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Amnesty International presenta il Rapporto Annuale 2005 e denuncia una nuova, pericolosa agenda per i diritti umani
- Subject: Amnesty International presenta il Rapporto Annuale 2005 e denuncia una nuova, pericolosa agenda per i diritti umani
- From: press at amnesty.it
- Date: Thu, 26 May 2005 02:55:27 +0200
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS68-2005 AMNESTY INTERNATIONAL PRESENTA IL RAPPORTO ANNUALE 2005 E DENUNCIA UNA NUOVA, PERICOLOSA AGENDA PER I DIRITTI UMANI I governi stanno tradendo la promessa di un ordine mondiale basato sui diritti umani e stanno portando avanti una nuova, pericolosa agenda. E' la denuncia contenuta nel Rapporto Annuale 2005 (la versione italiana e' pubblicata da EGA Editore), presentato oggi in numerose capitali del mondo. 'Nel corso del 2004, i governi non hanno mostrato leadership morale e di questo fallimento devono essere chiamati a rispondere' ? ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. 'Hanno tradito i loro impegni in materia di diritti umani e stanno promuovendo una nuova agenda in cui il linguaggio della liberta' e della giustizia viene usato per portare avanti politiche di paura e insicurezza'. Di questa nuova agenda, abbinata alla paralisi e all'indifferenza della comunita' internazionale, hanno pagato le conseguenze innumerevoli migliaia di persone nelle crisi umanitarie e nei conflitti dimenticati che hanno contraddistinto l'anno passato. Nel Darfur, il governo sudanese ha dato vita a una catastrofe dei diritti umani e la comunita' internazionale ha fatto troppo poco e si e' mossa troppo tardi per reagire alla crisi, tradendo centinaia di migliaia di persone. Ad Haiti, i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani hanno potuto riconquistare posizioni di potere. Nella Repubblica Democratica del Congo orientale, non c'e' stata alcuna risposta efficace allo stupro sistematico di migliaia di donne, bambine e persino neonate. Nonostante lo svolgimento delle elezioni, l'Afghanistan e' precipitato in una spirale di assenza di legge e instabilita'. La violenza in Iraq e' stata endemica. A livello nazionale, i governi hanno tradito la causa dei diritti umani con costi terribili per la gente comune. I soldati russi hanno impunemente torturato, stuprato e sottoposti ad altri abusi sessuali le donne in Cecenia. Il governo dello Zimbabwe ha strumentalizzato politicamente la penuria di cibo. Il tradimento dei diritti umani da parte dei governi e' stato accompagnato da atti sempre piu' orribili di terrorismo e i gruppi armati hanno raggiunto nuovi livelli di brutalita'. 'Le immagini delle decapitazioni degli ostaggi in Iraq, il sequestro di migliaia di persone, tra cui centinaia di bambini, nella scuola di Beslan e il massacro di centinaia di pendolari a Madrid hanno scioccato il mondo' ? ha aggiunto Pobbiati. 'Cio' nonostante, i governi non hanno voluto ammettere la mancanza di successo nella lotta al terrorismo, portando avanti strategie fallimentari ma politicamente convenienti. Quattro anni dopo l'11 settembre, la promessa di rendere il mondo un luogo piu' sicuro rimane vana'. Il tentativo dell'amministrazione Usa di annacquare il divieto assoluto di tortura attraverso nuove politiche e il ricorso a un linguaggio quasi manageriale fatto di espressioni quali 'manipolazione ambientale', 'posizioni stressanti', 'manipolazione sensoriale' ecc., e' risultato uno dei piu' dannosi assalti ai valori globali. Nonostante gli Usa abbiano continuato a usare il linguaggio della giustizia e della liberta', lo scarto tra retorica e realta' e' rimasto profondo. Cio' e' acutamente illustrato dalla mancanza di indagini esaurienti e indipendenti sull'agghiacciante fenomeno dei maltrattamenti e delle torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib e dall'assenza di provvedimenti nei confronti delle piu' alte cariche dell'amministrazione statunitense. Gli Usa, superpotenza politica, militare ed economica senza rivali, stabiliscono la linea di comportamento per i governi. Quando il paese piu' potente del mondo si fa beffe del primato della legge e dei diritti umani, concede agli altri paesi la licenza per compiere abusi nell'impunita'. Molti governi hanno mostrato un disprezzo clamoroso nei confronti del primato della legge. La Nigeria ha garantito a Charles Taylor, ex presidente della Liberia, lo status di rifugiato nonostante fosse incriminato per omicidi, mutilazioni e stupri; Israele ha proseguito la costruzione di una barriera all'interno della Cisgiordania occupata, ignorando l'opinione della Corte internazionale di giustizia secondo cui tale azione viola il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto umanitario. Detenzioni arbitrarie e processi iniqui hanno avuto luogo, sulla base di legislazioni di sicurezza, in numerosi paesi. Ma nel 2004, ha ricordato Pobbiati, ci sono stati anche segnali di speranza. Tra le sfide legali alla nuova agenda, vanno ricordati i giudizi della Corte suprema Usa sui detenuti di Guantánamo e la decisione della Camera dei Lords britannica sulla detenzione a tempo indeterminato, senza accusa ne' processo di 'presunti terroristi'. La pressione dell'opinione pubblica ha dato vita alla protesta di milioni di persone in Spagna contro gli attentati di Madrid, alle rivolte popolari in Georgia e Ucraina e a un crescente dibattito sul cambiamento politico in Medio Oriente. 'Sempre di piu', la doppiezza dei governi e la brutalita' dei gruppi armati vengono contrastati dalle sentenze giudiziarie, dalla resistenza popolare, dalla pressione pubblica e dalle iniziative di riforma delle Nazioni Unite. La sfida per il movimento dei diritti umani e' di accrescere il potere della societa' civile e spingere i governi a mantenere le loro promesse sui diritti umani' ? ha concluso Pobbiati. FINE DEL COMUNICATO Roma, 25 maggio 2005 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International Italia ? Ufficio stampa Tel. 06 4490224, cell.348 6974361, e-mail: press at amnesty.it Il Rapporto Annuale 2005 e' on-line al seguente indirizzo: http://www.amnesty.it/pubblicazioni/rapportoannuale_2005/ *************************************************************************** Paola Nigrelli Ufficio Stampa Amnesty International - Sezione Italiana Via G.B. De Rossi, 10 - 00161 ROMA Tel. 06 44.90.224 fax 06 44.90.222 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it Internet: www.amnesty.it CONTROL ARMS Sostieni la campagna di Amnesty, Iansa e Oxfam per un trattato internazionale sul commercio delle armi entro il 2006, aderendo alla foto-petizione su www.controlarms.org *************************************************************************** Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i contenuti di questa mail e di eventuali allegati. 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