STOP WTO, STOP EPA: DA LONDRA A HONG KONG 2005



Comunicato stampa TRADEWATCH (http://tradewatch.splinder.com)
Osservatorio sul commercio internazionale promosso da Rete Lilliput,
Campagna Riforma Banca Mondiale, Roba dell'Altro Mondo, Mani Tese, Crocevia
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FERMIAMO LA WTO, FERMIAMO GLI ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO TRA L'UNIONE
EUROPEA E I PAESI PIU' POVERI DI AFRICA, CARAIBI E PACIFICO

DAL FORUM SOCIALE DI LONDRA DICIAMO "STOP AI NEGOZIATI NASCOSTI"

Londra, 17 ottobre 2004 - Nelle stesse ore in cui tra le strade di Londra i
movimenti sociali europei si preparano a manifestare per la pace, l'Unione
Europea e le istituzioni di Bretton Woods come la Wto stanno forzando
negoziati commerciali che rischiano di mettere in ginocchio le economie
fragili dei paesi piu' poveri del Pianeta.

Come Tradewatch, rappresentato a Londra da delegati di CRBM, ROBA
dell'Altro Mondo, Mani Tese all'interno della Rete Lilliput e delle
piattaforme europee come Seattle to Brussels e mondiali come la federazione
del commercio equo Ifat e il network anti-Wto Our World is Not For Sale,
crediamo sia importante promuovere e sostenere le mobilitazioni prossime
venture che si pongono l'obiettivo di una drastica revisione dei
fondamentali di questa globalizzazione economica.

Global Week of Action dal 10 al 16 aprile, incontro interministeriale del
Wto ad Hong Kong nel 2005 e, soprattutto, gli Accordi di Partnership
Economica (EPAs) che si stanno negoziando tra UE e Paesi ACP sono le tappe
fondamentali della nostra corsa per fermare il commercio ingiusto e la
politica oppressiva dell'UE.

Vi inviamo di seguito l'appello "FERMA GLI EPA" lanciato a Londra e da
sottoscrivere quanto prima, invitandovi a leggere (e, ancor meglio, linkare
sul vostro sito) http://tradewatch.splinder.com , l'Osservatorio sul
Commercio Internazionale promosso da Mani Tese, Crocevia, CRBM, Rete
Lilliput e ROBA dell'Altro Mondo, sul quale troverete tutti gli
aggiornamenti sia sullo stato dei negoziati che delle mobilitazioni.

Tutte le oltre 50 citta' che si sono mobilitate nel settembre 2003 per
fermare la Wto a Cancun sono invitate a mettersi nuovamente in moto, a
contattarci e a proporre sul proprio territorio incontri, seminari,
iniziative di sensibizzazione e mobilitazione. Al piu' presto come
Tradewatch produrremo i primi materiali di supporto al lavoro di
informazione e mobilitazione.

STOP WTO, STOP EPA



Per ulteriori informazioni:

Monica Di Sisto - ROBA dell'Altro Mondo/Rete Lilliput

moni.disisto at iol.it

Andrea Baranes - CRBM/Rete Lilliput


abaranes at crbm.org







Se i lavori della WTO e tutti i negoziati multilaterali sono più facilmente
sotto i riflettori dei media e dell'opinione pubblica, ci sono altre
trattative che invece si stanno svolgendo più discretamente, e delle quali
la maggior parte dei cittadini resta all'oscuro. Dal 2002 l'Unione Europea
e i Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, (definiti gruppo ACP),
stanno negoziando Accordi di Partnership Economica (Economic Partnership
Agreements, o più brevemente EPAs), come tappe dell'Accordo di Cotonou,
trattato di cooperazione politica ed economica che nel 2000 ha raccolto
l'eredità della prima convenzione di cooperazione (Convenzione di Yaoundé)
sottoscritta nel 1964 e proseguita con le quattro convenzioni di Lomé,
l'ultima delle quali è scaduta il 29 febbraio 2000. L'obiettivo degli EPAs
è di stabilire "nuovi aggiustamenti negli scambi, compatibili con le regole
della WTO, che rimuovano progressivamente le barriere agli scambi tra
Unione Europea e Paesi ACP", e che dovrebbero
 costruire "iniziative di integrazione regionale tra I Paesi ACP" e
promuovere "sviluppo sostenibile contribuendo in quegli stessi Paesi allo
sradicamento della povertà".

Gli Accordi di Partnership Economica attualmente in discussione sono
essenzialmente accordi di libero scambio.

