Newsletter del 08/06/2004



G8 negli Usa: Lettera aperta della società civile al Governo italiano
                               Comunicato Stampa

    G8 negli USA: Lettera aperta della società civile al Governo italiano.

"Impossibile vincere guerra e terrorismo senza investire sullo sviluppo umano"

           L´Italia al punto più basso negli aiuti contro la miseria

 A poche ore dall'inizio del vertice del G8 in Georgia, rappresentanti della
società civile italiana (delle Ong Campagna per la Riforma della Banca
Mondiale, Actionaid International Italia, Tavola della Pace, Lila Cedius, VIS,
Roba dell'Altro Mondo, Campagna Sdebitarsi, Formin) chiedono al governo
italiano di dare il suo contributo affinché dal summit giungano segnali
politici chiari sulla serietà dell'impegno dei paesi più industrializzati per
gli Obiettivi del Millennio dell'ONU del 2000 (Millennium Development
Goals,MDGs).

Mentre ancora una volta la guerra in Iraq dominerà l'incontro annuale del de
facto direttivo globale, lasciando poco spazio per affrontare con serietà i
temi dello sviluppo, i rappresentanti ricordano le recenti affermazioni del
Presidente della Banca Mondiale James Wolfensohn che l'interesse dei paesi più
industrializzati per la povertà globale sia "vicino al punto più basso" a causa
di una leadership preoccupata esclusivamente da guerre e terrorismi.

"Non possiamo accettare che i paesi leader della coalizione militare in Iraq,
fra i quali gli Stati Uniti e l'Italia, siano i fanalini di coda tra i paesi
OCSE riguardo all'impegno finanziario per l'aiuto allo sviluppo", ha
dichiaratoFlavio Lotti, coordinatore nazionaledella Tavola della pace, "se la
preoccupazione è uscire da una spirale di guerre e terrorismi, si deve sapere
che è più che mai necessario il ritorno ad una politica attiva per lo
sviluppo".

A cinque anni dalla dichiarazione del Millennio, i progressi verso il
raggiungimento degli MDGs sono del tutto insufficienti. Un fallimento nel
raggiungere gli obiettivi per lo sviluppo non sarebbe giustificabile dal punto
di vista dei paesi poveri, e potrebbe gravemente danneggiare la cooperazione
multilaterale, scatenando potenziali nuovi conflitti. In questo senso il G8
dovrebbe mettere a disposizione gli aiuti finanziari necessari per, tra
l'altro, dimezzare il numero di persone che vivono in povertà e senza accesso
all'acqua potabile, per raggiungere l'istruzione elementare universale entro
l'anno 2015, e per fermare ed invertire l'avanzata dell'HIV/AIDS.

I rappresentanti della società civile italiana reputano che l'Italia ed i
grandi del mondo debbano assumersi le loro responsabilità nel finanziare lo
sviluppo e nel facilitare un processo per la creazione di un sistema più
democratico delle istituzioni finanziarie internazionali, a partire dalla Banca
Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale. Il riferimento emerso alla
conclusione del recente vertice dei ministri finanziari del G-7 (New York, 23
maggio 2004) all'impiego delle rimesse degli immigrati per sostenere i magri
bilanci dell'aiuto pubblico per lo sviluppo è del tutto insufficiente. Per di
più, è cinico rivolgersi agli immigrati considerato il fatto che i paesi G-
8 chiudono sempre di più le loro frontiere ed i loro mercati del lavoro,
costringendo gli immigrati a doversi rivolgere ad interlocutori nell'illegalità
per poter raggiungere un posto di lavoro.

In concreto i rappresentanti della società civile chiedono al governo italiano
di adoperarsi per:


- Il finanziamento degli MDGs, attraverso lo stanziamento dei fondi necessari e
la ricerca di meccanismi innovativi di finanziamento;
- La continuazione dell'iniziativa HIPC per la cancellazione del debito estero
dei paesi più poveri e nuovi criteri nel misurare la sostenibilità del debito;
- Una revisione strategica della Banca Mondiale e del Fondo Monetario
Internazionale al fine di renderle più trasparenti e maggiormente consapevoli
dei loro mandati ed obiettivi;
- Un cambiamento della struttura di voto nelle istituzioni di Bretton Woods per
assicurare una partecipazione attiva nelle decisioni di tutti i membri.

