ICS - CAP ANAMUR




COMUNICATO STAMPA
L’ODISSEA DEI 37 DELLA CAP ANAMUR NON E’ FINITA.
La nave Cap Anamur è finalmente ormeggiata a Porto Empedocle ma non l’odissea dei 37 cittadini africani non è terminata. Sono stati, infatti, trasferiti nel centro di San Benedetto ad Agrigento, un centro di trattenimento per stranieri, dove la libertà personale è fortemente limitata. “Da un centro di trattenimento galleggiante a uno su terra ferma” commenta amaramente Gianfranco Schiavone, vice presidente di ICS. “Ci si aspettava che la Germania declinasse le proprie responsabilità sulle domande di asilo presentate dai 37 cittadini africani, una volta che questi fossero sbarcati in Italia” continua Schiavone “Ci si chiede ora quali garanzie di protezione possano essere messe in atto. Per il momento, l’unica certezza è il trattenimento in un centro di detenzione per stranieri e il rischio, dopo un accertamento sommario delle posizioni individuali, di una espulsione verso i Paesi di provenienza e di transito, in violazione dell’art. 33 della Convenzione di Ginevra che vieta il rimpatrio forzato di quanti rischiano di subire trattamenti inumani e degradanti”. Il “respingimento collettivo” inizialmente praticato al limite delle acque internazionali, poi il blocco navale davanti a Porto Empedocle, adesso l’internamento in uno di quei centri che i media ancora chiamano “di accoglienza”. “Sono queste le uniche risposte che i rappresentanti della “nuova Europa” hanno saputo dare a chi chiedeva soltanto un minimo di umanità e di ragionevolezza”. E’ il commento di Fulvio Vassallo Paleologo che per ICS ha seguito in Sicilia l’evolversi della vicenda Cap Anamur. Per ICS, allo stato attuale, non ci possono essere dubbi ed incertezze sull'obbligo da parte italiana di permettere agli interessati di accedere alla procedura d'asilo. I richiedenti devono quindi essere accompagnati al più presto in una struttura di accoglienza per richiedenti asilo e non trattenuti in un centro di temporanea permanenza. Intanto continuano ad arrivare numerose le adesioni all’appello lanciato da ICS: quasi 1200 le firma di singoli, associazioni ed enti che in soli tre giorni hanno inviato la propria solidarietà in nome del diritto di asilo.

FINE COMUNICATO
Roma, 12 luglio 2004
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