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8 ottobre, Al via Eco&Equo: Tutte le storie del mondo
- Subject: 8 ottobre, Al via Eco&Equo: Tutte le storie del mondo
- From: "Monica Di Sisto" <moni.disisto at iol.it>
- Date: Fri, 8 Oct 2004 11:35:05 +0200
<http://www.ecoandequo.it/it_home.htm> AGICES COMUNICA Associazione Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale Ufficio stampa Agices - Monica Di Sisto tel. + 39 335 8426752 email: ufficiostampa at agices.org Al via oggi venerdì 8 ottobre alla Fiera di Ancona la II edizione della mostra-mercato ecocompatibile ed equosolidale Eco&Equo: Tutte le storie del mondo Argentina, Albania, Africa, Vietnam: quattro nuove sfide per il commercio equo e solidale Ancona, 8 ottobre - Oggi venerdì 8 ottobre taglio del nastro inaugurale di Eco&Equo, mostra mercato ecocompatibile ed equosolidale organizzata dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Marche, dall'Ente Fiera Regionale, in collaborazione con Agices, l'Associazione Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale. All'inaugurazione interverrà il presidente della Regione Marche, Vito D'Ambrosio, e durante i lavori delle tre giornate saranno presenti, tra gli altri, i giornalisti Gianni Minà e Mario Tozzi, l'ambasciatore di Cuba in Italia, Maria de los Angeles Flòrez Prida e l'ambasciatore del Burkina Faso in Italia, Mamadou Sissoko. Tra gli stand e i padiglioni della fiera i visitatori potranno incontrare per tre giorni tutte le maggiori realtà italiane di commercio equo e solidale, le diverse esperienze di finanza etica, turismo responsabile, le organizzazioni non governative, la cooperazione sociale e gli enti locali con progetti di cooperazione decentrata. E potranno vivere tante storie di solidarietà e di costruzione concreta di un'altra economia che fondano "altre città", altri modi di intendere e vivere i rapporti economici, sociali e umani all'interno di comunità locali di tutto il mondo. Argentina - Il commercio giusto per vincere la crisi Il numero di argentini che vivono sotto la soglia di povertà, negli ultimi anni è cresciuto geometricamente: dieci anni fa erano meno del 15%, nel 2000 il 30%, nel giugno 2002 la percentuale superava il 50%. I poveri oggi sono più di 18 milioni, nei periodi caldi della crisi il ritmo di caduta sotto la soglia della miseria era di 25mila persone ogni giorno. Eccettuato il 10% della popolazione, la parte ricca che ha subito solamente in parte i contraccolpi della crisi economica, tutti i settori lavorativi della popolazione e i pensionati hanno subito un calo medio del reddito mensile del 67%, l'attività industriale regredita del 40% circa. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto dunque il 25%, e questa situazione pesa in misura maggiore sulla popolazione indigena argentina: circa mezzo milione di persone, distinguibili in 19 etnie, da sempre rimaste ai margini dello sviluppo economico. Nonostante la malnutrizione, l'emarginazione e la mancanza di autonomia e autodeterminazione, il sistema culturale e l'organizzazione sociale indigena, la lingua, la medicina tradizionale sopravvivono. Ma il loro sostentamento, legato ai ritmi della natura, è ora più che mai a rischio. Tradizionalmente le donne tessono fibre naturali come il chaguar che colorano con colori naturali ricavati dalle cortecce degli alberi. Gli uomini lavorano legni duri, raccolti localmente senza abbattere alberi: palo santo, guayacan, palo blanco, palo amarillo. L'associazione Promociòn Indigena di Buenos Aires sostiene i diritti degli indigeni argentini promuovendone la cultura e le tradizioni; lavora con 42 gruppi di indigeni in particolare con gli indios Wichi: circa 80.000 persone che vivono nelle province montuose e aride di Chaco, Salta e Formosa, nell'Argentina nordoccidentale. Dopo il contatto e la collaborazione con la cooperativa