COMUNICATO STAMPA: Revisione Leggi Penali Militari: Azione - Suona la sveglia al "Corriere della Sera" - Ven 28



COMUNICATO STAMPA: Revisione Leggi Penali Militari: Azione - Suona la
sveglia al
                    "CORRIERE DELLA SERA" per difendere la Liberta' di
                    Informazione minacciata della revisione delle Leggi Penali
                    Militari


Venerdi' 28 Genaio 2005, ore 18:30
Azione di Pressione al "Corriere della Sera"
Roma, via Tomacelli, 160

Un drappello di Sonnambuli Imbavagliati dara' una rumorosa Sveglia ad uno dei
piu' diffusi quotidiani italiani, portando al direttore Palo Mieli la richiesta
che il Corriere si occupi estensivamente della legge liberticida di prossima
approvazione.

ART11 - Sana e Robusta costituzione - INVITA A PARTECIPARE ALL'AZIONE di
pressione sui giornalisti perche' scrivano sulla Revisione delle Leggi Penali
Militari, proposta recentemente approvata al Senato e di prossima votazione
alla
Camera. L'approvazione della delega comporterebbe, fra l'altro, che in paesi
dove i militari italiani sono presenti, ad esempio in Iraq, il Codice Penale
Militare di Guerra verrebbe applicato anche per i civili (ad esempio volontari
di ONG in missione umanitaria e Giornalisti), con grosse ricadute in tema di
libertà di informazione.

I dettagli degli EFFETTI della legge puoi trovarli in coda a questo comunicato.

Puoi trovare materiale e l'appello su: http://www.ostinatiperlapace.org/
email : artundici at libero.it
Tel: Manuele Messineo  - 349 5705059

A Venerdi'
ART11 - Sana e Robusta Costituzione - Presidio Permanente per il Ritiro delle
Truppe a Palazzo Chigi.


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LAPPELLO SU http://www.ostinatiperlapace.org/

Fermiamo la censura preventiva sulla guerra!!!

Il disegno di legge delega per la revisione delle leggi penali militari (di
pace
e di guerra), recentemente approvato al Senato e di prossima votazione alla
Camera, prevede, nei luoghi oggetto di missione militare italiana,
l'applicazione della legge penale militare di guerra, anche indipendentemente
dalla dichiarazione dello stato di guerra, punendo in tale contesto ciò che
viene ritenuto illecita raccolta, pubblicazione e diffusione di notizie
militari.

Così giornalisti, membri di ONG e chiunque decida di diffondere "verità
scomode"
si troverebbe, a meno di una scelta rivolta alla disobbedienza civile, nella
condizione di dover non vedere, non sentire e non parlare.


VOGLIONO NORMARE L'EMERGENZA BELLICA PER NORMALIZZARE LA GUERRA.


Risulta, quindi, urgente reagire alla sistematica compressione delle garanzie
costituzionali, riaffermando con forza il ripudio della guerra e la centralità
del parlamento (e non di un governo delegato) nonché la libertà di informazione
ed il diritto ad informare ed essere informati.


Per adesioni, informazioni o per dare la propria disponibilità ad attivarsi
artundici at libero.it
Manuele Messineo 349 5705059
www.ostinatiperlapace.org.



Al momento hanno aderito:
ARCI, ART11, Articolo 21, Associazione Obiettori Nonviolenti, Attac Italia,
Bastaguerra Roma, Beati costruttori di Pace, Comitato Scienziate e Scienziati
Contro la Guerra, Donne in Nero di Bologna, Federazione dei Verdi, FIOM,
forumdelteatro.org, GAVCI - Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia,
Legambiente Lazio, Legambiente (nazionale), Missionari comboniani impegnati con
i giovani (G.I.M.), Partito Umanista di Milano, Pax Christi Roma, Peacelink,
Radicali di sinistra, Redazione del sito www.giovaniemissione.it, Rete di
Lilliput, Rete Radiè Resch, SinCobas, Un ponte per...


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LE CONSEGUENZE DELL'APPROVAZIONE DEL DECRETO LEGGE


L'obiettivo principale dell'intero progetto è quello di ottenere la massima
applicabilità della legge marziale e di mantenere in vita la giurisdizione
militare che, ricordiamo, è stata abolita in tutti i paesi della NATO ad
eccezione della Turchia e dell'Italia.

L'approvazione del Decreto di Legge colpirebbe:

La Costituzione della Repubblica italiana
Il disegno di riforma sgancia il ricorso alla forza militare dal principio
costituzionale del ripudio alla guerra e dai principi delle azioni di polizia
internazionale in ambito ONU.

Se il disegno di legge passerà:
verrà aggirata la garanzia fondamentale della deliberazione/dichiarazione dello
stato di guerra;

al Governo basterà un semplice decreto legge per far andare in vigore la legge
marziale e le disposizioni che presuppongono il "tempo di guerra" al di fuori
del territorio nazionale;

sarà consentito all'Esecutivo di rendere possibile la partecipazione
dell'Italia
ad avventure belliche di qualsiasi genere.


La libertà di informazione
Sarà vietata la divulgazione di tutte le notizie che le autorità militari (o
politiche) non vogliono divulgare, con gravi conseguenze per i civili che si
trovano ad operare nelle zone interessate dalle operazioni militari, sia in
tempo di pace che di guerra.

Per i civili che operano in zone di guerra (in particolare giornalisti e ONG):
in "tempo di pace" la diffusione di informazioni riservate ricevute dai
militari
saranno perseguibili con la reclusione da cinque a venti anni per concorso in
reato militare;

se instaurato il "tempo di guerra" non potrà essere diffusa alcuna informazione
sugli avvenimenti che non sia autorizzata dalle autorità militari ed i reati
commessi saranno perseguiti dal Tribunale Militare in base alla legge marziale.


I diritti dei militari
Il provvedimento, prevedendo l'applicazione della legge marziale ai militari
facenti parte di corpi di spedizione inviati all'estero armati, aggrava
irragionevolmente la disciplina per i cittadini in uniforme anche quando non è
dichiarato il "tempo di guerra", ne limita i diritti e peggiora le loro
condizioni di vita.

Con l'approvazione della legge:
sarà reato la raccolta o la partecipazione in forma pubblica a sottoscrizioni
per rimostranze o proteste in cose di servizio militare o attinenti alla
disciplina;

sarà introdotta la punibilità di ufficio, con la reclusione fino a due
anni, per
il danneggiamento colposo di oggetti di armamento e munizionamento militare ad
uso individuale;

sono in pericolo le condizioni di lavoro e di vita dei militari a causa
dell'attribuzione al giudice militare della competenza su reati in materia di
sicurezza e prevenzione infortuni nei luoghi di lavoro, fin qui perseguiti da
magistrati ordinari esperti nel particolare campo.