In particolare, si rivolge un appello al governo italiano affinché apra un
tavolo consultativo, in cooperazione con il Parlamento e la società civile, per
decidere sulle linee guida della politica italiana verso il rinnovamento delle
istituzioni di Bretton Woods.



                       Ufficio Stampa Tavola della pace
        Alessandra Tarquini 3479117177 - Anada Francesconi 328/8347853
                              stampa at perlapace.it

                                *************

    Lettera aperta al Governo italiano in occasione del G-8 in Georgia, 8-10
                                 Giugno 2004

Per uscire da guerre e terrorismi, serve il ritorno ad una politica attiva per
                                  lo sviluppo


               Appello per un ruolo guida dell'Italia nel mondo



A poche ore dall'inizio del vertice dei G-7 in Georgia, negli Stati Uniti,
dobbiamo constatare che ancora una volta la guerra in Iraq dominerà l'incontro
annuale del de facto direttivo globale, lasciando poco spazio per affrontare
con serietà i temi dello sviluppo, che pure trovano posto nell'agenda del
Summit.

Il Presidente della Banca mondiale James Wolfensohn ha osservato (Financial
Times, 26 maggio 2004) come l'interesse dei paesi più industrializzati per la
povertà globale sia "vicino al punto più basso" a causa di una leadership
preoccupata esclusivamente da guerre e terrorismi, che possono essere il frutto
della mancanza di uno sviluppo economico sostenibile e della dilagante
esclusione di interi regioni e continenti dalle promesse della globalizzazione.
Un punto di vista che rafforza il nostro allarme.

Non possiamo accettare che i paesi leader della coalizione militare in Iraq,
fra i quali gli Stati Uniti e l'Italia, siano i fanalini di coda tra i paesi
OCSE per l'impegno finanziario per l'aiuto allo sviluppo. Se la preoccupazione
è uscire da una spirale di guerre e terrorismi, si deve sapere che è più che
mai necessario il ritorno ad una politica attiva per lo sviluppo.

Il vertice in Georgia deve dare segnali politici chiari sulla serietà
dell'impegno dei paesi più industrializzati per gli Obiettivi del Millennio

dell'ONU del 2000 (Millennium Development Goals, MDGs). A cinque anni dalla
dichiarazione del Millennio, i progressi verso il raggiungimento degli MDGs
sono del tutto insufficienti; i nostri leader devono sapere che un fallimento
nel raggiungere gli obiettivi per lo sviluppo non sarebbe giustificabile dal
punto di vista dei paesi poveri, e potrebbe gravemente danneggiare la
cooperazione multilaterale, scatenando potenzialmente nuovi conflitti. In
questo senso il G8 dovrebbe mettere a disposizione gli aiuti finanziari
necessari per, tra l'altro, dimezzare il numero di persone che vive in povertà
e senza accesso all'acqua potabile, per raggiungere l'istruzione elementare
universale entro l'anno 2015, e per fermare ed invertire l'avanzata dell'HIV/

AIDS.

Chiediamo ai paesi del G-7 riuniti in Georgia di assumersi le loro
responsabilità nel finanziare lo sviluppo e di facilitare un processo per la
creazione di un sistema più democratico delle istituzioni finanziarie
internazionali, a partire dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario
internazoinale. Il riferimento emerso alla conclusione del recente vertice dei
ministri finanziari del G-7 (New York, 23 maggio 2004) all'impiego delle
rimesse degli immigrati per sostenere i magri bilanci dell'aiuto pubblico per
lo sviluppo è deludente. Tali rimesse costituiscono soprattutto un sistema di
sicurezza sociale individualizzato a distanza, e contribuiscono solo
marginalmente a migliorare i bilanci pubblici per investimenti strutturali nei
paesi in via di sviluppo. Per di più, è cinico rivolgersi agli immigrati
considerato il fatto che i paesi industrializzati chiudono sempre di più le
loro frontiere ed i loro mercati del lavoro, costringendo gli stessi immigrati
a doversi rivolgere ad interlocutori nell'illegalità per poter raggiungere un
posto di lavoro.