di commercio equo e solidale milanese Chico Mendes, e con altre realtà eque e solidali come RELACC (Red Latinoamericana de Comercialización Comunitaria), GRESP (Grupo Red de Economía Solidaria del Perú) e Label Ethique (Francia), viene annunciata ad Eco&Equo la nascita della Red Argentina de Comercio Justo, che coordina oltre 30 realtà argentine dell'economia sociale e solidale in una prima rete nazionaledi Altra Economia. "L'artigianato - spiega Stefano Magnoni, presidente di Chico Mendes e responsabile dell'operazione - rappresenta per le popolazioni indigene una necessaria fonte di sostentamento e di concreta preservazione della propria cultura. La vendita dell'artigianato indigeno all'interno del paese e l'esportazione in Europa attraverso i canali del commercio equo e solidale sono i primi passi di un progetto più ampio, che si propone l'apertura di spazi commerciali equi per il sostentamento dell'economia locale". Fabbriche recuperate dai lavoratori, gruppi di disoccupati autorganizzati, assemblee di quartiere, piccoli produttori locali... le numerose esperienze di economia alternativa nate dopo la crisi sono coinvolte nel progetto di costruzione di una rete di economia solidale in Argentina. Le organizzazioni della Red Argentina de Comercio Justo sono impegnate a rispettare questi criteri: - Le associazioni e i gruppi di produttori si danno forme giuridiche democratiche, trasparenti rispetto alle informazioni e alla distribuzione dei redditi, e assicurano condizioni di lavoro giuste e dignitose; - Si assicura uguale reddito a parità di lavoro per le donne e si combatte lo sfruttamento del lavoro minorile; - Si stimola il rispetto dell'ambiente e attività produttive sostenibili; - Si privilegia l'appoggio a produttori marginali o con poco accesso commerciale; - Si punta a ridurre al minimo la catena d'intermediazione tra produttore e consumatore per garantire maggiori guadagni al primo; - Si paga al produttore un prezzo giusto, il migliore possibile, previo accordo tra le parti - Le organizzazioni si impegnano a migliorare le condizioni di vita dei produttori, sia negli aspetti materiali sia culturali. E a ricostruire economia e comunità distrutte dal mercato a partire dai diritti. Albania - Un'icona per sperare La missione di Kucova, nel sud dell'Albania, nasce all'indomani della caduta del regime che per 50 anni aveva chiuso l'Albania al mondo e alle libertà religiose. E' dalla diocesi di Rimini che arrivano volontari e risorse per ridare vita alla vecchia parrocchia, chiusa da dopo la seconda guerra, ma soprattutto per costruire rapporti di fiducia e di sensibilità religiosa e sociale, repressi duramente durante la dittatura. Ma dopo il fallimento delle finanziarie, nel 1997, a Kucova è di nuovo guerra. La disperazione cresce, la miseria sembra senza alternative. Nella piccola comunità cristiana si discute dei giovani, della disoccupazione in generale e di quella femminile in particolare. Nasce l'idea di fare piccoli lavori artigianali a scopo di aggregazione, e l'idea appassiona a tal punto da pensare di mettere in piedi una scuola-bottega per l'insegnamento e il recupero di lavori artigianali in genere e di quelli artistici, considerando che la vicina Berat è la città museo dell'Albania. L'avventura della cooperativa Onufri Ikonograf ShPK inizia nel giugno del 1998 e oggi ci lavorano 11 artigiani, di cui 9 donne, che riproducono icone del pittore del XVI secolo Onufri, seguendo le caratteristiche tradizionali dell'artigianato albanese: dalla mestica per le basi, alla doratura a guazzo, per finire con la bulinatura delle icone, lavorazione eseguite tutte manualmente. Tutto il percorso formativo è servito per strutturare l'ambiente di lavoro, la sicurezza, la tutela della salute e dell'ambiente, per evitare che, a fronte di un bisogno immediato di lavoro, queste problematiche