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La storia di Said, che viene da Jenin
- Subject: La storia di Said, che viene da Jenin
- From: "rosarita catani" <catanirosarita at hotmail.com>(by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Sat, 23 Jul 2005 20:01:34 +0200
Said Abdel Khaleq,nato a Jenin il 17.12.1970, è un palestinese che vive in Italia da oltre 15 anni, ha sempre lavorato, ha una residenza e non ha mai mostrato di essere un pericolo per la nostra società. Arrivato in Italia si è iscritto alla facoltà di Lingue Orientali nella città di Venezia. Per motivi legati anche alla situazione disastrosa del suo paese non ha potuto portare a termine gli studi e con regolare permesso di soggiorno, rinnovato di anno in anno, con la qualifica di operaio comune ha iniziato a lavorare nel nostro Paese. L'odissea di Said inizia quando chiede al suo datore di lavoro Verzegnassi Luca la presentazione di istanza di emersione ai sensi della Legge 189/2000. Affinchè l'istanza ottenuta dal suo datore di lavoro andasse avanti, essendo il suo passaporto giordano prossimo alla scadenza, aveva chiesto alla delegazione Generale Palestinese in data 6/3/03 di ottenere il passaporto del suo Paese d'origine. Qualche giorno dopo Said ed il suo datore di lavoro ricevettero l'invito a presentarsi presso lo sportello polifunzionale della Prefettura di Venezia con un passaporto o documento equipollente per la stipula del contratto di lavoro e la consegna del permesso di soggiorno. Il giorno 8/4/2003 alla data prevista per la stipula del contratto Said Abdel Khaleq fa presente che il passaporto giordano in suo possesso rilasciato ad Amman il 25.9.89 era scaduto ed aveva provveduto a richiedere l'emissione di un passaporto palestinese ottenendo così lo spostamento dell'appuntamento a settembre 2003. Per tale data, purtroppo la Delegazione Generale palestinese non aveva ancora rilasciato il passaporto e rilasciava una dichiarazione nella quale affermava che a causa di problemi in Palestina il passaporto non poteva essere rilasciato prima del 24/9/2004, nonchè una dichiarazione nella quale si attestava di aver identificato il cittadino palestinese Said Abdel Khaleq. Le dichiarazioni non vennero accettate dalla Prefettura di Venezia la quale dispose l'archiviazione del provvedimento amministrativo concernente la regolarizzazione con atto notificato al medesimo in data 7/7/2005. Nei motivi dell'archiviazione la Prefettura di Venezia adduceva che il cittadino palestinese non si era presentato presso gli sportelli della prefettura senza alcuna giustificazione. Nonostante ciò Said si presentò nuovamente allo sportello polifunzionale della Prefettura di Venezia mostrando il nuovo passaporto intanto ottenuto dall'Autorità Palestinese, ma si sentì rispondere che ormai i termini erano scaduti. Pertanto, in data 7/7/05 a Said Abdel Khaleq vennero ritirati il permesso di soggiorno e nello stesso momento gli vennero notificati il provvedimento di archiviazione del procedimento amministrativo di regolarizzazione ed il decreto della Prefettura di espulsione dal territorio entro il 12/7/05.
Said è un ragazzo distrutto, non sa piu' a chi rivolgersi. Il suo caso simile a quello di Jihad Mohammad Issa dove le associazioni, i comitati di solidarietà con il popòolo palestinese, le associazioni per la difesa dei diritti umani e dei migranti si stanno impegnando contro la sua espulsione dall'Italia. Ma Said Abdel non conosce tutte queste organizzazioni e si ritrova da solo a combattere contro la legge Bossi-Fini che mantiene la possibilità che il palestinese possa essere espulso verso Paesi dove la sua stessa vita sarebbe a rischio. La sua presunta appartenenza a 'Fatah-Consiglio Rivoluzionario', quando ancora era in palestina, un'organizzazione dichiarata fuori legge da Israele e da numerosi Paesi arabi, gli comporterebbe il rischio di eventuali ritorsioni e ulteriori pene in qualsiasi Stato mediorientale. Due lettere, una dell'OLP e l'altra di Fatah, datate entrambe1/7/05 dichiarano esplicitamente che Said Abdel non può rientrare in palestina.
Per questo motivo che Said Abdel vorrebbe chiedere asilo politico all'Italia e vorrebbe lanciare un appello alle associazioni, i comitati di solidarietà con il popolo palestinese, le associazioni per la difesa dei diritti umani e dei migranti, per aiutarlo per porre fine a questa sua odisse e che questa sua vicenda venga portata a conoscenza di un numero sempre maggiore di persone.
Vi ringrazio per l'attenzione.
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