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Verona: comunicato del Movimento Nonviolento
- Subject: Verona: comunicato del Movimento Nonviolento
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 25 Jul 2005 13:56:42 +0200
VERONA: TUTTO PREVEDIBILE. E PREVISTO. PURTROPPO E' NECESSARIA LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA Ad alcuni mezzi d'informazione ad alcune persone e associazioni impegnate per la pace e i diritti umani Gentili signore e signori, sperando che la cosa non vi dispiaccia, vi inviamo come anticipazione l'editoriale che aprira' il fascicolo di domani del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 25 luglio 2005 Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * * * MAO VALPIANA: TUTTO PREVEDIBILE. E PREVISTO. PURTROPPO [Da Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" ed animatore della "Casa della nonviolenza" di Verona, riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato redatto a nome del Movimento Nonviolento (per contatti: e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org)] Il triste epilogo della manifestazione di sabato 23 luglio a Verona era gia' scritto nell'ambiguita' della convocazione che legittimava "ogni tipo di linguaggio antifascista". Nei giorni precedenti la manifestazione abbiamo lavorato per dare un'impostazione completamente diversa, che rappresentasse davvero una novita': - la convocazione doveva venire dal Sindaco, che rappresenta tutta la citta': quando un veronese viene aggredito e picchiato, sono tutti i veronesi che subiscono una violenza; - nell'appello di convocazione doveva emergere chiaramente la condanna di tutte le violenze, e la scelta della nonviolenza come unica via praticabile per estirpare il cancro fascista. Purtroppo le nostre richieste sono rimaste inascoltate, e per questo non abbiamo partecipato ad una iniziativa che non offriva garanzie di serieta'. Infatti si e' voluto impostare la manifestazione pubblica con uno spirito di parte, di gruppo, di fazione, per di piu' lasciando aperta la porta anche a chi non ha mai condannato la violenza, ma anzi se ne e' fatto protagonista (alcuni centri sociali di Padova, Vicenza, Mestre). Sono errori imperdonabili: era evidente che cosi' facendo dal corteo sarebbero nate rabbia anziche' indignazione, intolleranza anziche' dialogo, violenza anziche' nonviolenza. Dal punto di vista della nonviolenza la manifestazione (che avrebbe dovuto essere un dialogo corale con la citta') non avrebbe nemmeno dovuto avere inizio fino a che anche un solo manifestante teneva il volto coperto e nascosto; alla prima vetrina colpita e distrutta la manifestazione doveva essere sciolta, e bisognava organizzare immediatamente una colletta per ripagare i danni; alle prime scritte criminali comparse sui muri delle Regaste ("fascista impara, la P38 spara", "Ramelli e' solo il primo della lista"), gli organizzatori avrebbero dovuto chiedere alle forze dell'ordine di fermare ed arrestare gli autori; allo scoppio della bomba carta bisognava fermarsi, fare autocritica e chiedere scusa a tutti i cittadini. Tutto cio' non e' accaduto, perche' non e' stata fatta con coraggio e chiarezza la scelta nonviolenta, che e' forza della verita', che e' nonmenzogna, che e' dialogo, che e' soluzione positiva dei conflitti. * Qualche decennio fa alcuni slogan criminali come "uccidere un fascista non e' reato" portarono poi alla tragedia del rogo di Primavalle, e al macabro elenco di giovani, "compagni" o "camerati", morti sul campo. Quella strada si e' rivelata una sconfitta per tutti. Oggi si deve imboccare la via della nonviolenza, che e' amore per la vita, la verita', rispetto di ogni persona. Il solo, vero, unico linguaggio antifascista e' quello della condanna senza appello della violenza, che e' l'humus nel quale il fascismo cresce, la legge del piu' forte. Il fascismo non ha paura della violenza, perche' in essa cresce. Il fascismo teme la civilta', la parola, la cultura, la democrazia, le idee, perche' non le sa contrastare. La nonviolenza e' antifascismo. L'antifascismo e' nonviolenza. Se non ci sara' la scelta nonviolenta chiara, limpida, esplicita, inequivocabile, cristallina, senza ambiguita', senza cedimenti, come scelta unica e assoluta, non ci sara' possibilita' di uscire dalla spirale della violenza, che tutto coinvolge, distrugge e abbrutisce. O nonviolenza o non esistenza. * Ma la nonviolenza non si improvvisa. Essa va studiata, approfondita, meditata, vissuta. Alla nonviolenza ci si esercita, nella pratica quotidiana, a partire da se stessi. Dobbiamo estirpare la violenza dentro di noi e intorno a noi, iniziando dai gesti e dalle parole. E' una strada lunga, che i movimenti e i partiti che si dicono per la pace devono imboccare se non vogliono tradire la loro stessa esistenza e condannarsi al fallimento. * * * Notizia su Mao Valpiana Mao (Massimo) Valpiana (per contatti: mao at sis.it, e anche presso la redazione di "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nello scorso mese di giugno ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 di questo notiziario. * * *
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