L’Ilva dovrà pagare le spese processuali sostenute da Legambiente nel primo e nel secondo grado di giudizio. L’annullamento della parte della sentenza relativa al risarcimento del danno è una grave sconfitta politica del Comune e della Provincia di Taranto, i quali, ritirando la costituzione della parte civile hanno evitato che l’Ilva pagasse il risarcimento dei danni alla nostra città. Con i soldi dell’Ilva si sarebbe potuto finanziare interventi di risanamento ambientale e sociale. Quanto all’annullamento della sentenza nella parte relativa alla confisca dei parchi minerali, aspettiamo di leggere le motivazioni per poter esprimere un parere più articolato.

Ci lascia un po’ perplessi il fatto che comportamenti riconosciuti come pericolosi per l’ambiente e per la salute dei cittadini vengano condannati però con poche migliaia di euro. Al di là di questa considerazione, questa sentenza è un fatto positivo per la nostra città e per tutte le persone ed i gruppi che nonostante tutto continuano ad impegnarsi perché il rapporto tra città ed industria sia più rispettoso di quanto lo sia stato finora. Ora anche la legge italiana, con sentenza definitiva, riconosce che l’Ilva inquina in modo illegale. Legambiente rivendica con orgoglio di aver combattuto con convizione anche questa battaglia legale, nonostante sia rimasta sola come parte civile. Ora non ci sono più scuse per nessuno per fare una battaglia che costringa l’Ilva a non disinteressarsi della qualità del nostro ambiente e della salute dei cittadini. La strada da fare è ancora tanta, Legambiente fa appello a tutti i cittadini perché continuino a far sentire forte la propria voce ed il proprio dissenso verso questo stato di cose.

Il presidente
Maria Maranò