8 ottobre, Al via Eco&Equo: Tutte le storie del mondo



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AGICES COMUNICA

Associazione Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale

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Al via oggi venerdì 8 ottobre alla Fiera di Ancona la II edizione della
mostra-mercato ecocompatibile ed equosolidale

Eco&Equo: Tutte le storie del mondo

Argentina, Albania, Africa, Vietnam: quattro nuove sfide per il commercio
equo e solidale



Ancona, 8 ottobre - Oggi venerdì 8 ottobre taglio del nastro inaugurale di
Eco&Equo, mostra mercato ecocompatibile ed equosolidale organizzata
dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Marche, dall'Ente Fiera
Regionale, in collaborazione con Agices, l'Associazione Assemblea Generale
Italiana del Commercio Equo e Solidale. All'inaugurazione interverrà il
presidente della Regione Marche, Vito D'Ambrosio, e durante i lavori delle
tre giornate saranno presenti, tra gli altri, i giornalisti Gianni Minà e
Mario Tozzi, l'ambasciatore di Cuba in Italia, Maria de los Angeles Flòrez
Prida e l'ambasciatore del Burkina Faso in Italia, Mamadou Sissoko. Tra gli
stand e i padiglioni della fiera i visitatori potranno incontrare per tre
giorni tutte le maggiori realtà italiane di commercio equo e solidale, le
diverse esperienze di finanza etica, turismo responsabile, le
organizzazioni non governative, la cooperazione sociale e gli enti locali
con progetti di cooperazione decentrata. E potranno vivere tante storie di
solidarietà e di costruzione concreta di un'altra economia che fondano
"altre città", altri modi di intendere e vivere i rapporti economici,
sociali e umani all'interno di comunità locali di tutto il mondo.



Argentina - Il commercio giusto per vincere la crisi

Il numero di argentini che vivono sotto la soglia di povertà, negli ultimi
anni è cresciuto geometricamente: dieci anni fa erano meno del 15%, nel
2000 il 30%, nel giugno 2002 la percentuale superava il 50%. I poveri oggi
sono più di 18 milioni, nei periodi caldi della crisi il ritmo di caduta
sotto la soglia della miseria era di 25mila persone ogni giorno. Eccettuato
il 10% della popolazione, la parte ricca che ha subito solamente in parte i
contraccolpi della crisi economica, tutti i settori lavorativi della
popolazione e i pensionati hanno subito un calo medio del reddito mensile
del 67%, l'attività industriale regredita del 40% circa. Il tasso di
disoccupazione ha raggiunto dunque il 25%, e questa situazione pesa in
misura maggiore sulla popolazione indigena argentina: circa mezzo milione
di persone, distinguibili in 19 etnie, da sempre rimaste ai margini dello
sviluppo economico.

Nonostante la malnutrizione, l'emarginazione e la mancanza di autonomia e
autodeterminazione, il sistema culturale e l'organizzazione sociale
indigena, la lingua, la medicina tradizionale sopravvivono. Ma il loro
sostentamento, legato ai ritmi della natura, è ora più che mai a rischio.
Tradizionalmente le donne tessono fibre naturali come il chaguar che
colorano con colori naturali ricavati dalle cortecce degli alberi. Gli
uomini lavorano legni duri, raccolti localmente senza abbattere alberi:
palo santo, guayacan, palo blanco, palo amarillo.

L'associazione Promociòn Indigena di Buenos Aires sostiene i diritti degli
indigeni argentini promuovendone la cultura e le tradizioni; lavora con 42
gruppi di indigeni in particolare con gli indios Wichi: circa 80.000
persone che vivono nelle province montuose e aride di Chaco, Salta e
Formosa, nell'Argentina nordoccidentale. Dopo il contatto e la
collaborazione con la cooperativa di commercio equo e solidale milanese
Chico Mendes, e con altre realtà eque e solidali come RELACC (Red
Latinoamericana de Comercialización Comunitaria), GRESP (Grupo Red de
Economía Solidaria del Perú) e Label Ethique (Francia), viene annunciata ad
Eco&Equo la nascita della Red Argentina de Comercio Justo, che coordina
oltre 30 realtà argentine dell'economia sociale e solidale in una prima
rete nazionaledi Altra Economia.