vengano trascurate con una ricaduta futura molto grave. Arda, una delle fondatrici della cooperativa, spiega che "Più passa il tempo, più mi piace il mio lavoro; si rafforza in me la convinzione di continuare su questa strada e il mio obiettivo è di poter arrivare ad essere competente nel restauro delle Icone. Quanto a Kucova la grande fonte di reddito per tutti era l'industria petrolifera, noi con la nostra attività abbiamo accordato la giusta attenzione alle tecniche artigianali che fanno parte della nostra tradizione". La cooperativa di commercio equo di Rimini Pachamama presenta a Eco&Equo questi artigiani e le loro opere, perché la loro speranza possa vincere grazie alla collaborazione con tutte le botteghe del mondo. L'Africa non ha bisogno d'aiuto! E' con questo motto che l'Associazione Botteghe del Mondo ha scelto di dedicare la propria campagna annuale all'Africa. Dopo anni di Commercio Equo e Solidale, molto è stato fatto e molte cooperative nel sud del mondo sono cresciute grazie al lavoro di tutti i gruppi e i volontari italiani. L'Africa è conosciuta come il continente alla deriva, dove si sopravvive fra malattie e fame con 30 centesimi di dollaro al giorno. In un anno un cittadino etiope spende 107 dollari. In un giorno un cittadino svizzero ne guadagna 99. La globalizzazione non sembra dare grandi risultati. I dannati della Terra sono sempre di più, 307 milioni secondo le ultime stime. La crescita non si ferma: secondo un rapporto dell'Unctad, saranno 110 milioni in più nei prossimi 13 anni. E i conflitti nell'Africa subsahariana hanno fatto perdere 52 miliardi di dollari di produzione agricola tra il 1970 e il 1997: si tratta di una cifra equivalente al 75 per cento di tutta l'assistenza pubblica allo sviluppo ricevuta dai paesi coinvolti nei conflitti. Le perdite in tutti i paesi in via di sviluppo sono stimate in una media di 4,3 miliardi di dollari l'anno, quanto sarebbe bastato per portare ai livelli minimi necessari i consumi alimentari di 330 milioni di persone affamate. Ma l'Africa è anche un continente che lotta con tutte le sue forze per acquistare autonomia e libertà. Alcune botteghe hanno da tempo avviato progetti di sviluppo con partner africani e a diffondere, insieme ai prodotti di questi Paesi lontani, la loro storia, la loro speranza, la loro voglia di conservare la propria identità e dignità. La Bottega Solidale di Genova importa dal Randa artigianato artistico di legno e cesteria, Il Ponte di Cantù fa arrivare dal Benin le "tenture", Unicomondo di Vicenza porta dalla Tanzania nelle nostre case oggetti d'uso comune di legno, Karibuni di Bevera di Castello Brianza ha fatto conoscere ai consumatori equi italiani i colori e i modelli degli abiti tradizionali del Senegal adornati con il batik e cesteria, e tutti gli altri progetti potrete trovarli sul sito www.assobdm.it. "Ma vorremmo che tante altre botteghe del mondo e sostenitori del commercio equo e solidale - spiega Andrea Reina, presidente di Assobotteghe - vorremmo che in quest'anno si aprissero ai progetti e alle richieste di collaborazione che ci arrivano dall'Africa. Per un'Africa che non ha bisogno d'aiuto, come ci ricorda padre Alex Zanotelli uno dei testimoni della nostra campagna, ma che giustamente rivendica giustizia dalla politica internazionale, e prima ancora nel Commercio Equo e Solidale. Da Ancona invitiamo tutti gli amici del commercio equo e solidale ad entrare nella bottega del mondo a loro più vicina e a parlare di Africa!" Vietnam - Scaffali di giustizia Le botteghe del mondo sono spazi aperti nelle nostre città su storie di ingiustizia e di riscatto che arrivano da tutto il mondo. Spazi che diventano più vivaci e accoglienti, ma che cercano con sempre maggiore consapevolezza la coerenza, la sostenibilità e l'eco-compatibilità dei propri consumi. Scaffali, mensole, allestimenti sono il sostegno accogliente dei prodotti made in dignity, ma fino ad oggi sono spesso arrivati in bottega da semplici ingrossi di fai da te e mobili da ufficio, che non sempre offrivano la sicurezza di una filiera trasparente rispetto ai diritti umani, del lavoro o allo sfruttamento dei minori. Dalla centrale Roba dell'Altro Mondo arriva una proposta: i primi espositori per bottega completamente equosolidali, provenienti dalla rete di piccoli produttori vietnamiti Craft Link. Con un Pil che nel 2003 ha fatto registrare una crescita del + 7,24%, rispetto al +7,04% del 2002, tra i più alti tassi di crescita del mondo, il Vietnam rimane un Paese estremamente povero che importa combustibili, petrolio e fertilizzanti necessari per il sostentamento dell'agricoltura, ed esporta principalmente olio, riso e frutti di mare. Le imprese statali sono più della metà di quelle totali, e sono di molto superiori anche in termini di grandezza rispetto a quelle artigianali, tanto da impedire a queste ultime di competere. Inoltre, la prossima apertura all'esterno, con l'ingresso nel WTO previsto entro il 2005, non farebbe che aumentare i problemi per le piccole e medie imprese e per le reti di agricoltura e di scambi locali e familiari, a quel punto totalmente nelle mani delle leggi del mercato mondiale e dunque destinate a soccombere nella corsa alla concorrenza. "Sostenere i gruppi di artigiani, in particolare le donne, e rafforzare il mercato locale offrendo un'opportunità di coerenza in più alle botteghe - spiega Deborah Lucchetti di Roba dell'Altro Mondo - è un momento importante del nostro lavoro sulla promozione dei diritti umani e del lavoro, che ci vede protagonisti della campagna nazionale sulla responsabilità sociale delle imprese "Meno beneficenza, più diritti". La materia prima dei nostri scaffali è il materiale è bambù affumicato e viene lavorato nei villaggi del Vietnam del Nord dove intere famiglie ne traggono sostentamento". Craft Link, associazione di 40 gruppi di piccoli produttori artigianali, la maggior parte dei quali di minoranze etniche, sostiene questo tipo di produzione che, oltre a mantenere inalterate le antiche tradizioni artigianali locali, sostituisce il bambù al legno nelle costruzioni e nell'arredamento favorendo un minor impatto sullo sfruttamento delle risorse naturali. I convegni della giornata Ore 9,30 - Auditorium Acquisti pubblici: verdi e socialmente responsabili Organizzano Assessorato all'Ambiente - Regione Marche Autorità Ambientale - Regione Marche Servizio Aree naturali protette e Ciclo dei rifi uti - Regione Marche Ore 10,00 - Speaker corner Premio "Comuni Ricicloni" per la regione Marche Organizzano: Assessorato all'Ambiente - Regione Marche Servizio Aree naturali protette e Ciclo dei rifi uti - Regione Marche Legambiente Marche ARPA Marche Ore 16,00 - Speaker corner Nuove esperienze di commercio equo e solidale: Portogallo, Argentina, Albania Incontro con la rete portoghese e argentina del commercio equo e rappresentanti della Cooperativa Onufri Iconografica (Albania). Organizza: Agices - Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale Ore 18,00 - Sala B Le opportunità di lavoro nel settore e l'accesso al credito per le cooperative sociali Organizza: Equal - Iniziativa Europea Per info e interviste Ufficio stampa Agices - Monica Di Sisto tel. + 39 335 8426752 email: ufficiostampa at agices.org Agices - Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale Via Reno 2/D - 00198 Roma - Telefono e fax 06.44.29.08.15 - http://www.agices.org Agices è l'Assemblea generale delle organizzazioni del movimento del commercio equo e solidale italiano Agices è depositaria della Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale e gestisce il Registro Italiano delle Organizzazioni di Commercio Equo e Solidale
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