Lettera aperta al compagno Piero Fassino



Lettera aperta al compagno Piero Fassino



Genova, 10 febbraio 2005





Caro Compagno,



dopo aver letto sulla stampa i resoconti del recente congresso dei DS, mi
permetto di suggerirti un’integrazione. Mi rendo conto che è troppo tardi
per il congresso ormai concluso ma ci saranno molte altre occasioni da qui
al 2006 per tener conto della mia richiesta.

Mi ha colpito, favorevolmente, il programma cosiddetto delle 3 G:
generazioni, generi, genti, e ti chiedo di aggiungere un’altra G (doppia),
quella di Genova-G8.



Non è affatto slegata dalle altre G, a Genova luglio del 2001, durante le
manifestazioni contro il G8, parteciparono genti di molteplici generazioni,
di tutti i generi, di molti paesi del mondo, e alcune migliaia di loro
votavano e votano il tuo partito.



Come certamente ricorderai, queste persone si erano recate a Genova per
manifestare contro i grandi 8, perché non condividevano le scelte
economiche, politiche, la mancata difesa dei diritti umani, la
preoccupazione per la vita e la sopravvivenza del nostro pianeta, dei
miliardi di persone che non contano, ma ci sono.

E quando così tanta gente si muove, da ogni parte, con ogni mezzo, è perché
ha qualcosa da dire ed è importante saperla ascoltare.



In quei giorni, a Genova, trecentomila persone, presero parte alle
manifestazioni. Il bilancio fu gravissimo: un ragazzo, Carlo Giuliani,
ucciso da un carabiniere, centinaia di manifestanti feriti, fermati,
arrestati. Un’intera città chiusa in gabbia, assediata, gasata, umiliata e
ferita. Un intero paese, stupito, che vedeva di colpo annullate le regole
democratiche, le garanzie costituzionali, il rispetto dei diritti umani.



A Genova centinaia di migliaia di persone hanno provato a scrivere un'altra
agenda per la politica italiana e globale e, se nel 2001 i DS hanno
ritirato la loro adesione a quella manifestazione nata dal basso, oggi
hanno la responsabilità di confrontare la loro agenda con quella dei
movimenti, per dire chiaramente ai loro elettori che programmi ha il più
grande partito di opposizione su questioni fondamentali come la
globalizzazione, la corsa sfrenata al riarmo, le biotecnologie, lo
sfruttamento del sud impoverito, i debiti dei paesi sfruttati (che gravano
anche sulle popolazioni colpite dallo tsunami), le guerre permanenti, su
tutte quelle questioni che i popoli del mondo, da Seattle a Genova, hanno
voluto portare all'attenzione dei politici e di chi ha responsabilità di
governo.



Ti ricordo che il giorno 6 aprile 2005, a carico di 28 funzionari di
Polizia inizierà il processo per l’assalto alla Scuola Diaz, durante il
quale 93 persone furono tratte in arresto sulla base di prove false. Molti
di loro furono ricoverati in ospedale per le ferite riportate, alcuni di
loro in modo grave. Per 68 di loro fu solo l’inizio di un incubo che
continuerà per molte ore nella caserma di Genova Bolzaneto.

Nel frattempo i poliziotti ed i funzionari rinviati a giudizio (accusati di
falso, calunnia e concorso in lesioni gravi) non solo non sono stati
sospesi dai loro incarichi, ma, molti di loro sono stati promossi fin alle
più alte cariche della Polizia Italiana.



Il giorno 27 gennaio 2005 si è svolta la prima Udienza Preliminare per i
fatti accaduti nella caserma di Bolzaneto a carico di 47 tra agenti di
polizia, carabinieri, guardie carcerarie, infermieri e medici penitenziari,
accusati di abuso d'ufficio, lesioni, percosse, ingiurie, violenza privata,
abuso di autorità contro gli arrestati, minacce, falso, omissione di
referto, favoreggiamento personale, e di violazione dei diritti umani
fondamentali previsti  dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei
diritti dell'uomo.

Questo processo rischia di finire prima ancora di iniziare perché dal
luglio del 2001 sono trascorsi 3 anni 6 mesi e 20 giorni e molti dei reati
saranno certamente prescritti prima della fine del processo. Nessuno degli
indagati è stato nel frattempo sospeso dai propri incarichi.



Esprimersi sui processi di Genova significa esprimersi  politicamente su
queste questioni, e questo non riguarda solo chi segue le vicende del G8,
ma è un problema che riguarda il rapporto tra la sinistra e la sua base,
anche quella parte di base che non c'era a Genova.



Le persone che attendono una risposta non sono solo quelle che hanno subito
violenze e torture, ma sono anche
quelle che vogliono avere le idee chiare su come andranno a votare, e
chiedono a te e al tuo partito posizioni chiare su molte questioni ancora
inevase.

Vedi compagno Fassino, io penso che la doppia G di Genova-G8, non possa non
interessare al partito che rappresenti, le ferite inferte a centinaia di
persone, non sono guarite e non guariranno, la fiducia nelle forze
dell’ordine non sarà ristabilita fino a che non sarà fatta piena verità su
quei giorni.

Per questo ti chiedo di impegnarti affinché ci sia una vera Commissione
d’inchiesta Parlamentare sui fatti di Genova e perché gli appartenenti alle
forze dell’ordine, rinviati a giudizio, siano sospesi dal servizio in
attesa del verdetto.



Chiedo a te ed al tuo partito di parlarne e di prendere posizione,
pubblicamente, perché il silenzio su fatti di tale gravità e che hanno
coinvolto un così grande numero di persone è connivenza e almeno 300.000
persone stanno aspettando da 3 anni 6 mesi e 20 giorni che questa consegna
cessi.

Perché centinaia di persone, italiani e stranieri, portano ancora i segni
di quei giorni, ancora soffrono delle ferite fisiche e morali, ancora sono
terrorizzate ma, nonostante questo, hanno avuto il coraggio di denunciare i
torti subiti, di costituirsi parti offese, perché ancora credono che
l’Italia possa essere un paese democratico.



Perché Genova significa diritti, democrazia del Paese e delle Forze
dell’Ordine che ne fanno parte, significa parlare di tortura, delle
violenze inferte ai fermati, agli arrestati, nelle caserme, nelle carceri,
nei CPT.



Perché Genova significa Napoli, Marzo 2001. (Nessuno dei poliziotti
rinviati a giudizio è stato nel frattempo sospeso dagli incarichi).



Perché in uno Stato di diritto non è  ammissibile che a garantire il
rispetto della legge siano chiamati coloro che sono accusati di aver
compiuto gravissimi delitti, è difficile chiedere ai cittadini di nutrire
fiducia verso delle istituzioni così rappresentate.

Perché sicurezza e democrazia significano poter manifestare liberamente il
proprio pensiero senza la paura, o la certezza, di essere massacrati e
torturati impunemente o rischiare di morire per le proprie idee, quali esse
siano.



Perché Fini, durante l’ultimo incontro di Alleanza Nazionale ha ricordato,
lui sì, Genova e il G8. Forse perché lui in quei giorni a Genova c’era (e
si è visto il risultato).







Enrica Bartesaghi

Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova



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