[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Bolivia, il referendum di domani e un bluff
- Subject: Bolivia, il referendum di domani e un bluff
- From: "Information Guerrilla" <info at informationguerrilla.org>
- Date: Sat, 17 Jul 2004 14:18:30 +0200
BOLIVIA, IL REFERENDUM DI DOMANI E' UN BLUFF Domenica i Boliviani andranno a votare. Dovranno dire la loro sull'esportazione del gas. Peccato pero' che FMI e Banco Mondiale hanno gia' chiuso la questione con il governo di Mesa. L'estrazione del gas boliviano e la sua esportazione sono gia' programmate. Dallo scorso 2 giugno. Cosi' come e' programmata per il prossimo febbraio l'inaugurazione della piu' grossa catena di supermarket statunitense: il TLC. di Giovanna Vitrano, http://www.selvas.org - In anteprima per Information Guerrilla Fin da quando abbiamo sentito sussurrare la parola "referendum" tra i corridoi del palazzo del governo boliviano, abbiamo sospettato che ci fosse qualcosa sotto, che ci fosse, da qualche parte, il trucco. Si', perché una tale "botta di democrazia", in un paese come la Bolivia, e' quantomeno sospetta. Poi sono arrivate le domande. Analizzate, anzi, psicanalizzate, sezionate, argomentate, discusse. E si e' scoperto, almeno cosi' credevamo, il meccanismo della trappola: i cinque quesiti posti ai boliviani, redatti -cosi' almeno ci sembrava - per una popolazione di super-esperti, altro non erano che domande troppo difficili per poter sperare in risposte coscienti. Insomma, avevamo creduto che questo referendum, il primo della storia boliviana, volesse chiaramente giungere alla me'ta prefissata semplicemente confondendo l'elettorato. Invece cosi' non e'. Quelle 5 domande sono state poste esattamente come avrebbero dovuto. Quelle cinque domande, che chiaramente otterranno solo la riposta affermativa, sono state minuziosamente preparate. Altro che errori di inesperienza: nei cinque quesiti del referendum boliviano c'e' tutta l'esperienza delle grandi democrazie. Il coniglio dal cappello Una strana affermazione di "Econoticias" ha attirato la nostra attenzione su un documento che, secondo la fonte citata, avrebbe gia' visto ogni gioco sugli idrocarburi boliviani come fatto e concluso. Qualche ora di ricerca e il documento era li', a lampeggiare sui nostri monitor. La data e' quella del 2 giugno 2004. Il documento e' dell'IMF, ossia l'inglese di FMI, il Fondo Monetario Internazionale. Questo documento e' il "Supplementary Memorandum of Economic and Financial Policies of the Government of Bolivia - Third Review and Augmentation and Extension of the Stand-by Arrangement" (vorremmo allegarlo, ma per farlo occorre l'autorizzazione del FMI che, per motivi di tempo, non abbiamo ancora richiesto... pero' nessuno vi proibisce di cercarlo sul web). Qui, ripetiamo, il 2 giugno scorso, Javier Cuevas, il ministro delle Finanze boliviano, con Juan Antonio Morales, presidente del Banco Centrale di Bolivia, hanno messo nero su bianco, di fronte a Anne Krueger, Acting Managing Director del Fondo Monetario Internazionale con sede in Washington, D.C., che "da quando il nuovo governo e' entrato in attivita', abbiamo lavorato insieme (con l'FMI, ndr) e abbiamo iniziato a sviluppare un solido programma di macroeconomia che descriviamo di seguito. Il Congresso (degli Stati Uniti) supporta la nostra agenda, come recentemente confermatoci in una lettera del Presidente". Quindi, ogni volta che abbiamo scritto quanto il governo boliviano fosse costretto a muoversi secondo le regole dettate dal FMI avevamo ragione. Ma non pensavamo fino a tanto. E per confermare ancora di piu' la nostra tesi che la guerra del gas dello scorso