[comunicati_lilliput] Clima, Italia in deficit. A San Rossore sbarca l'impronta ecologica



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Clima, l'impronta ecologica a San Rossore. "L'Italia? In deficit"
Rete Lilliput presente al Meeting della Regione Toscana con l'esperto
Roberto Brambilla

Roberto Brambilla, ingegnere, appartenente al gruppo di lavoro tematico
sull'Impronta ecologica e sociale parteciperà oggi pomeriggio al panel
sull'energia programmato all'interno del Meeting di San Rossore,
organizzato per la quarta volta dalla Regione Toscana nel l'ex parco
presidenziale in provincia di Pisa. Oggetto del suo intervento l'Impronta
Ecologica e Sociale, un indicatore ideato nel 1990 da William Rees e Mathis
Wackernagel e continuamente perfezionato da quest'ultimo: il WWF nel 1996
lo ha presentato in Italia traducendo anche l'omonimo libro (Impronta
ecologica - Edizioni Ambiente).
"L'impronta è utilizzata per correlare lo stile di vita ed i consumi di una
popolazione con "la quantità di natura" che serve per sostenerli a tempo
indeterminato." afferma Roberto Brambilla. - Questa "quantità di natura" -
espressa in ettari di territorio pro capite - comprende sia le risorse
naturali necessarie per mantenere quel tipo di vita e di consumi (es. campi
per produrre grano, alberi per la carta, spazio per il costruito ecc.), sia
gli spazi ambientali necessari per smaltire i rifiuti generati (es. ettari
di foreste per assorbire l'anidride carbonica prodotta dalle auto); in
pratica l'impronta rappresenta "il peso" (espresso in ettari) che ogni
popolazione ha sull'ambiente."
Brambilla continua "E' molto interessante confrontare l'impronta con la
"produttività pro capite" o "biocapacità" del territorio abitato dalla
popolazione presa in esame. Dal punto di vista dell'equilibrio ecologico se
l' impronta è minore della biocapacità tutto va bene, se è maggiore c'è da
preoccuparsi perché significa che la popolazione esaminata preleva risorse
dai territori esterni ai suoi confini. Come si vede dalla tabella se si
desse il livello di vita dell'italiano medio a tutti gli abitanti della
Terra occorrerebbe la produttività di due pianeti e questo non è possibile!"
Nella tabella in basso sono riportati i dati relativi all'impronta
ecologica di alcune nazioni tratti dal Living Planet Index, documento
presentato dal WWF Internazionale nel luglio 2002. L'impronta dell'Italia è
di 3,8 ha pro capite mentre la biocapacità dell'Italia è pari a 1,3 ettari.
Questo significa che l'Italia ha un deficit pro capite che è pari a 2,5
ettari. In altre parole gli italiani per non gravare sul resto del mondo
avrebbero bisogno della biocapacità di almeno altre due "Italie".
Per Brambilla "E' interessante notare che il benessere non corrisponde
necessariamente al valore definito dall'impronta di una popolazione: un
americano, un olandese o un italiano, infaftti hanno raggiunto un livello
di benessere paragonabile, ma ottengono valori comunque dissimili
nell'"impronta". Questo fa pensare che si possa operare per ridurre
l'impronta di una popolazione senza diminuirne il grado di benessere.
Immaginiamo di progettare una nuova società, più equa: in questo caso,
possiamo partire da un valore medio disponibile (crescita demografica
permettendo) di circa 1,8 ettari a testa. I sistemi e le tecnologie per
rispettare i valori di equità ecologica sono molteplici: vanno dal
risparmio energetico alla condivisione dei mezzi di mobilità (ad esempio,
con il car sharing), dal consumo di alimenti prodotti locali, alla
produzione di prodotti riparabili, senza i costi dell'"usa e getta"."
In Italia, il Gruppo Impronta ecologica e sociale di Rete Lilliput
(www.retelilliput.net), si è impegnato a diffondere questo indicatore per
indurre i cittadini ad assumere un atteggiamento più responsabile verso
l'ambiente. L'impronta è stata calcolata per diverse città come Bologna,
Catanzaro, Ancona, e per varie regioni italiane tra cui la Liguria e la
Toscana. Il Galles ha recentemente deciso di adottare l'impronta ecologica
come indicatore principale per le sue politiche di sostenibilità.
Ma non è tutto: l'impronta ecologica non riguarda solo le popolazioni ma
tira in causa gli individui e quindi noi tutti. Le nostre abitudini e i
nostri comportamenti contribuiscono a determinare i valori della nostra
personale impronta ecologica. Per calcolarla, basta rispondere ad un set di
semplici domande, preallestite sul sito: www.myfootprint.org

Per maggiori informazioni sul programma, i protagonisti, la localizzazione
del meeting è attivo il sito
http://www.regione.toscana.it/primapagina/rossore2004


TABELLA - Impronta Ecologica
P = Popolazione (2002) in milioni
I = Impronta pro capite in ettari 1999
B = Disponibilità di biocapacità in ettari
D = Deficit ecologico pro capite (D = B-I)

		P	I	B	D
USA 		288,3	9,6	5,8	-3,8
Australia	19,7	6,9	14,2	7,3
Brasile	174,5	2,2	6,0	3,8
Italia		57,7	3,8	1,3	-2,5
Olanda	16,1	5,7	0,8	-4,9
Francia	59,3	5,3	3,0	-2,3
Germania	82,2	4,7	1,8	-2,9
Cina		1284,2	1,6	1,1	-0,5
India		1053,4	0,8	0,7	-0,1


Per approfondire:
1) Mathis Wackernagel "L'impronta ecologica" - Edizioni Ambiente - 2000.
2) Nicky Chambers, Craig Simmons, Mathis Wackernagel "Manuale delle
impronte ecologiche" - Edizioni Ambiente - 2002
3) Mathis Wackernagel,Ecological Footprint Network - www.ecofoot.net
4) Redefining Progress -
www.redefiningprogress.org

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