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COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA
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SI' SCAJOLA ALLA FESTA DELL'UNITA', MA A PARLARE DEL G8

Lettera di Lorenzo Guadagnucci all'Unità
inviata il 26 agosto 2004


Cara Unità, ho saputo delle tue perplessità circa la presenza di alcuni
esponenti del centrodestra alla Festa nazionale che i Ds tengono in tuo
nome, quest'anno a Genova. Condivido i tuoi dubbi, chiamiamoli così, in
particolare su Claudio Scajola, ministro dell'Interno ai tempi del G8. In
quel luglio, in particolare la notte del 21, mi trovai molto 'vicino' al
ministro. Vicino, intendo, in senso figurato: quella notte la cominciai alla
scuola Diaz, per proseguirla al pronto soccorso e concluderla in una camera
d'ospedale in stato d'arresto. Scajola, il giorno dopo, fu citato dal nostro
presidente del consiglio durante una famosa conferenza stampa: il ministro
mi informa - disse grosso modo il premier - che alla scuola Diaz abbiamo
fermato decine di appartenenti al Black Bloc.
Sappiamo tutti come poi è andata. Di tute nere dentro la scuola non c'era
neanche la traccia ed è ormai pacifico che il blitz alla Diaz fu
un'aggressione brutale e ingiustificata, che gli arresti furono eseguiti
costruendo prove false (le due molotov), che la ricostruzione ufficiale (la
resistenza degli occupanti) era inventata. Oggi al tribunale di Genova ci
sono 29 funzionari e altissimi dirigenti di polizia imputati per concorso in
lesioni, falso, calunnia. Siamo nella fase dell'udienza preliminare. Io, con
gli altri 92 pestati e arrestati quella notte, partecipo al processo come
parte civile.
Detto tutto questo, cara Unità, puoi immaginare quanto io sia sensibile al
ritorno dell'ex ministro nella fatale Genova, su invito del maggiore partito
dell'opposizione. Ti dico subito che fremo dalla voglia d'incontrare
Scajola. L'ex ministro dell'Interno in questi giorni ha detto che la
politica è dialogo, confronto fra chi si colloca su sponde opposte. Sono
d'accordo. Però Scajola deve venire alla Festa nazionale dell'Unità non per
un dibattito sull'immigrazione, ma a parlare di G8. Abbiamo un sacco di cose
su cui dialogare. Potremmo cominciare parlando di quella notte. Lui quando
seppe del blitz? Fu informato prima, durante o dopo? E da chi? Perché, visti
i penosi risultati, non ordinò un'inchiesta interna? Perché, quando la
magistratura avviò l'inchiesta e accertò alcune scottanti verità, non chiese
si dirigenti di polizia di fare un passo indietro in attesa del giudizio?
Perché quegli stessi dirigenti oggi imputati sono stati promossi nel
frattempo?
Potremmo parlare anche di piazza Alimonda, magari allargando il dibattito
alla famiglia Giuliani, che avrebbe un sacco di argomenti su cui dialogare,
ad esempio la presenza nella piazza di certi carabinieri d'assalto. Potremmo
farci spiegare meglio da Scajola quella sua vecchia affermazione, secondo
cui - la sera stessa dell'uccisione di Carlo Giuliani - avrebbe dato ordine
di sparare se qualcuno avesse tentato di violare la zona rossa. Potremmo
chiedere a Scajola se sia informato sul fatto che nel nostro ordinamento un
ministro non può dare ordine del genere. Probabilmente Scajola sa bene
queste cose, quindi potremmo domandargli che significato avesse quel suo
ordine. Potremmo parlare poi di Bolzaneto, delle torture eseguite da uomini
in divisa, o dei motivi per cui i membri del Black Bloc poterono agire
indisturbati, oppure ancora dell'aggressione agli attivisti di Lilliput in
piazza Manin, o delle ragioni che spinsero ad aggredire il corteo dei
Disobbedienti.
Insomma, avremmo una quantità di argomenti da affrontare. Quindi la proposta
è questa: invitiamo Scajola al dibattito sul G8 del 2001 in programma alla
Festa genovese per venerdì 17. Sono già previsti gli interventi, fra gli
altri, di Luciano Violante, Giuliano Giuliani, Giannicola Sinisi
(sottosegretario agli Interni del centrosinistra). Sarebbe un'occasione per
mettere a fuoco - nel dialogo - anche le posizioni del centrosinistra. Che
lezione ha tratto l'opposizione dal G8? Siamo o no tutti convinti che verità
e giustizia sui fatti di Genova sono un passaggio obbligato per restituire
fiducia ai cittadini, credibilità alle forze dell'ordine e per rendere
effettive le garanzie scritte nella costituzione? Se siamo convinti di
questo, dovremmo subito pensare alle cose da fare, agli impegni da prendere
per il futuro. Dovremmo parlare di una commissione parlamentare d'inchiesta
da istituire quando l'attuale opposizione sarà diventata maggioranza, di una
legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'odine, di una
seria legge (non quella incredibilmente approvata alla Camera dal
centrodestra) per introdurre il reato di tortura, della messa al bando dei
gas nocivi usati come lacrimogeni, di obbligare gli agenti in servizio
d'ordine pubblico a portare targhette di riconoscimento su caschi e divise.
Sono tutti progetti di legge già presentati da parlamentari delle
opposizioni e costituiscono - tutti insieme - una prima risposta alla
lezione del G8.
Non sarebbe il momento - a due anni, forse meno, dalle elezioni - di
formalizzare un impegno all'approvazione di questi leggi? In questo modo il
centrosinistra avrebbe già messo in campo un programma minimo sulla tutela e
l'affermazione dei diritti civili. Non sarebbe poco, visti i tempi che
corrono. Allora, ne parliamo il 17 settembre, anche con Scajola?

Lorenzo Guadagnucci
Comitato Verità e Giustizia per Genova