da i Detenuti di Corelli



Noi detenuti di Corelli da oggi sabato 9 aprile 2005 siamo in sciopero
della fame. Per denunciare che via Corelli non è un centro di accoglienza
ma un carcere speciale per immigrati dove sono negati tutti i diritti e
dove subiamo quotidiane violenze. Chiediamo:

1) Libertà per tutti, perché essere immigrato non è un reato

2) Libertà immediata per Mohammed, portato da Corelli a San Vittore per
aver avuto il coraggio di denunciare i soprusi che subiamo qui dentro

3) un incontro in prefettura a cui partecipi una nostra delegazione

I detenuti di via Corelli


Sulla base del sostegno incondizionato a questa piattaforma, si è formato
a Milano un comitato di appoggio alla lotta dei detenuti con l'obiettivo
di dar loro voce e supporto concreto.

La lotta di via Corelli ci riguarda tutti in quanto è una battaglia  di
libertà e di civiltà contro tutti i nuovi lager e non può vincere senza un
forte sostegno nella società, a cominciare dall'unità di chi si batte, da
sempre, per la chiusura di tutti i CPT.

Ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni antirazziste affinché
sottoscrivano questo appello alla solidarietà concreta e alla
mobilitazione fino al raggiungimento dei suoi obiettivi

Comitato di appoggio alla lotta dei detenuti di Corelli

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(Venerdì sera, in uno dei settori del Centro, un ragazzo stava male. I
medici della croce rossa non sono intervenuti, lui, per l'esasperazione,
si è tagliato un braccio. Sanguinava molto, ma l'ambulanza non arrivava. I
compagni di camerata hanno cominciato a protestare, la croce rossa ha
aperto la porta blindata e ha lasciato entrare la polizia in tenuta
antisommossa. Sono iniziate le "perquisizioni": vestiti gettati ovunque e
olio e caffè versati su di essi, foto di famiglia calpestate, un corano
strappato nella stanza-moschea della camerata, persone strattonate,
picchiate, fatte inginocchiare e poi fatte camminare in ginocchio. A quel
punto, la protesta si è estesa anche nel settore dei trans. Due detenuti
sono stati arrestati e portati a San Vittore, Mohammed, che ora è ancora
in carcere e che sarà processato per direttissima il 14 aprile, e un altro
detenuto, poi riportato a Corelli. Ieri sera, sabato, una delegazione di
cinque persone accompagnata dal parlamentare Marco Fumagalli è entrata nel
Centro, mentre fuori dal centro si svolgeva un presidio che per la prima
volta è stato bloccato a 200 metri dal cancello di entrata. La delegazione
ha potuto parlare con alcuni dei detenuti del settore b, che da venerdì
sono in sciopero della fame, e, attraverso le finestre della sala
colloqui, anche con i detenuti di un altro settore, che avevano solo
intravisto la polizia entrare nella camerata di fronte alla loro ma che
ignoravano tutto il resto. Lo sciopero, da ieri, si è esteso anche in
altre camerate. Marco Fumagalli, invece, è potuto entrare, insieme a
Karim, che lo accompagnava come interprete, nelle camerate b e a e in
quella delle donne. Oggi, il comitato di sostegno alla lotta dei detenuti
indice un nuovo presidio davanti al Centro (ore 16) e entrerà per parlare
con alcuni di loro. Sulle iniziative dei prossimi giorni vi terremo
informati.)



(domenica, mentre davanti al Centro si svolgeva un presidio, una
delegazione è entrata nuovamente. Ha potuto visitare gli altri settori e
raccogliere altre notizie rispetto a venerdì sera e in generale rispetto
al Centro. I detenuti di questi giorni sono quasi tutti arrivati da poco,
perché 20 giorni fa ci sarebbero state delle espulsioni di massa. I
soccorsi che tardano ad arrivare non sono cosa insolita. Sarebbe successo
anche due settimane fa: dinanzi a un altro caso di autolesionismo,
l'ambulanza è arrivata con estremo ritardo. Le espulsioni hanno degli
orari precisi. Verso le sei del mattino per gli arabi, tra le 17.30 e le
18.30 per i sudamericani, solitamente espulsi da Malpensa con Iberia. Ai
detenuti di lingua araba viene distribuito il regolamento del centro con i
diritti e i doveri, piccolo particolare: sono ancora quelli della
Turco-Napolitano, dal momento che viene detto loro che la detenzione dura
al massimo 30 giorni. Domani, lunedì 11, il comitato di appoggio sarà di
fronte a Corelli a partire dalle 17 e entrerà nuovamente. Sosterrà anche
la richiesta dei detenuti in sciopero della fame di un incontro con il
prefetto).