"L'artigianato - spiega Stefano Magnoni, presidente di Chico Mendes e
responsabile dell'operazione - rappresenta per le popolazioni indigene una
necessaria fonte di sostentamento e di concreta preservazione della propria
cultura. La vendita dell'artigianato indigeno all'interno del paese e
l'esportazione in Europa attraverso i canali del commercio equo e solidale
sono i primi passi di un progetto più ampio, che si propone l'apertura di
spazi commerciali equi per il sostentamento dell'economia locale".
Fabbriche recuperate dai lavoratori, gruppi di disoccupati autorganizzati,
assemblee di quartiere, piccoli produttori locali... le numerose esperienze
di economia alternativa nate dopo la crisi sono coinvolte nel progetto di
costruzione di una rete di economia solidale in Argentina.

Le organizzazioni della Red Argentina de Comercio Justo sono impegnate a
rispettare questi criteri:

- Le associazioni e i gruppi di produttori si danno forme giuridiche
democratiche, trasparenti rispetto alle informazioni e alla distribuzione
dei redditi, e assicurano condizioni di lavoro giuste e dignitose;

- Si assicura uguale reddito a parità di lavoro per le donne e si combatte
lo sfruttamento del lavoro minorile;

- Si stimola il rispetto dell'ambiente e attività produttive sostenibili;

- Si privilegia l'appoggio a produttori marginali o con poco accesso
commerciale;

- Si punta a ridurre al minimo la catena d'intermediazione tra produttore e
consumatore per garantire maggiori guadagni al primo;

- Si paga al produttore un prezzo giusto, il migliore possibile, previo
accordo tra le parti

- Le organizzazioni si impegnano a migliorare le condizioni di vita dei
produttori, sia negli aspetti materiali sia culturali.

E a ricostruire economia e comunità distrutte dal mercato a partire dai
diritti.



Albania - Un'icona per sperare

La missione di Kucova, nel sud dell'Albania, nasce all'indomani della
caduta del regime che per 50 anni aveva chiuso l'Albania al mondo e alle
libertà religiose. E' dalla diocesi di Rimini che arrivano volontari e
risorse per ridare vita alla vecchia parrocchia, chiusa da dopo la seconda
guerra, ma soprattutto per costruire rapporti di fiducia e di sensibilità
religiosa e sociale, repressi duramente durante la dittatura. Ma dopo il
fallimento delle finanziarie, nel 1997, a Kucova è di nuovo guerra. La
disperazione cresce, la miseria sembra senza alternative. Nella piccola
comunità cristiana si discute dei giovani, della disoccupazione in generale
e di quella femminile in particolare. Nasce l'idea di fare piccoli lavori
artigianali a scopo di aggregazione, e l'idea appassiona a tal punto da
pensare di mettere in piedi una scuola-bottega per l'insegnamento e il
recupero di lavori artigianali in genere e di quelli artistici,
considerando che la vicina Berat è la città museo dell'Albania.

L'avventura della cooperativa Onufri Ikonograf ShPK inizia nel giugno del
1998 e oggi ci lavorano 11 artigiani, di cui 9 donne, che riproducono icone
del pittore del XVI secolo Onufri, seguendo le caratteristiche tradizionali
dell'artigianato albanese: dalla mestica per le basi, alla doratura a
guazzo, per finire con la bulinatura delle icone, lavorazione eseguite
tutte manualmente. Tutto il percorso formativo è servito per strutturare
l'ambiente di lavoro, la sicurezza, la tutela della salute e dell'ambiente,
per evitare che, a fronte di un bisogno immediato di lavoro, queste
problematiche vengano trascurate con una ricaduta futura molto grave. Arda,
una delle fondatrici della cooperativa, spiega che "Più passa il tempo, più
mi piace il mio lavoro; si rafforza in me la convinzione di continuare su
questa strada e il mio obiettivo è di poter arrivare ad essere competente
nel restauro delle Icone. Quanto a Kucova la grande fonte di reddito per
tutti era l'industria petrolifera, noi con la nostra attività abbiamo
accordato la giusta attenzione alle tecniche artigianali che fanno parte
della nostra tradizione". La cooperativa di commercio equo di Rimini
Pachamama presenta a Eco&Equo questi artigiani e le loro opere, perché la
loro speranza possa vincere grazie alla collaborazione con tutte le
botteghe del mondo.