Domandiamo al governo italiano di impegnarsi attivamente per:

- Il finanziamento degli MDGs, attraverso lo stanziamento dei fondi necessari e
la ricerca di meccanismi innovativi di finanziamento;

Diverse istituzioni autorevoli hanno stimato il fabbisogno finanziario per
raggiungere gli MDGs in 60 miliardi di dollari aggiuntivi annuali. Questa cifra
è pienamente raggiungibile nel caso in cui i paesi del G-7 aumentino il loro
aiuto allo sviluppo in modo veloce e prevedibile verso la soglia dello 0,7

percento del loro PIL, come promesso da quasi 40 anni.

Chiediamo al governo italiano di pronunciarsi in merito alle proposte discusse
a livello internazionale sui nuovi strumenti per finanziare lo sviluppo. I
livelli necessari dell'aiuto pubblico allo sviluppo sono raggiungibili anche
tramite un meccanismo europeo e/o globale di tassazione delle transazioni
finanziarie del tipo Tobin Tax, come sostenuto dal governo tedesco. Il governo
britannico ha proposto la "International Finance Facility" (IFF), finanziata
dalla differenza tra lo 0,14 percento attuale che il governo italiano dedica
allo sviluppo (al netto delle operazioni di riduzione e cancellazione del
debito) e lo 0,33 percento deciso in ambito UE da raggiungere entro il 2006
(Consiglio Europeo di Barcellona, marzo 2002). Il nostro sostegno per la IFF è
condizionato al miglioramento dell'iniziativa, per assicurare che l'IFF diventi
un fattore positivo nel raggiungimento dello 0,7 percento del PIL da dedicare
allo sviluppo.

- La continuazione dell'iniziativa HIPC per la cancellazione del debito estero
dei paesi più poveri e nuovi criteri nel misurare la sostenibilità del debito;

L'incontro dei ministri finanziari del G-7 (New York, 23 maggio 2004) si è

espresso in favore dell'estensione dell'iniziativa HIPC oltre la prevista fine
nel dicembre 2004 (sunset clause)e di prevedere un topping-up di fondi per la
cancellazione del debito per garantire la sostenibilità del debito rimanente in
caso che superi il tetto relativo al bilancio di 150 percento del valore delle
esportazioni annuali.

Si tratta di passi che si muovono nella direzione giusta, considerate le

iniziative attualmente concordate dalla comunità internazionale per le
operazioni di riduzione e cancellazione del debito. Rimane però il problema dei
criteri adeguati per misurare la sostenibilità del debito. Il criterio
ventilato da parte del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale,
che considera un tetto relativo al bilancio del 180 percento del valore delle
esportazioni annuali nel quadro di un approccio flessibile paese per paese, è
del tutto inadeguato a rendere socialmente sostenibile il debito estero dei
paesi più poveri. Chiediamo che la sostenibilità venga strettamente misurata in
base ai fabbisogni finanziari per il conseguimento degli MDGs, presi come
indicatori di base.

Chiediamo dal governo italiano di assicurare che la cancellazione del debito
non sia utilizzata per incrementare i volumi dell'aiuto pubblico allo sviluppo.
Siamo sicuri che una tale posizione sarebbe di esempio per tutta la comunità
internazionale. Chiediamo inoltre al governo italiano di impegnarsi per la
cancellazione totale del debito contratto dai paesi più poveri e indebitati nei
confronti della Banca e del Fondo.