L'Unione Europea ha spinto perché questi accordi fossero fondati su una
rigida interpretazione delle regole della WTO, prevedendo l'eliminazione di
tutte le barriere commerciali su più del 90% degli scambi tra Europa e
Paesi ACP, e nel più breve tempo possibile. Per di più l'Europa sta
chiedendo di aprire nuovi negoziati in tema di investimenti, concorrenza,
facilitazioni commerciali, commesse governative, protezione dei dati e
servizi. I negoziati sui primi quattro tra questi temi in sono stati
respinti ambito WTO dai Paesi ACP per il loro impatto negativo sullo
sviluppo. Dietro la maschera di una "cooperazione per lo sviluppo" l'Unione
Europea sta, di fatto, riproponendo attraverso gli EPA la propria agenda
liberista sostenuta in ambito WTO.

Nonostante la forte riluttanza manifestata dai Paesi ACP, la Commissione
Europea ha fatto pesanti pressioni politiche ed economiche per affrettare
gli accordi di libero scambio senza un sufficiente approfondimento. Tutte
le voci che si sono levate in Europa e nei Paesi ACP per indurre la
Commissione a considerare altre opzioni sono state ignorate. Per colpa di
una pesante dipendenza dagli aiuti internazionali, i Paesi ACP hanno poche
possibilità di resistere alla richiesta dell'Unione di aprire i loro
mercati alle merci ed ai servizi europei. L'enfasi schiacciante posta sulla
liberalizzazione nei negoziati EPA prova che il loro obiettivo è quello di
ampliare l'accesso dell'Europa ai mercati ACP, piuttosto che l'accesso dei
Paesi ACP allo sviluppo.

I tentativi di realizzare un'integrazione regionale sono centrali nelle
strategie di sviluppo dei Paesi ACP. Gli Accordi di Partnership Economica
con l'Europa mettono in pericolo il fragile processo di integrazione
regionale ed espongono i produttori di quei Paesi a un'impari concorrenza
con l'Europa nei mercati interni e dell'area. Il risultato sarà una
disoccupazione più forte, la perdita di mezzi di sostentamento,
l'insicurezza alimentare e la disuguaglianza sociale. I Governi dei Paesi
ACP si troveranno a dover affrontare perdite significanti nelle entrate
pubbliche a causa dell'eliminazione delle tasse sulle importazioni e
continueranno a subire il problema della volatilità dei capitali che si
accompagna alla liberalizzazione. Mentre la Commissione Europea sostiene
quindi che gli EPA sono strumenti di sviluppo, tutte le analisi indicano
che il peso dei cambiamenti introdotti dagli EPA sarà scaricato
esclusivamente sulle spalle dei Paesi di Africa, Carabi e Pacifico, inclusi
i
 Paesi meno sviluppati (LDC).

L'Unione Europea ha ridotto gli obiettivi di Cotonou, che puntavano allo
sradicamento della povertà e allo sviluppo sostenibile, a un'agenda di
investimenti e liberalizzazioni a proprio uso e consumo. Gli Accordi di
Partnership Economica aumenteranno il predominio e la concentrazione di
società, beni e servizi europei. Così come sono, gli EPA aggraveranno e
prolungheranno il declino socio-economico e la fragilità politica che
caratterizza molti dei Paesi ACP. Degli Accordi di Partnership Economica
basati su trattati di reciprocità commerciale non hanno senso per i Paesi
ACP sia da un punto di vista economico che di sviluppo.

E' per queste ragioni che rigettiamo questi "Accordi di Partnership
Economica" così come si prospettano al momento.

Chiediamo una verifica ed una revisione della politica estera commerciale
neoliberale dell'Unione Europea, particolarmente rispetto ai Paesi in via
di sviluppo. Chiediamo che la cooperazione commerciale tra Unione Europea e
Paesi di Africa Carabi e Pacifico si fondi su un approccio che sia

·        Basato su un principio di non reciprocità, come previsto in ambito
Wto rispetto ai prodotti di particolare interesse (GSP) e al trattamento
speciale e differenziale;

·        Che protegga i produttori dei Paesi ACP, i loro mercati interni e
regionali;


·        Che inverta la pressione verso la liberalizzazione degli scambi e
dei mercati;

·        Che consenta il necessario spazio politico e aiuti i Paesi ACP a
perseguire le proprie strategie di sviluppo




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Per ulteriori aggiornamenti http://tradewatch.splinder.com



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