L'Africa non ha bisogno d'aiuto!

E' con questo motto che l'Associazione Botteghe del Mondo ha scelto di
dedicare la propria campagna annuale all'Africa. Dopo anni di Commercio
Equo e Solidale, molto è stato fatto e molte cooperative nel sud del mondo
sono cresciute grazie al lavoro di tutti i gruppi e i volontari italiani.
L'Africa è conosciuta come il continente alla deriva, dove si sopravvive
fra malattie e fame con 30 centesimi di dollaro al giorno. In un anno un
cittadino etiope spende 107 dollari. In un giorno un cittadino svizzero ne
guadagna 99. La globalizzazione non sembra dare grandi risultati. I dannati
della Terra sono sempre di più, 307 milioni secondo le ultime stime. La
crescita non si ferma: secondo un rapporto dell'Unctad, saranno 110 milioni
in più nei prossimi 13 anni. E i conflitti nell'Africa subsahariana hanno
fatto perdere 52 miliardi di dollari di produzione agricola tra il 1970 e
il 1997: si tratta di una cifra equivalente al 75 per cento di tutta
l'assistenza pubblica allo sviluppo ricevuta dai paesi coinvolti nei
conflitti. Le perdite in tutti i paesi in via di sviluppo sono stimate in
una media di 4,3 miliardi di dollari l'anno, quanto sarebbe bastato per
portare ai livelli minimi necessari i consumi alimentari di 330 milioni di
persone affamate.

Ma l'Africa è anche un continente che lotta con tutte le sue forze per
acquistare autonomia e libertà. Alcune botteghe hanno da tempo avviato
progetti di sviluppo con partner africani  e a diffondere, insieme ai
prodotti di questi Paesi lontani, la loro storia, la loro speranza, la loro
voglia di conservare la propria identità e dignità. La Bottega Solidale di
Genova importa dal Randa artigianato artistico di legno e cesteria, Il
Ponte di Cantù fa arrivare dal Benin le "tenture", Unicomondo di Vicenza
porta dalla Tanzania nelle nostre case oggetti d'uso comune di legno,
Karibuni di Bevera di Castello Brianza ha fatto conoscere ai consumatori
equi italiani i colori e i modelli degli abiti tradizionali del Senegal
adornati con il batik e cesteria, e tutti gli altri progetti potrete
trovarli sul sito www.assobdm.it.

"Ma vorremmo che tante altre botteghe del mondo e sostenitori del commercio
equo e solidale - spiega Andrea Reina, presidente di Assobotteghe -
vorremmo che in quest'anno si aprissero ai progetti e alle richieste di
collaborazione che ci arrivano dall'Africa. Per un'Africa che non ha
bisogno d'aiuto, come ci ricorda padre Alex Zanotelli uno dei testimoni
della nostra campagna, ma che giustamente rivendica giustizia dalla
politica internazionale, e prima ancora nel Commercio Equo e Solidale. Da
Ancona invitiamo tutti gli amici del commercio equo e solidale ad entrare
nella bottega del mondo a loro più vicina e a parlare di Africa!"



Vietnam - Scaffali di giustizia

Le botteghe del mondo sono spazi aperti nelle nostre città su storie di
ingiustizia e di riscatto che arrivano da tutto il mondo. Spazi che
diventano più vivaci e accoglienti, ma che cercano con sempre maggiore
consapevolezza la coerenza, la sostenibilità e l'eco-compatibilità dei
propri consumi. Scaffali, mensole, allestimenti sono il sostegno
accogliente dei prodotti made in dignity, ma fino ad oggi sono spesso
arrivati in bottega da semplici ingrossi di fai da te e mobili da ufficio,
che non sempre offrivano la sicurezza di una filiera trasparente rispetto
ai diritti umani, del lavoro o allo sfruttamento dei minori. Dalla centrale
Roba dell'Altro Mondo arriva una proposta: i primi espositori per bottega
completamente equosolidali, provenienti dalla rete di piccoli produttori
vietnamiti Craft Link.

Con un Pil che nel 2003 ha fatto registrare una crescita del + 7,24%,
rispetto al +7,04% del 2002, tra i più alti tassi di crescita del mondo, il
Vietnam rimane un Paese estremamente povero che importa combustibili,
petrolio e fertilizzanti necessari per il sostentamento dell'agricoltura,
ed esporta principalmente olio, riso e frutti di mare. Le imprese statali
sono più della metà di quelle totali, e sono di molto superiori anche in
termini di grandezza rispetto a quelle artigianali, tanto da impedire a
queste ultime di competere. Inoltre, la prossima apertura all'esterno, con
l'ingresso nel WTO previsto entro il 2005, non farebbe che aumentare i
problemi per le piccole e medie imprese e per le reti di agricoltura e di
scambi locali e familiari, a quel punto totalmente nelle mani delle leggi
del mercato mondiale e dunque destinate a soccombere nella corsa alla
concorrenza.

"Sostenere i gruppi di artigiani, in particolare le donne, e rafforzare il
mercato locale offrendo un'opportunità di coerenza in più alle botteghe -
spiega Deborah Lucchetti di Roba dell'Altro Mondo - è un momento importante
del nostro lavoro sulla promozione dei diritti umani e del lavoro, che ci
vede protagonisti della campagna nazionale sulla responsabilità sociale
delle imprese "Meno beneficenza, più diritti". La materia prima dei nostri
scaffali è il materiale è bambù affumicato e viene lavorato nei villaggi
del Vietnam del Nord dove intere famiglie ne traggono sostentamento". Craft
Link, associazione di 40 gruppi di piccoli produttori artigianali, la
maggior parte dei quali di minoranze etniche, sostiene questo tipo di
produzione che, oltre a mantenere inalterate le antiche tradizioni
artigianali locali, sostituisce il bambù al legno nelle costruzioni e
nell'arredamento favorendo un minor impatto sullo sfruttamento delle
risorse naturali.



I convegni della giornata

Ore 9,30 - Auditorium

Acquisti pubblici:

verdi e socialmente responsabili

Organizzano

Assessorato all'Ambiente - Regione Marche

Autorità Ambientale - Regione Marche

Servizio Aree naturali protette

e Ciclo dei rifi uti - Regione Marche



Ore 10,00 - Speaker corner

Premio "Comuni Ricicloni" per la regione Marche

Organizzano:

Assessorato all'Ambiente - Regione Marche

Servizio Aree naturali protette

e Ciclo dei rifi uti - Regione Marche

Legambiente Marche

ARPA Marche



Ore 16,00 - Speaker corner

Nuove esperienze di commercio equo e

solidale: Portogallo, Argentina, Albania

Incontro con la rete portoghese e argentina del commercio

equo e rappresentanti della Cooperativa Onufri Iconografica

(Albania).

Organizza:

Agices - Assemblea Generale Italiana

del Commercio Equo e Solidale



Ore 18,00 - Sala B

Le opportunità di lavoro nel settore e l'accesso

al credito per le cooperative sociali

Organizza:

Equal - Iniziativa Europea



Per info e interviste

Ufficio stampa Agices - Monica Di Sisto tel. + 39 335 8426752 email:
ufficiostampa at agices.org





Agices - Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale

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Agices è l'Assemblea generale delle organizzazioni del movimento del
commercio equo e solidale italiano

Agices è depositaria della Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e
Solidale e gestisce il Registro Italiano delle Organizzazioni di Commercio
Equo e Solidale