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Nuova campagna: La via del Cotone - Passaggio in Africa
- Subject: Nuova campagna: La via del Cotone - Passaggio in Africa
- From: "Tradewatch" <roberto at mancaintesa.org>
- Date: Sat, 20 Nov 2004 19:44:33 +0100
Comunicato Stampa Roba dell'Altro Mondo/Tradewatch Info: Monica Di Sisto +39 335 8426752 La via del Cotone: Passaggio in Africa Con l'Assemblea nazionale di Mani Tese il 20 novembre al via la fase II della Campagna italiana per il cotone, obiettivo l'Africa. Dall'Eritrea in arrivo due tessitrici, vittime della guerra e del commercio internazionale, e le loro mille sciarpe colorate: un nuovo progetto di commercio equo e solidale Mekete, campo profughi a ridosso della cittadina di Afabet in Eritrea. Dal 2000 in questa zona semi-arida hanno trovato rifugio oltre 25mila persone, di cui 5.976 bambini con meno di 5 anni, durante la terza offensiva sferrata dalle truppe etiopi contro il popolo eritreo. Da Mekete arrivano in Italia per Natale mille sciarpine di cotone colorato, tessute nel rispetto dei diritti e della dignità delle artigiane africane. Nate da un progetto di Mani Tese, sviluppato per il commercio equo da ROBA dell'Altro Mondo, le sciarpine, disponibili a breve nelle piazze di tutta Italia e nelle botteghe del commercio equo e solidale, sono il simbolo della seconda fase della Campagna "La via del cotone", centrata sulla lotta e le richieste dei produttori di cotone africani. Quell'Africa che è riuscita a fermare la deriva neoliberista della Wto a Cancun, mettendo al centro della propria piattaforma proprio i diritti dei contadini. La campagna è promossa da Tradewatch (http://tradewatch.splinder.com), l'osservatorio sull'economia globale e il commercio internazionale nato dopo la conferenza ministeriale WTO di Cancun per iniziativa di Rete Lilliput, Roba dell'Altro Mondo, Mani Tese, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Crocevia e Gruppo d'appoggio italiano al movimento contadino in Africa occidentale, ed ha il sostegno di Altreconomia e dell'Associazione botteghe del mondo. Passaggio in Africa E' passato più di un anno dal fallimento di Cancun e poco più di sei mesi dal lancio della prima fase de "La via del cotone", una campagna di sensibilizzazione lanciata da Tradewatch che ha diffuso contenuti (più di dodicimila libretti distribuiti), organizzato iniziative, sostenuto sperimentazioni, come l'avvio del Tavolo Nazionale sul Cotone Equo e Solidale che riunisce imprese,sindacati, associazioni ambientaliste, realtà del biologico e organizzazioni del commercio equo e solidale per promuovere progetti e nuove politiche per un cotone ecosostenibile ed equosolidale. Oggi "La via del cotone: Passaggio in Africa" studia il caso emblematico del "continente dimenticato", per far conoscere i problemi e gli interessi che si nascondono dietro la produzione del cotone, per ribadire l'importanza dell'aiuto pubblico e delle reti di economia alternativa dal basso a sostegno dell'agricoltura familiare, biologica e di qualità, dicendo no ai sussidi che stracciano i prezzi sotto i costi di produzione e strozzano i piccoli produttori nel Sud del mondo. Tutti gli appuntamenti della Campagna "La via del cotone: Passaggio in Africa" è la prima azione concreta sul commercio internazionale in attesa della Global Week of Action (10-16 aprile 2005), la più grande mobilitazione globale sul commercio mondiale mai organizzata. Promossa in parallelo rispetto alla nuova campagna sugli EPAs (Economic Partnership Agreements, trattati bilaterali-capestro in corso tra Unione Europea e Paesi dell'Africa, dei Caraibi del Pacifico), "La via del cotone" vuole accendere i riflettori dell'opinione pubblica sui negoziati commerciali internazionali che preparano il terreno per la nuova ministeriale della Wto, convocata ad Hong-Kong per il dicembre 2005 con il compito di definire un pacchetto di nuove non-regole per la liberalizzazione selvaggia dei mercati. Il primo appuntamento organizzativo della fase II della campagna "La via del cotone" è il 20-21 novembre a Scandicci, dove, in collaborazione con la Regione Toscana, Mani Tese terrà nel suo nuovo centro polivalente l'Assemblea dei soci che dovrà approvare il programma associativo per il 2005. La campagna verrà lanciata in tutta Italia da Tradewatch con a voce delle stesse tessitrici di Mekete che saranno il 10 dicembre a Roma, il 12 a Malnate (Mi), il 14 a Milano, il 15 a Rimini, il 17 a Genova, dove si terrà l'evento ufficiale di lancio della Campagna e il 20-21 dicembre a Bologna. Per sostenere il progetto-simbolo della campagna mille scarpine colorate saranno in vendita nelle piazze italiane e in molte botteghe del mondo. Incontro formativo sulla Global Week of Action 2005 presso il Centro S.I.eC.I. di Firenze per sabato 11 e domenica 12 dicembre 2004 Passaggio in Africa - PRESS KIT PER APPROFONDIRE I Paesi Africani, avevano chiesto fin da Cancun che la<BR>questione cotone venisse negoziata in un tavolo specifico, per affrontare nel dettaglio tutti i gravi rischi che una non-regolazione di questo mercato potrebbe provocare per la sopravvivenza delle loro povere economie locali. Lo sapevate che la mina negoziale "cotone" - che minacciava il nuovo accordo raggiunto in sede Wto a Ginevra nel luglio scorso, è stata disinnescata con la pressione statunitense ed europea, in particolare su Benin e Mali, con il ricatto di ridurre gli aiuti allo sviluppo, avallata addirittura dal Presidente della commissione negoziale sull'agricoltura Tim Grosser? Come produzione lorda vendibile l'agricoltura familiare assicura il 75% di tutta la produzione agricola, e soddisfa oltre i due terzi della domanda dei mercati interni. Lo sapevate che ad oggi solamente il 10% della produzione agricola globale finisce sul mercato internazionale, e che il vero obiettivo per cui la Wto vuole compiere il processo di globalizzazione, è immettere nel "supermercato globale" quel 90% che attualmente non ci va, provocando un abbassamento progressivo dei prezzi pagati agli agricoltori? Il cotone è la fonte maggiore di divisa estera per circa 12<BR>milioni di persone dei paesi produttori dell'Africa occidentale. Lo sapevate che nel Burkina Faso il crollo dei prezzi ha messo sul lastrico più di un terzo della popolazione totale di 11 milioni? Che nel Benin si è visto un abbassamento del reddito dei coltivatori di cotone del 23,74%? Che nel Mali 3 milioni di persone (circa il 28%<BR>della popolazione) dipendono direttamente dal cotone e la perdita dovuta al crollo dei prezzi del cotone nel 2001 è stata dell'ordine di 87 milioni di euro? La Cina, l'Australia, ad esempio, ma anche, in potenza, il Brasile, imprevisto alleato di UE e USA nel nuovo accordo, hanno una capacità di produzione del cotone altamente industrializzata e specializzata, hanno condizioni climatiche sicuramente migliori del Sahel, hanno una capacità immediata di penetrare i mercati internazionale più potente dei Paesi subsahariani. Lo sapevate che l'Accordo di Ginevra del 1 agosto 2004 alla WTO, e tutto il negoziato agricolo in ambito Wto, rischiano di estendere in Africa la frontiera agricola del cotone, di mangiare ancora altre terre dedicate alle coltivazioni alimentari ed all'approvvigionamento del mercato interno, a fronte di guadagni ipotetici, molto modesti? Nel 2002 risultavano essere 4,6 milioni gli ettari coltivati nel mondo a cotone ogm, circa il 13% dell'intera area coltivata a cotone. Il cotone ogm è stato selezionato per uccidere selettivamente alcuni insetti e parassiti senza l'uso di pesticidi. Lo sapevate che gli agricoltori statunitensi, i primi sperimentatori del cotone ogm, nel 2002 hanno perso circa il 7,5% del loro raccolto ogm a causa dei vermi, nonostante l'uso di insetticidi supplementari? E che, nonostante la sua larga inefficacia, i coltivatori africani, a fronte a una richiesta internazionale di fibra da