Ucciso a coltellate, per avere difeso un disabile.



E' di quelle notizie che fanno pensare, "e chi glie lo ha fatto fare, poteva voltarsi dall'altra parte..." Ma probabilmente a Francesco Mitidieri, ucciso in discoteca con una coltellata per avere difeso un disabile, questo pensiero non era neanche passato per la mente. Cronaca spicciola che passerebbe inosservata, quella che leggo oggi da "Repubblica" online; ma colpisce il fatto che esistano ancora persone così, che spontaneamente (ingenuamente?) si mettono dalla parte del debole, e cercano di mediare, di difendere, anteponendo la ragione all'istinto di "branco".

Rileggo la mia frase, e soprattutto quel "colpisce il fatto che...". Sicuramente in una società pulita, abitata da persone consapevoli e mature, non colpirebbe la cronaca di certi gesti - e anzi non ce ne sarebbero neppure. In una società malata invece, il "sano" ecco che risalta. Ma quanti "sani" esistono ancora al mondo? io dico più di quel che uno immagini. Però oltre alla "sanità" occorre anche il coraggio, e la calma decisa per spiegare con ragionevolezza nonostante i timori. Ed ecco, a volte ci scappa il coltello, ci scappa il morto. Ma chissà; nell'oscuro bilancio dell'umano, il prezzo di una vita è ancora prezzo equo, per un istinto di giustizia che dà sprazzi di luce nel nero della notte.

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