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appello per la Difesa Popolare Nonviolenta
- Subject: appello per la Difesa Popolare Nonviolenta
- From: "Antonino Drago" <drago at unina.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Tue, 23 Aug 2005 00:27:06 +0200
Nel luglio scorso abbiamo lanciato un appello, finalizzato a mantenere e potenziare la DPN nel Servizio civile nazionale; abbiamo proposto alcune precise richieste al Presidente della Repubblica, al Ministro Giovanardi e all'on. Realacci, promotore di un progetto di legge che vuole rinnovare il SC senza nominare la difesa civile non armata e nonviolenta prevista dalla legge 230/98 e dalla 64/01 (legge vigente sul SC). L'appello ha avuto un buon successo, essendo stato inserito nel sito del Centro Gandhi di Pisa, di Peacelink ed avendo avuto numerose adesioni, tra le quali il rilancio da parte di numerosi terziari francescani.
In particolare abbiamo proposto all'on. Realacci di aggiungere un art. 7 al suo progetto di legge che esplicitamente contempla la DPN. Interpellato in proposito, l'on. si è dichiarato d'accordo, anche per i suoi passati di obiettore di coscienza; ma poi ha dichiarato che gli è "difficile" modificare il suo progetto. La on. Valpiana, che ha avuto un colloquio con lui, ha chiarito che la difficoltà consiste nella perdita della precedenza nella lunga serie di progetti di legge pendenti alle Camere in questa legislatura.
Da parte nostra vogliamo comunicare che :1) Ringraziamo l'on. Realacci per la pronta risposta e per la disponibilità dimostrata ad aderire alle finalità dell'appello.
2) per la adesione dichiarata, ci farebbe piacere poter aggiungere il suo nome all'appello
3) però il nostro interesse è quello di scongiurare un atto parlamentare che escluda la DPN dalle riforme parlamentari; per cui il nostro maggiore interesse è per una modifica del suo progetto nel senso indicato (aggiunta dell'art.7 suggerito da noi).
4) Assieme a molti competenti, non riteniamo che in questa legislatura sarà possibile discutere dei progetti di legge pendenti e di quello in questione. Quindi in questa legislatura, l'atto di inserire l'art. 7 avrebbe un valore simbolico, senza conseguenze parlamentari rilevanti; ma con conseguenze molto importanti per il movimento per la DPN, che, a differenza di ora, si potrebbe riconoscere nel progetto di legge in questione.
5) La nostra preoccupazione maggiore non è tanto per questa legislatura, ormai al termine; ma per la prossima, per la quale l'on. Prodi ha dichiarato più volte che, se vincerà le elezioni, farà approvare il progetto di legge in questione. Per cui una modifica, come da noi auspicata, del suddetto progetto per noi sarebbe la garanzia che la DPN rientra nei programmi non solo dell'on. Realacci, ma può rientrare anche nel programma di un probabile futuro governo dell'on. Prodi.
6) Le nostre preoccupazioni prendono motivo anche da un quadro più ampio, di tutto il Terzo settore, sul quale già nel 2002 Giulio Marcon (Le ambiguità del Terzo Settore, Feltrinelli, Milano, p. 136) denunciava la esistenza di una lotta per l'egemonia che ha ben altri obiettivi che quelli del movimento di base degli ultimi decenni; e che quindi fa temere che il SC e la DPN verranno visti in funzione di obiettivi di crescita di progetti particolaristici, rispetto alla possibilità di iniziare per la prima volta in Italia una alternativa nella struttura della difesa nazionale.
Una lotta nazionale che ha coinvolto in maniera positiva centinaia di migliaia di giovani e che ha saputo portare avanti in maniera democratica, dal basso fino alle massime decisioni istituzionali, il tema politico del servizio civile e della DPN, attende che le forze politiche diano i loro contributo per realizzare una novità che è della massima importanza per il movimento per la pace e per un cambiamento nella società.
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