ottobre non ha visto vincitori i boliviani, bensi' la triste coppia di FMI e Banco Mondiale, ecco che si legge quanto "l'impatto dirompente degli avvenimenti di ottobre ha provocato una diminuzione degli investimenti esteri nel settore idrocarburifero", e da questo sembrano provenire tutti i mali boliviani del 2004, almeno da quanto si legge in tutto il documento. Poi, "Presenteremo al congresso il resoconto delle nostre modifiche alla legge sugli Idrocarburi". Peccato che il Decreto sugli Idrocarburi non sia passato e che ancora oggi, figuriamoci lo scorso 2 giugno, il popolo di Bolivia non aveva espresso la sua volonta' proprio su questo Decreto. Ma, giungendo al punto E, quello sulla Politica Idrocarburifera, leggiamo: "La nostra politica aspira a creare le condizioni per far crescere il settore privato, in un contesto di sviluppo sociale ed economico stabile (Š) trovando piu' spazi al settore privato in modo tale da ridurre gradualmente il deficit fiscale, rimovendo le barriere strutturali e istituzionali. Continuiamo a ritenere l'efficace estrazione delle ricche risorse idrocarburifere boliviane come vitale per sostenere la nostra crescita nel medio termine. In questo senso: (Š) aspiriamo a mantenere un appropriato sviluppo degli investimenti privati (Š) Stiamo lavorando al fianco del Banco Mondiale e intendiamo chiamare una commissione di esperti di fama internazionale per rivedere i programmi e per consigliarci sulla strategia piu' appropriata per l'utilizzo delle grandi riserve idrocarburifere boliviane. Il Congresso attende di approvare i progetti prima della fine del prossimo settembre 2004 e una giusta strategia per l'esportazione del gas sara' adottata gia' fin dalla fine di Ottobre 2004, sulla base del risultato del referendum nazionale della meta' di luglio 2004. Saremo presto pronti a partire con una campagna di informazione sulle condizioni che permetteranno di estrarre il gas (Š)". Il referendum e' ancora da fare. I giochi, invece, sono gia' fatti. Il gas e' gia' privatizzato ed esportato. TLC, questo sconosciuto E non e' finita qua. Perché mentre la Bolivia e' martellata dalla campagna d'informazione sull'importanza di andare a votare per questo referendum-bluff ("ora tocca a te" e' lo slogan diventato piu' famoso di una preghiera, mentre la Corte Elettorale commina le sue pene per quanti non voteranno, pene che vanno dai 500 bolivianos per la semplice astensione fino ai 5 anni di carcere per il boicottaggio), nessuna informazione circola sul TLC, il trattato di libero commercio che la Bolivia firmera' il prossimo febbraio 2005, chiudendo cosi' il programma statunitense che prevede accordi economici con Peru', Equador, Colombia e, appunto, Bolivia. L'unica differenza che c'e' tra questo TLC e l'Alca (l'Accordo di Libero Commercio Americano criticato perfino dall'Onu) sta tutta nel fatto che il TLC vede protagonisti gli Stati Uniti e 4 paesi andini, mentre l'Alca vedeva protagonisti gli Stati Uniti e 34 paesi sudamericani. Poi, per il resto, non c'e' neppure una virgola diversa. Abbiamo confrontato fisicamente i due documenti, leggendo paragrafo per paragrafo. Niente: e' tutto uguale. Allora abbiamo sperato di trovare qualcosa di buono nel documento programmatico del TLC, il documento presentato da Robert B. Zoellick all'Onorevole J. Dennis Hastert della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti lo scorso 18 Novembre 2003. Incredibile, senza alcun pudore il questo documento e' scritto chiaro e tondo che lo scopo del TLC e' "aprire nuovi mercati che beneficino i nostri contadini, lavoratori, affari e le nostre famiglie. Con il continuo aiuto