ogm, potrebbero essere costretti a pagare alle multinazionali biotech oltre 60 dollari l'ettaro per la semente geneticamente modificata, cioè fino a 10 volte i costi della semente tradizionale? Che cosa propongono i produttori di cotone per uscire dalla crisi? Furono proprio i contadini dell'Africa occidentale a denunciare per primi la crisi del mercato del cotone. Già nel maggio 2000 i produttori di cotone del Mali proclamarono uno sciopero, dimezzando la produzione di quell'anno, per protestare fra l'altro contro il crollo dei prezzi. ROPPA, la "Rete di organizzazione contadine e di produttori agricoli dell'Africa occidentale" nata nel 2000 per federare le piattaforme contadine di 10 paesi, ha un'idea chiarissima di come l'Africa potrebbe uscire dalla crisi provocata dalle speculazioni internazionali sul cotone: Puntare sui prezzi rimunerativi. La via più sana per gestire il commercio internazionale del cotone, come quello degli altri prodotti agricoli, è quella di puntare su prezzi che coprano i costi di produzioni compreso il lavoro dell'agricoltore. Tale soluzione richiede l'abbandono di sussidi che portano a pratiche di "dumping" e meccanismi di regolamentazione, per evitare un eccesso di offerta che spinga i prezzi verso il basso. Migliorare le performance delle imprese agricole familiari attraverso l'accesso a tecnologie e sistemi di finanziamento. Stati uniti e UE stanno promuovendo l'introduzione delle biotecnologie per, a loro dire, migliorare la produttività e ridurre l'utilizzo di pesticidi. ROPPA, assieme a molti esperti ed istituzioni di prestigio, mette in dubbio l'aumento di produttività e fa notare che con i metodi di lotta integrata ai predatori si ottiene una maggiore riduzione di pesticidi che non con gli Ogm. Inoltre, sottolinea che l'utilizzo di sementi Ogm non farebbe altro che accrescere la dipendenza della filiera dall'estero. Che cosa possiamo fare? Comunicazione, Lobby, Filiere alternative Il migliore modo di lottare contro gli abusi sofferti dai produttori di cotone in Africa occidentale e per degli obiettivi condivisi è di farlo insieme a loro, sostenendo le strategie delle organizzazioni contadine. Per questo il "Gruppo italiano di appoggio al movimento contadino in Africa", e la campagna "La via del cotone" hanno deciso di: Promuovere un'informazione corretta capace di rivedere l'immagine dell'Africa che parla soltanto di disperazione e di passività. E' importante far conoscere l'esistenza di organizzazioni sociali africane che si battono con forza per difendere gli interessi degli strati più deboli della popolazione a nome di una visione della società che possiamo condividere e che la loro piattaforma ha molte similitudini con quella di chi lotta per un'agricoltura biologica e di qualità in Europa. Elaborare delle strategie di lobby. Il prossimo appuntamento della WTO a Hong Kong è dietro l'angolo. L'Unione europea sta negoziando un accordo di partenariato economico con la CEDEAO, l'organizzazione intergovernativa regionale che raggruppa gli stati dell'Africa occidentale, che rischia di interdire la protezione dei mercati locali africani. Inoltre, sta elaborando un importante programma di cooperazione diretto alla ristrutturazione della filiera del cotone in Africa, finanziato con i soldi dei contribuenti europei. Costruire delle alternative di sviluppo e di scambio sostenibile, equo e solidale. A ROPPA preme scambiare esperienze con le organizzazioni agricole italiane che difendono una agricoltura familiare legata al territorio e attenta ai bisogni della società. ROPPA è interessato a costruire dei rapporti di cooperazione economica con gli attori delle reti italiane per fare nascere dei scambi di commercio equo e solidale che vadano nei due sensi. _______________________________________________ ROBA dell'Altro Mondo - Commercio equo e solidale http://roba.coop http://tradewatch.splinder.com
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