Vanunu riarrestato



di Chiara Panzera

Ieri mattina, 11 novembre 2004, Mordechai Vanunu è stato arrestato dalla polizia
israeliana con l'accusa di aver passato del materiale riservato a giornalisti
stranieri. L'arresto è avvenuto mentre Vanunu si trovava nella Cattedrale di San
Giorgio a Gerusalemme est, luogo in cui risiedeva dal momento del suo rilascio
avvenuto lo scorso 21 aprile.

Dopo la liberazione, a Mordechai Vanunu erano state imposte varie regole da
rispettare che condizionavano ampiamente la sua libertà ed il suo agire. Gli era
stato proibito di incontrarsi o mettersi in contatto con qualsiasi cittadino
straniero o rilasciare interviste, di uscire dallo Stato di Israele. Doveva
inoltre dare un preavviso di 24 alle autorità se si sarebbe spostato da
Gerusalemme o se avesse dormito ad un altro indirizzo, non poteva avvicinarsi
senza permesso per più di 500 metri a possibili vie di fuga, siano essi confini
terrestri o la Striscia di Gaza o aeroporti, senza permesso non poteva neppure
incontrare alcuna delegazione diplomatica presente in Israele. Altra proibizione
a cui era sottoposto era l'impossibilità di accedere a qualsiasi chat presente
in internet senza previo permesso.

Queste restrizioni sono state violate da Vanunu nel momento stesso della sua
liberazione, quando ha parlato con i giornalisti stranieri presenti alla
liberazione o quando ha incontrato i genitori addotti americani o quando si è
incontrato con il giornalista del Sunday Times Peter Houman, che rese pubblica
la sua storia. Nelle varie interviste rilasciatete nei mesi passati, Vanunu ha
più volte ribadito che intendeva andarsene da Israele e che la violazione delle
regole imposte era un chiaro atto di sfida nei confronti delle autorità israeliane.

La cronaca di quanto successo ieri mattina è riferita minuziosamente dal vescovo
di Gerusalemme Rev Riah Abu El-Assal, in una lettera inviata ai primati della
Chiesa Anglicana e per conoscenza anche al presidente israeliano Ariel Sharon.
Nella missiva si legge che  forze speciali di polizia sono entrate nella
Cattedrale senza permesso e hanno preso in custodia Mordechai Vanunu. Si
trattava di circa 30 ufficiali, tutti armati che hanno provocato parecchio
spavento ai pellegrini, ai turisti e al personale presente. Il vescovo riferisce
inoltre che ''Mordechai era calmo durante la perquisizione, faceva loro domande
riguardo la necessità di un interrogatorio e hanno perquisito la sua stanza in
mia presenza. Hanno preso in custodia le sue carte, il computer, il telefono
cellulare ed altre cose. Ho provveduto a chiamare il suo avvocato, che lo
incontrerà a Petah Tiqva.'' 

Ufficialmente Vanunu è stato arrestato perchè accusato di aver  comunicato a
giornalisti stranieri notizie riservate riguardo gli armamenti e le attività
nucleari di Israele, ma come è stato fatto notare da più parti e da Vanunu
stesso in varie interviste, le notizie in suo possesso sono vecchie di 18 anni
visto che lui ha lavorato presso il centro di Dimona dal 1974 al 1986.

Le autorità israeliane già da qualche tempo tenevano sotto controllo Vanunu e
pare strano che il suo arresto sia avvenuto il giorno stesso in cui è stata
annunciata la morte di Arafat. Peter Houman, il giornalista dal Sundey Times che
nel 1986 rese pubblica la vicenda, in una dichiarazione rilasciata alla
Associated Press dice: ''Penso che abbiano deliberatamente aspettato fino alla
morte di Arafat per non attirare l'attenzione sul caso. Ma non penso che accasrà
perchè gente in tutto il mondo si chiederà perchè Israele si sia comportato in
modo così vendicativo.'' In una intervista dello scorso settembre, Vanunu aveva
spiegato la sua intenzione di voler chiedere la cittadinanza palestinese al
posto di quella israeliana. 

Fonti della polizia riferiscono che ''Vanunu ha violato le condizioni del suo
rilascio più e più volte, bisognava fare qualcosa per fermarlo.'' Adesso non
resta che aspettare e vedere quali provvedimenti varranno presi nei suoi confronti.






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