del Congresso, possiamo muoverci per accrescere gli interessi commerciali ed economici dell'America". Robert B. Zoellick, quando parla di "noi" o dei "nostri", e' certo che non intenda altro che il popolo statunitense, popolo di cui non fanno parte né gli Aymara né i Quechua, né i nativi (cioe' il 98% delle popolazioni andine) di uno qualunque dei 4 paesi chiamati a far parte del TLC. Non vogliamo annoiarvi con i termini burocratici di questo Trattato, per cui approfittiamo del magnifico riassunto offerto dalla Fundaccion Solon boliviana, Fondazione che molto bene traduce la questione in nove obiettivi: 1) protezione per le multinazionali che potranno appropriarsi delle industrie locali e delle risorse naturali; 2) consolidamento della privatizzazione e destatalizzazione dei servizi di pensione, salute, educazione, acqua, trasporto e altro; 3) apertura alla vendita dello Stato attraverso le licitazioni internazionali; 4) garanzie per le patenti delle multinazionali (per esempio nel settore farmaceutico) e incentivi alla privatizzazione del sapere, delle piante e degli animali; 5) maggiore promozione della libera importazione di prodotti che distruggeranno la produzione nazionale; 6) conversione delle popolazioni andine in semplici consumatori annullando la diversita' culturale; 7) rafforzamento della colonizzazione e distruzione della sovranita' nazionale; 8) distruzione delle piante di coca; 9) appoggio alla politica guerrafondaia di Bush. Proprio come conclude l'analisi della Fundaccion Solon, queste non sono supposizioni: e' una traduzione sintetica del documento di Mr. Zoellick, un documento che la Bolivia sottoscrivera' il prossimo febbraio 2005. Per aggiornamenti: http://italy.indymedia.org/features/guerreglobali/ BOLIVIA: NOreferendum - RADIOSTREAMING domenica 18 su RADIO WAYNA TAMBO I Movimenti sociali boliviani hanno battezzato il "referendum sul gas", organizzato dal governo nazionale per domenica 18, con il nome di "farsareferendum", perchè considerano che si tratti di una consulta popolare fraudolenta e finalizzata a confermare e legittimare i privilegi delle imprese petrolifere multinazionali e il loro controllo sulle risore di idrocarburi. Indymedia Bolivia (http://bolivia.indymedia.org/) sta organizzando per la giornata di domenica la copertura delle mobilitazioni che proveranno a boicottare la giornata referendaria, dando voce a chi dalle strade, dalle carreteras bloccate, dalle manifestazioni parteciperà a questo progetto collettivo di comunicazione libera e indipendente. Dalla città di El Alto, Radio Wayna Tambo trasmetterà e darà la possibilità di aggiornare in diretta sull'andamento del boicottaggio al "farsareferendum". REPORTAGE AUDIO DALLA BOLIVIA: Associazione Feriti e Caduti per la Difesa del Gas http://italy.indymedia.org/news/2004/07/580445.php Report da Cochabamba, sulle mobilitazioni di portesta che si terranno il giorno del referendum, 18 luglio, per parte dei vari movimenti sociali boliviani http://italy.indymedia.org/news/2004/07/585085.php "¡Nacionalizacion ya!". Un riassunto sulla richiesta di Nazionalizzazione del Gas in relazione al referendum del prossimo 18 luglio http://italy.indymedia.org/news/2004/07/581753.php -------------------- http://www.informationguerrilla.org 17 luglio 2004 - 4221 iscritti Per essere cancellati dalla newsletter si prega di rispondere a questa e-mail scrivendo nel subject: "stop".
- Prev by Date: [Agenzia di Base] giovedì 15 luglio 2004
- Next by Date: Nuovo articolo su Piazza Alimonda
- Previous by thread: [Agenzia di Base] giovedì 15 luglio 2004
- Next by thread: Nuovo articolo su Piazza Alimonda
- Indice: