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Amnesty sulla Cina: a quindici anni dalla Tiananmen gli arresti continuano. La richiesta di giustizia anche!
- Subject: Amnesty sulla Cina: a quindici anni dalla Tiananmen gli arresti continuano. La richiesta di giustizia anche!
- From: press at amnesty.it
- Date: Thu, 3 Jun 2004 17:06:18 +0200
Gent.mi tutti, vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International: AMNESTY SULLA CINA: A QUINDICI ANNI DALLA TIANANMEN GLI ARRESTI CONTINUANO. LA RICHIESTA DI GIUSTIZIA ANCHE! Grazie per la cortese attenzione. Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Ufficio stampa Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it ---------------------------------------------------- COMUNICATO STAMPA CS71-2004 AMNESTY SULLA CINA: A QUINDICI ANNI DALLA TIANANMEN GLI ARRESTI CONTINUANO. LA RICHIESTA DI GIUSTIZIA ANCHE! Amnesty International ha denunciato oggi la persistenza di intimidazioni, arresti e condanne collegati alle manifestazioni per la democrazia svoltesi nel 1999 nella piazza Tiananmen di Pechino. Le proteste della primavera del 1989 iniziarono a Pechino e si diffusero rapidamente in tutto il paese. I manifestanti chiedevano al governo la fine della corruzione, democrazia e altri diritti politici e sociali. La notte tra il 3 e il 4 giugno l'esercito piombo' con i carri armati sulla Tianamnen, uccidendo centinaia di persone che tentavano di fermarne l'avanzata. Nei giorni successivi, decine di migliaia di persone vennero arrestate in tutta la Cina. A quindici anni di distanza, denuncia Amnesty International, non c'e' mai stata una pubblica inchiesta sugli arresti e le uccisioni della Tiananmen e sono numerose le persone ancora in carcere per aver preso parte alle proteste: almeno 50, secondo l'organizzazione per i diritti umani, una cifra sicuramente inferiore a quella reale, che le autorita' si ostinano a non rendere nota. Nel marzo di quest'anno tre donne - Ding Zilin, Zhang Xianling e Huang Jinping - sono state arrestate e trattenute in carcere per diversi giorni, a quanto pare per farle desistere dal commemorare l'anniversario. Fanno parte delle 'Madri di Tiananmen', un gruppo di parenti delle vittime che si batte per ottenere giustizia e scoprire i responsabili della repressione del giugno 1989. I corpi di alcuni dei manifestanti uccisi durante la repressione sono stati rinvenuti in fosse anonime nel centro di Pechino. Di almeno altri 30 manifestanti, 'scomparsi' la notte tra il 3 e il 4 giugno, non si e' piu' avuta notizia e si ritiene siano stati a loro volta assassinati. Secondo Ding Zilin, le imponenti opere edilizie in programma per le Olimpiadi del 2008 renderanno 'estremamente difficile trovare anche una sola traccia in piu'': suo figlio, Jiang Jielian, aveva 17 anni quando venne colpito alle spalle e ucciso nei pressi della Tiananmen. La richiesta di giustizia e di scuse per la repressione del 1989 proviene da piu' parti. Uno dei protagonisti piu' attivi e' Hu Jia, ambientalista e attivista nell'azione di sensibilizzazione sull'Hiv, arrestato nell'aprile di quest'anno e sottoposto a un breve periodo di carcere. La notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 Jiang Yangyong, il medico che ha denunciato l'epidemia della Sars, lavorava in un ospedale nei pressi della Tiananmen e ricorda almeno 90 ricoveri. Nel marzo di quest'anno e' stato interrogato dalla polizia dopo aver scritto una lettera aperta in cui accusava le autorita' di aver agito 'in modo pazzesco, usando i carri armati, le mitragliatrici e altre armi ancora per abbattere studenti e cittadini completamente disarmatiŠ uccidere studenti innocenti. Ora, passati 15 anni, le autorita' pensano che la gente a poco a poco dimentichi. Al contrario, la gente e' sempre piu' amareggiata e arrabbiata'. Amnesty International continua a chiedere al governo di Pechino di avviare un'inchiesta indipendente sull'uccisione di studenti e manifestanti inermi, processare i responsabili e rilasciare tutte le persone condannate per i fatti del 1989 al termine di giudizi iniqui. Nel marzo di quest'anno, in occasione del lancio del consueto 'libro bianco' sui diritti umani, il governo cinese ha affermato di aver fatto, nel 2003, 'progressi fondamentali' nella protezione dei diritti umani. Questa dichiarazione e' stata diffusa alla vigilia di una riunione dell'Unione Europea il cui ordine del giorno prevedeva l'annullamento dell'embargo sulle armi alla Cina. Il provvedimento era stato adottato nel 1989, proprio a seguito della repressione della Tiananmen. L'embargo non e' stato rimosso. FINE DEL COMUNICATO Roma, 3 giugno 2004 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - 348 6974361, e-mail: press at amnesty.it
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