- La facilitazione di una revisione strategica dei mandati della Banca mondiale
e del Fondo monetario internazionale;

L'incontro dei ministri finanziari del G-7 (New York, 23 maggio 2004) si è
espresso in favore di una revisione strategica delle istituzioni di Bretton
Woods in occasione del loro sessantesimo anniversario, che cade proprio
quest'anno, al fine di renderle più trasparenti, più efficaci e maggiormente
consapevoli dei loro mandati ed obiettivi. Sosteniamo un'ampia revisione delle
istituzioni di Bretton Woods, e chiediamo che tale revisione possa avvenire in
modo trasparente, includendo tutti i gruppi interessati ed i parlamenti
nazionali dei Paesi membri.

Chiediamo che i compiti dell'FMI siano ricondotti alla sua funzione principale
di garantire la stabilità finanziaria mondiale, dando il diritto ad ogni Stato
membro di imporre misure di controllo dei flussi finanziari per mantenere una
bilancia dei pagamento equilibrata. Il FMI deve abbandonare i programmi di
prestiti per lo sviluppo (PRGF) e la politica delle condizionalità macro-

economiche e dei programmi di aggiustamento strutturale per i suoi debitori.

Chiediamo che la Banca Mondiale si concentri sul finanziamento degli MDGs
attraverso lo strumento del dono per i programmi sociali, in stretta
cooperazione e sotto la guida delle Nazioni Unite, uscendo da qualsiasi
politica delle condizionalità macro-economiche per i suoi debitori e accettando
in pieno la sovranità dei suoi membri di decidere sulla propria strategia per
lo sviluppo.

Chiediamo dal governo italiano in particolare di aprire un tavolo consultativo,
in cooperazione con il Parlamento e la società civile, per decidere sulle linee
guida della politica italiana verso il rinnovamento delle istituzioni di
Bretton Woods.

- Un cambiamento della struttura di voto nelle istituzioni di Bretton Woods.

Nell'anno del loro sessantesimo anniversario, il potere di voto e il sistema di
rappresentanza nel Fondo monetario internazionale e nella Banca Mondiale non
rispecchiano più i poteri economici reali nel mondo, una fatto che aggrava la

crisi di legittimità delle organizzazioni più importanti nella governance
dell'economia globale e che rende i loro meccanismi decisionali sempre meno
democratici. Diventa sempre più inaccettabile per la stragrande maggioranza dei
membri delle istituzioni di Bretton Woods che l'Europa si riservi il "diritto"
di nominare il direttore del Fondo monetario internazionale e gli Stati Uniti
quello di nominare il presidente della Banca mondiale, mentre Fondo e Banca
predicano le regole di democrazia e trasparenza in tutto il mondo.

Chiediamo al più presto che le quote di capitale ed i relativi diritti di voto
vengano modificati così da riflettere il potere economico reale dei paesi
membri. I processi decisionali devono essere riformati per assicurare una
partecipazione attiva nelle decisioni di tutti i membri. Nessun paese deve
avere il potere di veto, come attualmente concesso agli Stati Uniti.

Chiediamo in particolare al governo italiano di impegnarsi per un'iniziativa
degli stati membri dell'Unione Europea allargata per la riorganizzazione della
presenza europea nelle sedi decisionali del Fondo e della Banca, presupposto
per concedere più spazio ai paesi membri del Sud del mondo.

Siamo convinti che un governo italiano impegnato sui temi e sulle proposte
ricordate con questa nostra lettera aperta possa essere un governo riconosciuto
in tutto il mondo per il suo impegno per un multilateralismo rinnovato e
rafforzato, inspirato ad una cooperazione attiva per lo sviluppo.

Roma, lì 7 Giugno 2004

Antonio Tricarico,Campagna per la Riforma della Banca Mondiale
Luca De Fraia,
Actionaid International, Italia
Flavio Lotti,Tavola della Pace
Giosué De Salvo,Lila Cedius
Luca Cristaldi,Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS)
Alberto Zoratti,Roba dell'Altro Mondo
Raffaella Chiodo,Campagna Sdebitarsi
Alberto Castagnola, Formin
Per ulteriori informazioni:

Tel. +390755736890

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