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Riprendiamoci l'ONU
- Subject: Riprendiamoci l'ONU
- From: Comunicazioni ArcoIris <comunicazioni at arcoiris.tv>
- Date: Thu, 25 Nov 2004 18:56:42 +0100
<http://www.arcoiris.tv/> Sessione plenaria conclusiva del seminario internazionale sul futuro dell'Onu Registrazioni effetuate durante la Sessione plenaria conclusiva del seminario internazionale sul futuro dell'Onu e delle istituzioni internazionali in preparazione del V Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. 01)- Coro Multietnico di Voci Bianche della città di Padova 02)- Il saluto delle Istituzioni 03)- Inizio lavori 04)- I relatori dei 4 gruppi di Lavoro 05)- Conclusioni finali Visita il sito: www.tavoladellapace.it Per vedere i filmati <http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=1861>clicca qui! Piero Fassino intervistato da Giampaolo Pansa Lunga intervista all'Onorevole Piero Fassino affidata al noto giornalista editorialista e scrittore Giampaolo Pansa. Riprese effetuate durantew l'iniziativa pubblica "Da Pesaro a Roma: Per vincere. La sinistra che unisce" che si è tenuta presso il Forum Monzani a Modena. Per vedere il filmato <http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=1855>clicca qui! Incontro con Paolo Bolognesi sul tema della memoria come valore sostanziale per la consapevolezza storica presente e futura. Una testimonianza che parla del lungo iter per avere giustiza e conoscere i mandanti e gli esecutori della strage, dei depistaggi e del non sempre facile rapporto tra chi fa politica e il recente passato. Paolo Bolognesi è il presidente dell'Associazione familiare vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna ed è anche presidente dell'Associazione nazionale familiari delle vittime. Intervista fatta in collaborazione con il Centro di documentazione storico politica su stragismo, terrorismo e violenza politica Per vedere il filmato <http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=1854>clicca qui! Canzoni Contro - Dalla canzone popolare e antifascista Serata registrata Venerdì 19/11/2004 presso il C.S.A. Basattolo di Pavia 01)- Introduzione di Enrico Ghiotto 02)- I Cantosociale 03)- Lorenzo Riccardi Per vedere i filmati <http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=1850>clicca qui! Intervista a Marina Silva de Souza Ministro dell'Ambiente Brasiliano. Già senatrice nel Partido dos Trabalhadores (Pt) e leader del movimento per la tutela dell'ambiente e delle risorse naturali, Marina Silva de Souza non ha mai nascosto le preoccupazioni strettamente ambientali del suo paese. E'figlia di raccoglitori di caucciù ed era legata da un'amicizia profonda con Chico Mendez, leader del movimento dei seringueiros ucciso nel 1988, con il quale ha condiviso l'impegno per la giustizia e storie di lotta e di riscatto. Nel 1999 è riuscita a convincere e a fare approvare dal presidente neoliberista uscente Fernando Cardoso il programma Amazonia Solidale. Era un progetto per lo stanziamento di 9 milioni di dollari (erogati però solo in minima parte) da destinare ai seringueiros, per Francia "Casseurs de pub" le indicazioni per la "decrescita" sostenibile. [fonte: http://www.bilancidigiustizia.it/Article78.phtml] CAMPAGNA PER LA DECRESCITA I primi 10 consigli per entrare nella resistenza con la decrescita 1. Liberarsi dalla televisione Per entrare nella decrescita, la prima tappa è prendere coscienza dei propri condizionamenti. Il primo portatore di condizionamenti è la televisione. La nostra prima scelta sarà di liberarsene. Così come la società dei consumi riduce l'uomo alla sua dimensione economica - consumatore -, la televisione riduce l'informazione alla superficie, l'immagine. Media della passività, quindi della sottomissione, non smette di far regredire gli individui. Per sua natura, la televisione richiede la rapidità, non tollera i discorsi approfonditi. La televisione inquina al momento della sua produzione, durante l'utilizzo e poi come rifiuto. Noi le preferiamo la nostra vita interiore, la creatività, imparare a fare musica, fare ed assistere a spettacoli viventi…Per tenerci informati abbiamo delle scelte: la radio, la lettura, il teatro, il cinema, incontrare gente, ecc. 2. Liberarsi dall'automobile Più che un oggetto, l'automobile è il simbolo della società dei consumi. Riservata al 20% degli abitanti della terra, i più ricchi, porta inesorabilmente al suicidio ecologico per la distruzione delle risorse naturali (necessarie per la sua produzione) o per i diversi tipi di inquinamento tra cui l'aumento dell'effetto serra. L'automobile provoca guerre per il petrolio di cui l'ultima per data è il conflitto irakeno. L'automobile porta anche come conseguenza una guerra sociale che provoca un morto ogni ora solamente in Francia. L'automobile è uno dei flagelli ecologici e sociali del nostro tempo. Noi le preferiamo: il rifiuto dell'ipermobilità. La volontà di abitare vicino al luogo di lavoro. Camminare a piedi, andare in bicicletta, prendere il treno, utilizzare i trasporti collettivi. 3. Liberarsi dal telefonino Il sistema genera dei bisogni che diventano delle dipendenze. Ciò che è artificiale diventa naturale. Come numero di oggetti della società dei consumi, il telefonino è un falso bisogno creato apposta dalla pubblicità. "Con la telefonia mobile, siete mobilitabili in un istante". Assieme al telefonino butteremo via i forni a micro-onde, le falciatrici a motore, e tutti gli oggetti inutili della società dei consumi. Noi preferiamo al telefonino la posta, la parola, ma soprattutto cercheremo di vivere per noi stessi invece di cercare di riempire il vuoto esistenziale con degli oggetti. 4. Rifiutare l'aereo Rifiutare di prendere l'aereo, è prima di tutto rompere con l'ideologia dominante che considera un diritto inalienabile l'utilizzo di questo mezzo di trasporto. Però, meno del 10% degli esseri umani hanno già preso l'aereo. Meno dell'1% lo utilizza tutti gli anni. Questo 1%, la classe dominante, sono i ricchi dei paesi ricchi. Sono loro che detengono i media e fissano le regole della società. L'aereo è il mezzo di trasporto più inquinante per passeggero trasportato. A causa dell'alta velocità, sballa la nostra percezione delle distanze. Noi preferiamo andare meno lontano, ma meglio, a piedi, sul carretto a cavallo, in bicicletta o in treno, in barca a vela, con ogni veicolo senza motore. 5. Boicottare la grande distribuzione La grande distribuzione è inscindibile dall'automobile. Disumanizza il lavoro, inquina e sfigura le periferie, uccide i centri delle città, favorisce l'agricoltura intensiva, centralizza il capitale, ecc. La lista dei flagelli che rappresenta è troppo lunga per essere elencata qui. Noi le preferiamo: prima di tutto consumare meno, l'autoproduzione alimentare (l'orto), poi le botteghe di quartiere, le cooperative, l'artigianato. Questo ci porterà anche a consumare meno e a rifiutare i prodotti industriali. 6. Mangiare poca carne O meglio, mangiare vegetariano. Le condizioni di vita riservate agli animali di allevamento rivela la barbarie tecnoscientifica della nostra civiltà. L'alimentazione carnea è anche un grosso problema ecologico. E meglio nutrirsi direttamente dei cereali che utilizzare il terreno agricolo per nutrire animali destinati al macello. Mangiare vegetariano, o comunque mangiare meno carne ci porta anche una miglior igiene alimentare, meno ricca in calorie. 7. Consumare prodotti locali Quando si compra una banana delle Antille, si consuma anche il petrolio necessario al suo trasporto verso i nostri paesi ricchi. Produrre e consumare localmente è una delle condizioni migliori per entrare nel movimento di decrescita, non in senso egoistico, chiaramente, ma al contrario perché ogni popolazione ritrovi la sua capacità di autosufficienza. Per esempio, quando un contadino africano coltiva delle noci di cacao per arricchire qualche dirigente corrotto, non coltiva di che nutrirsi e nutrire la sua comunità (vedere il testo "Dieci forti obiezioni al commercio equo" http://ecolo.asso.fr/textes/20020314equiit.htm). 8. Politicizzarsi La società dei consumi ci lascia la scelta: tra Pepsi-Cola e Coca-Cola o tra caffè Lavazza e caffè "equo" di Max Havelaar. Ci lascia delle scelte da consumatori. Il mercato non è né di destra, né di centro né di sinistra: lui impone la sua dittatura finanziaria avendo come obiettivo di rifiutare qualunque contraddittorio o conflitto di idee. La realtà sarà l'economia: gli umani si sottomettano. Questo totalitarismo è paradossalmente imposto in nome della libertà, di consumare. Lo status di consumatore è addirittura superiore a quello di essere umano.. Noi preferiamo politicizzarci, come persone, nelle associazioni, nei partiti, per combattere la dittatura delle fabbriche. La democrazia esige una conquista permanente. Muore quando viene abbandonata dai cittadini. E' ora di propagare l'idea della decrescita. 9. Sviluppo della persona La società dei consumi ha bisogno di consumatori servili e sottomessi che non desiderino più essere degli umani a tutto tondo. Questi non possono più esistere che grazie all'abbrutimento, per esempio davanti alla televisione, ai "divertimenti" o al consumo di psicofarmaci (Prozac…) Al contrario, la decrescita economica ha come condizione uno sviluppo sociale ed umano. Arricchirsi sviluppando la propria vita interiore. Privilegiare la qualità della relazione con se stessi e con gli altri a detrimento della volontà di possedere degli oggetti che a loro volta vi possiederanno. Cercare di vivere in pace, in armonia con la natura, non cedere alla propria violenza, ecco la vera forza. 10. Coerenza Le idee sono fatte per essere vissute. Se non siamo capaci di metterle in pratica, serviranno solo a far vibrare il nostro ego. Siamo tutti a bagno nel compromesso, ma cercheremo di tendere alla maggior coerenza. E' la scommessa della credibilità dei nostri discorsi. Cambiamo ed il mondo cambierà. Questa lista sicuramente non è esaustiva. A voi completarla. Ma se non ci impegniamo a tendere verso la ricerca della coerenza, ci ridurremo a lamentarci ipocritamente sulle conseguenze del nostro stile di vita. Evidentemente non c'è un modo per vivere "immacolati" sulla Terra. Siamo tutti a bagno nel compromesso, e va bene così. _______________________________________________________ RETE LILLIPUT - Responsabile ufficio stampa: Cristiano Lucchi Via Barellai, 44 50137 Firenze - 055/601790 - 339/6675294 ufficiostampa at retelilliput.org - http://www.retelilliput.org/stampa _______________________________________________________ Per iscriversi alla lista: mailto:sympa at liste.retelilliput.org?SUBJECT=SUB%20comunicati_lilliput Per cancellarsi dalla lista: mailto:sympa at liste.retelilliput.org?SUBJECT=UNSUB%20comunicati_lilliput Per accedere all'archivio dei comunicati: http://liste.retelilliput.org/wws/arc/comunicati_lilliput
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